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GOLFO DEL MESSICO / 15-05-2010

DISASTRO GOLFO DEL MESSICO / La marea nera seguita giorno per giorno

Ultimo aggiornamento marea nera, 11 maggio - Il greggio continua a spandersi nel mare del Golfo del Messico allo spaventoso ritmo di 750 mila litri al giorno.
La British Petroleum, dopo il fallito tentativo della cupola di cemento per arginare la fuoriscita di greggio dal pozzo sottomarino nel Golfo del Messico,  rivolge la sua richiesta di aiuto al Web. Sul sito della Bp, difatti, è presente un form tramite il quale tutti possono inviare la propria proposta per bloccare la marea nera, inserendo i propri dati e la descrizione del progetto (risorse, materiali, tecnologie). Verranno vagliate tutte le proposte.

www.bp.com


Marea nera, la cupola è un fallimento, la Bp non riesce ad arginare la perdita di greggio - La colossale cupola di acciaio e cemento, che avrebbe dovuto risolvere i problemi della fuoriuscita di greggio dal pozzo petrolifero marino, ha fallito il suo obiettivo, in quanto i gas e il sale marino hanno intasato la parte della conduttura da cui doveva essere pompato il greggio su una nave.

“Non dico che l’operazione sia fallita - ha affermato Doug Suttles, manager del Bp -, posso dire che quel che abbiamo cercato di fare la scorsa notte non ha funzionato perchè questi idrati hanno intasato la cima della cupola. Avevamo previsto - ha continuato - che gli idrati avrebbero creato problemi, ma non di simili dimensioni e così in fretta”.

Ancora tutto da risolvere per la Bp, mentre la situazione si fa sempre più critica nel Golfo del Messico.


Stati Uniti, marea nera Golfo del Messico, ultimo aggiornamento 8 maggio 2010 - E' stata posizionata sul fondo del mare la cupola di cemento e acciaio, del peso di 40 tonnellate e alta come un edificio di 12 piani, realizzata dalla British Petroleum. Secondo quanto comunicato dalla Bp, il posizionamento della cupola nel fondo del Golfo del Messico ha rappresentato un "grande passo avanti", un'operazione di contenimento della fuoriuscita di greggio, finora unica nel suo genere, che richiederà ancora alcune ore di lavoro da parte dei robot subacquei per il fissaggio sul fondo del mare.

Stati Uniti, marea nera Golfo del Messico, ultimo aggiornamento 7 maggio 2010 - Le previsioni di un disastro ecologico aleggiavano ormai da giorni, ma la realtà purtroppo sta superando l’immaginazione. Perché la quantità di greggio che si sta espandendo nel mare del Golfo del Messico è di dimensioni enormi e la marea nera  sta lentamente inghiottendo le Isole Chandeleur, un vero e proprio paradiso ambientale al largo della Louisiana.
"Abbiamo il greggio su tutte le Isole Chandeleur", ha detto un funzionario della Nooa, la National Oceanic Atmospheric Administration, mentre altri testimoni riferiscono di aver trovato i primi uccelli sporchi di petrolio. Intanto diventa forte l’attesa della gigantesca cupola anti greggio della British Petroleum, che si spera riesca, con la possente struttura in acciaio e cemento, a bloccare la fuoriuscita di petrolio. Si sta comunque tentando ogni soluzione possibile, con fortissimo impegno, per evitare una catastrofe ambientale che “sarebbe” la peggiore di tutti i tempi. E’ scesa anche in campo la celebre ambientalista Erin Brockovich, che ha annunciato di voler combattere in prima linea contro la Bp.


Stati Uniti, marea nera Golfo del Messico, ultimo aggiornamento 6 maggio 2010 - Un finanziamento da 100 milioni di dollari è stato deciso da parte della British Petroleum ai quattro stati degi Usa per far fronte alla gravissima situazione della marea nera.
I quattro stati che si affacciano sul Golfo del messico, stanno combattendo una lotta disperaata contro la fuoriuscita di petrolio, che non accenna a diminuire. Nella nota della Bp pubblicata sul sito Internet, si apprende che le sovvenzioni destinate ai quattro stati non vogliono unfluire sulle operazioni di contenimento o "eventuali procedimenti di richiesta danni".

Stati Uniti, marea nera Golfo del Messico, ultimo aggiornamento 5 maggio 2010 - Tappata dalla British Petroleum una delle tre perdite della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. Si tratta però di una delle falle più piccole e di conseguenza non ci sarà un sensibile contenimento della perdita di petrolio nel mare. Un addetto della Guardia Costiera ha riferito: "La Bp è riuscita a chiudere una delle tre perdite fermando il flusso e adesso stiamo lavorando sulle altre due falle che rendono l'attenuazione del problema un po' più complicata", aggiungendo che "Ci aspettiamo che il flusso resti invariato anche se adesso avremo a che fare solo con due perdite. Avere a che fare con due falle è molto più facile che affrontarne tre. Stiamo facendo progressi".


