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ROMA / 05-07-2010
ROMA, ARCHEOLOGIA / Il Carcere Mamertino riapre per tutti, ma ancora incarcera qualcuno..
Visita con sorpresa al Carcere Mamertino di Roma gestito dall'Opera romana pellegrinaggi
Si, lo so. il titolo è forte ed è di quelli roboanti e potrebbe sembrare quasi non vero se rapportato ai moderni giorni nostri, ma invece è cosi, rispecchia esattamente quello che abbiamo vissuto ieri mattina allorchè decidiamo di andare in visita al monumento archeologico del Carcere Mamertino, sotto il Campidoglio, felici per la riapertura al pubblico dopo anni di scavi e riparazioni.
L'Opera romana pellegrinaggi ha ricevuto l'appalto della gestione delle visite, gratuite, e questo aspetto non sarà affatto secondario nel proseguio del racconto.
Dopo una breve anticamera, diciamo di concetrazione (o di ritiro spirituale?) prima di scendere nelle segrete che furono carcere di molti nemici dello Stato Romano tra i quali l'apostolo Pietro, il piu nemico delle politeistiche ma libere religioni romane, si entra finalmente nell'antro accompagnati da una improbabile guida e da un ancor piu improbabile avviso che la visita sarà solo in lingua italiana. Non ci scoraggiamo, in fondo che importa se di questo gruppo numeroso di visitatori siamo solo gli unici italiani?! Peggio per loro, peggio per gli stranieri, impareranno e capiranno, in fondo un carcere è solo un carcere romano, cosa conta la lingua?
Dentro il primo piccolo sito, il primo antro nel quale ci conducono le guide della Romana pellegrinaggi si consuma la prima delle tante, monotematiche soprese: in rigorosa lingua italiana una voce fuori campo, un disco per dirla tutta, narra non la storia del sito, non la possenza e il mistero delle pietre ciclopiche che qui imprigionavano i nobili nemici di Roma prima della loro segnata fine, e neppure dice di un qualsivolgia riferimento alla zona archelogica circostante, cribbio! Siamo forse nel foro romano, o no? Niente di tutto ciò.
La voce del disco , accompagnata dal sottofondo del continuo rumore delle gocce che cadono a terra - suono registrato - si sofferma, indugia, insiste, persiste sulla religiosità dell'antro mamertino, il luogo che ha visto San Pietro soffrire per la reclusione sua e dei frateli cristiani senza per questo darsi mai vinto per via della fede interiore, di cui il santo conservava le radici, che gli consentono di sopravvivere continuando ad operare: battezzare anche lì, anche i suoi carcerieri.
Dopo una mezza dozzina di litri d'acqua - registrata - caduta dal disco fin dentro le nostre orecchie, si passa finalmente al loculo successivo, anch'esso basso, angusto, umido, che non ha bisogno di spiegazioni ulteriori per indicare la crudeltà cui costringeva gli ospiti colà reclusi. E qui, anche qui, se possibile, il disco si fa ancora piu "religioso" e meno "archeologico": il tentativo di accennare alle varie epoche delle mura presenti è solo un diversivo, mal realizzato, prima di prepararsi ad accedere al cuore della visita: eccoci nella cappella appositamente creata per ospitare i turisti di ogni razza e religione che si trovano a transitare in visita archeologica, in attesa di avere nozioni storiche, spie-ga-zi-oni! rinfrancati , lì sotto, dalla canicola del caldo romano.
Qui la sorpresa è totale: un grosso crocifisso di Nostro Signore e il disco di prima con voce calda e tenebrosa tutti accoglie e tutti avvolge , chi volesse e chi no , essere accolto e avvolto. L'abbraccio è corale. Gli occhi dei pellegrini, tali sono diventati pur essendo entrati forse con altro spirito e curiosità, sono presi , rapiti, catturati, avvolti e increduli. Occhi increduli di chi fino a poco fa pensava di entrare come curioso dell'archeo-storia, che sia poi religioso o cristiano, ateo, gnostico, musulmano, pari è: occhi parimenti folgorati ! Ma li sotto, dentro l'antico carcere mamertino, non si sta consumando nessun miracolo tale da lasciare gli occhi e le anime folgorate, si sta piuttosto consumando il rituale di una messa, per la quale, l'opera romana pellegrinaggi che gestisce le visite al carcere ( divenuto ora, solo Santo) non ha neppure il coraggio o la trasparenza di informarne i visitatori, prima, all' ingresso di quello che fu, una volta, denominato: il Carcere Mamertino.
Una imboscata. In sola lingua italiana. Mi viene difficile chiamarla diversamente. Usciamo da lì senza sapere chi l'ha costruito, quando, perchè, come. Mi rifarò con Wikipedia.
Tutto quanto scritto qui sopra, detto da un cristiano cattolico nato e battezzato più di qualche anno fa.
Gabriele Marini
Uno Notizie Roma – Ultime news estate 2010 archeologia
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