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VITERBO / 15-05-2010

TUSCIA, VITERBO: EDUCARE ALLA LEGALITA’ / nell’Istituto ''Orioli'' di Viterbo importante incontro con Rita Borsellino






Ultime notizie Tuscia, eventi: "Educare alla legalità", ultime news Viterbo - Grande partecipazione e forte impegno sociale sono gli elementi che hanno contraddistinto la giornata all’Istituto Superiore “F. Orioli” di Viterbo. Si è svolta, infatti, come è ormai tradizione, un’iniziativa importante dal titolo “Educare alla Legalità”.

Un momento di reale confronto sul rispetto della legge e su tutto quanto attiene la centralità della persona, a partire dal concetto di cittadinanza. Gli scorsi anni hanno preso parte all’evento diversi personaggi, portando le proprie testimonianze ed esperienze, dialogando e confrontandosi con gli alunni. Quest’anno sono intervenute la sorella del giudice Paolo Borsellino, Rita, e Claudia Loi, sorella di Emanuela, l’agente della scorta di Borsellino morta nella strage di via D’Amelio. Erano presenti inoltre il dirigente scolastico Luigi Valente, il Presidente della Provincia Marcello Meroi e l’Assessore alle politiche giovanili Daniele Sabatini.

Nella palestra della scuola, dove campeggiavano gigantesche immagini di Falcone e Borsellino e una foto incorniciata di Emanuela Loi, si sono radunati insegnanti e studenti, provenienti anche da altre scuole di Viterbo e Provincia, per ribadire la cultura della giustizia, il valore di responsabilità civile e l’opposizione ad ogni forma di espressione mafiosa. I ragazzi hanno fatto sentire forte il loro calore per dare il giusto tributo alle vittime della nostra società, agli esponenti delle forze dell’ordine, politici, semplici cittadini e a quanti, nell’adempimento del loro dovere, sono rimasti uccisi o gravemente feriti.

All’inizio è stato proiettato il filmato del viaggio della nave della legalità 2009 che ha mostrato studenti di tutta Italia giunti a Palermo per commemorare le vittime della mafia e dire no alla criminalità. Subito dopo ha aperto i lavori il dirigente scolastico Valente, rivolgendo ai ragazzi l’invito a far tesoro delle esperienze altrui per costruire una società migliore. Sulla stessa linea ha continuato il Presidente Meroi: “Le idee camminano sulle gambe dei giovani. Solo personalizzando il concetto di legalità ci si può aprire ad un mondo più giusto”.

Si, perché soprattutto le nuove generazioni devono credere ed attuare un percorso virtuoso di responsabile partecipazione alla vita della comunità. In questo senso la formazione nelle scuole è fondamentale per educare i più giovani che per combattere la mafia bisogna partire innanzitutto dalla propria coscienza. Una platea silenziosa ha poi ascoltato i discorsi commoventi di Caludia Loi e Rita Borsellino. La prima, arrivata direttamente dalla Sardegna, ha espresso un’opinione forte e decisa nei confronti dei valori effimeri in cui spesso oggi ci si rifugia e che distolgono dalle vere priorità: “per combattere la mafia non serve solo una giustizia efficiente ma prima di tutto un cambiamento di vita, una rivoluzione del cuore”. Fu proprio Claudia a spingere la sorella a fare il concorso in polizia.

Una carriera iniziata quasi per caso, quindi, ma che poi appassionò talmente Emanuela da accettare l’incarico della scorta a Borsellino. Compito a cui, nonostante i pericoli, non si sottrasse. “Dopo l’attentato di Via D’Amelio – ha proseguito Claudia Loi – mi sono assunta l’eredità di coltivare la memoria di chi, come mia sorella, si è sacrificato e si sacrifica ancora per servire lo Stato”. La stessa eredità, che è in realtà una missione, la sta portando avanti l’on. Borsellino, divenuta attiva testimone della lotta alle criminalità organizzate.

Girando in lungo e in largo l’Italia cerca di affidare ai giovani i suoi racconti, ma non i racconti dei fatti, che tutti più o meno conosciamo, ma i racconti inediti del suo Paolo, quello vissuto da bambina e da sorella. Ne è venuto fuori il toccante e straordinario ritratto di un uomo che fin da piccolo ha difeso i più deboli, che amava la giustizia e che ha svolto sempre la sua professione con tenacia e coerenza. Rita Borsellino con la stessa coerenza continua a lottare perché, ha concluso, “per combattere la mafia è necessario un movimento culturale, morale e religioso che coinvolga tutti”.

Quella di oggi, insomma, è stata una manifestazione piena di speranza dove tanti giovani si sono uniti per guardare insieme ad un futuro migliore, un futuro senza più martiri ma con tante persone che lottano insieme in nome dell’uguaglianza, della giustizia e della legalità.


Elisa Ignazzi


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