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VITERBO / 05-07-2010

MANOVRA FINANZIARIA / preoccupazione delle associazioni di categoria, norme fiscali da modificare





Ultime notizie Tuscia - Rete Imprese Italia  (Confcommercio, Confartigianato,   CNA,   Casartigiani,   Confesercenti) e Confindustria esprimono  forte preoccupazione  per  le misure contenute nella manovra finanziaria relative alla  riscossione  delle  imposte e dei contributi sociali (art. 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (art. 31).

Le  imprese  rilevano  l’assoluta  incongruità della norma che fissa in 150 giorni  la  durata  massima della  sospensione  giudiziale  degli  atti di recupero  dei  crediti  tributari  e  previdenziali, a fronte di una durata media  dei  soli  procedimenti  di  primo  grado  pari  a  734  giorni.

Ciò obbligherebbe  i contribuenti  (pena il pignoramento) a pagare gli importi richiesti   dall’amministrazione   a   fronte  di pretese  che  potrebbero successivamente  risultare  non  fondate.  Il  che  non è accettabile e può portare a conseguenze irreparabili per le imprese. Va  segnalato  che  le Commissioni Tributarie sospendono l’esecuzione degli atti impugnati solo quando vi è fondato motivo di ritenere che dagli stessi derivano  danni  gravi  ed  irreparabili  per il contribuente ed il ricorso appare  fondato.  E la stessa relazione tecnica alla manovra evidenzia come nel  75%  dei casi in cui è stata concessa la sospensiva il procedimento si conclude con un giudizio favorevole al contribuente.


“Un’altra  misura  che  desta  allarme – commenta il segretario di Confartigianato imprese di Viterbo, Andrea De Simone - riguarda il divieto di effettuare la compensazione  di  crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti per importi superiori a 1.500 euro”.
Il divieto di compensazione può avvenire solo quando vi è la piena certezza del debito fiscale, ossia quando lo stesso è iscritto a ruolo definitivo. Del  tutto sproporzionate, poi, risultano le sanzioni in caso di violazione del  divieto  di compensazione, pari  al  50%  dell’importo indebitamente compensato anche a fronte di debiti di importo molto limitato.
“Le  imprese  -  continua De Simone - ritengono  indispensabile  un  ripensamento di queste norme, a tutela dei diritti di tutti i contribuenti.




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