Usa, grave la situazione nel Golfo del Messico, Barack Obama è arrivato in Louisiana
- Continua a essere grave la situazione della zona del Golfo del Messico devastato dalla marea nera. Così viene infatti definita da Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca in occasione del viaggio di Barack Obama in Louisiana.  
Le autorita' federali statunitensi hanno ordinato lo stop per dieci giorni alla pesca commerciale e sportiva nelle acque inquinate dalla marea nera. Il provvedimento è stato preso dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e riguarda la zona di mare che bagna la Louisiana, la foce del Mississippi fino ad arrivare a Pensacola Bay, in Florida. Previsto un incontro tra i vertici della Bp e l'amministrazione di Obama per arginare e discutere la situazione.


Tra circa una settimana sarà pronta una cupola per arginare la fuoriuscita di petrolio da sotto il mare, mentre arriva la conferma dal governo degli Stati Uniti  che occorreranno tre mesi per chiudere le falle. Il ministro dell'Interno americano Ken Salazar afferma di non nutrire alcun dubbio sul fatto che la valvola di controllo di eventuali fuoriuscite di petrolio non funzionasse a dovere. Intanto Lamar McKay, presidente di Bp America, nega ogni ipotesi di errore umano, ritenendo che la causa del disastro sia dovuta appunto a un pezzo difettoso.

Usa, marea nera aggiornamento 2 maggio 2010: nelle prossime ore Obama in Louisiana, ultime notizie - ll presidente degli Stati Uniti, Obama arriverà nel Golfo del Messico al massimo entro le prossime 36 ore, per rendersi personalmente conto della situazione, che al momento appare estremamente grave, e per parlare direttamente con le autorità locali. Forti le lamentele del governatore della Louisiana, Bobby Jindal, soprattutto a riguardo della reazione poco tempestiva della British Petroleum e del governo americano di fronte alla velocità dell'espandersi della chiazza di petrolio, che ormai fuoriesce senza sosta dal 20 aprile scorso, giorno dell'incidente della Deepwater Horizon.

"Minaccia del nostre coste, la nostra cultura e il nostro modo di vita" - ha affermato il governatore della Louisiana. Bobby Jindal ha inoltre  confermato che avrà un colloquio con Obama, aggiungendo di essere stanco di aspettare che la Bp metta in atto un piano di azione.  Ricordiamo che la British Petroleum è responsabile sia del contenimento della marea nera sia della decontaminazione. La marea attualmente è triplicata di dimensioni.  Secondo quanto rilevato dai dati dei satelliti, la chiazza è lunga oltre 130 miglia per una larghezza di circa 70. 


- Usa, marea nera, aggiornamento 1 maggio: è catastrofe ambientale - Nulla da fare contro la marea di petrolio che ha raggiunto le coste della Louisiana. E il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama si è visto costretto a bloccare le trivellazioni offshore.
Il presidente statunitense Barack Obama ha bloccato qualsiasi nuova trivellazionie offshore. Dalla Casa Bianca il presidente fa sapere che le trivellazioni petrolifere "sono importanti, ma devono essere effettuate in modo responsabile". La decisione di Obama è stata inevitabile, anche a causa delle recenti contestazioni e critiche degli ambientalisti. “Le nuove piattaforme – ha detto Obama, dovranno essere dotate di tutte le misure necessarie ad impedire che si verifichi un incidente simile. Non sono mancate poi parole di forte impegno per far fronte al disastro ambientale nel Golfo.

E' stato definito uno dei disastri ambientali più catastrofici di tutti i tempi e a
rischio sono anche gli stati di Texas, Alabama, Mississippi e la Florida stessa.
L'enorme quantità di petrolio che si è riversata in acqua in seguito all'esplosione del pozzo sottomarino Deepwater Horizon della Bp, il colosso britannico dell'energia, sta devastando l'ecosistema marino.
A rischio sono centinaia di specie di pesci, uccelli e altre forme di vita.

I danni prodotti dalla marea nera erano stati inizialmente sottostimati.
In considerazione della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, gli Stati Uniti si stanno preparando ormai al peggiore disastro ambientale della storia del paese.

Sembra che la catastrofe ecologica causata dalla  "Deepwater Horizon" stia diventando peggiore dell'incidente causati dalla petroliera Exxon Valdez nel 1989 al largo delle coste dell'Alaska. A quel tempo, quasi 40 mila tonnellate di petrolio fuoriuscirono, causando una catastrofe ecologica senza precedenti.

La compagnia petrolifera BP da circa dieci ore ha in azione robot sottomarini, che stanno tentando, fino ad ora senza successo, di fermare le perdite di almeno tre grandi falle della piattaforma. Nello stesso tempo, la British Petroleum ha messo al lavoro un pool di ingegneri per la costruzione di un’enorme cupola per contenere il petrolio pompato, ma il  completamento dei lavori richiederà almeno due settimane. Inoltre, le onde alte bloccanno tutti gli sforzi per ridurre l’ormai estesa marea nera. A causa del forte vento dal sud si prevede che il petrolio raggiungerà entro lunedì le coste statunitensi del Mississippi, Alabama e Florida.




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