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VITERBO / 14-06-2010
DIMISSIONI IN BIANCO / Daniela Bizzarri: ''un fenomeno che viene da lontano''
Ultime notizie Tuscia - La situazione denunciata dal sindacalista Giorgio Petroselli (Fisacat Cisl) e ripreso da Miranda Perinelli (Cgil) delle discriminazioni e delle dimissioni in bianco non è cosa di oggi. Succedeva anche molto tempo fa. Ricordo che quando ero nella segreteria Fisac-Cgil (bancari e assicuratori) e tutelavo i lavoratori delle assicurazioni private, principalmente donne, non esisteva solo il dramma delle dimissioni in bianco ma esistevano problemi anche più delicati e discriminatori nei confronti delle lavoratrici.
Fare sindacato a quel tempo richiedeva coraggio da parte delle donne e veniva fatto in modo carbonaro. Alla stesso tempo ci preoccupavano di tenere informate le lavoratrici delle mutazioni dei contratti perché i datori di lavoro si guardavano bene dal farlo.
La cosa più grave era che in alcuni casi, non solo nel settore da me seguito, alle donne prima di essere assunte veniva addirittura chiesto un test di gravidanza e fatta firmare una lettera che per almeno due anni si sarebbero impegnate a non avere figli. Non mi stupisce quindi la reazione della giovane ragazza che non voleva annunciare la sua gravidanza al datore di lavoro, in quanto sono anni che come sindacalista ho denunciato che l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori non tutelava le fasce più deboli, ovvero i lavoratori delle aziende al di sotto dei 15 dipendenti.
Faccio anche presente che nel nostro territorio questa tipologia è la più presente e in mancanza di questa tutela i lavoratori e le lavoratrici possono essere licenziate anche se il datore di lavoro la mattina si alza di cattivo umore.
Se una cosa buona come l’eliminazione almeno delle dimissioni in bianco era stata fatta, oggi non abbiamo più nemmeno quello. In sostanza anche se questi lavoratori hanno un contratto a tempo indeterminato in effetti sono tutti lavoratori precari.
Alla luce di quanto detto non posso certamente dare torto a tutte quelle lavoratrici precarie che si sono rivolte a me sentendosi discriminate per non aver perso la possibilità di diventare madri.
Daniela Bizzarri
Consigliera di Parità
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