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PALERMO / 19-07-2010
MAFIA, STRAGE DI VIA D'AMELIO / Palermo, corteo 'Agende rosse', il fratello di Paolo Borsellino: 'vicinissimi alla verità'
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, assassinato a Palermo nel 1992, ha organizzato il corteo del Movimento delle Agende Rosse alla vigilia dell'anniversario tragico attentato. Poche, pochissime le persone, con in mano un'agenda rossa (quella di Paolo Borsellino, sparita a mai più ritrovata dopo l'esplosione) che hanno aderito alla marcia del ricordo, un centinaio più o meno, molte delle quali non di Palermo. Il corteo, partito dal luogo dell'esplosione dell'autobomba, è giunto al castello Utveggio che avrebbe ospitato una sede riservata del Sisde.
"Siamo prossimi a una svolta nelle indagini sulla strage di via D'Amelio - ha affermato Salvatore Borsellino durante la partecipazione al corteo - e ora, più che mai, dobbiamo stare attenti che le porte blindate che ancora ci separano dalla verità non ci vengano chiuse in faccia per l'ennesima volta".
"In un momento così delicato - ha aggiunto - non c'é solo il rischio, ma la certezza che ci siano tentativi di depistaggio, alcuni anche istituzionali. Mi riferisco alla protezione negata al pentito Gaspare Spatuzza, che su via D'Amelio, con le sue dichiarazioni, ha aperto scenari inquietanti. Non a caso si e' deciso di non ammetterlo al programma di protezione''.
"E dannosa - ha continuato - per le indagini, che tentano di fare chiarezza sui tanti misteri legati alla morte di mio fratello, sarebbe anche la legge sulle intercettazioni, un provvedimento iniquo da bocciare in toto''. E Salvatore Borsellino ha espresso infine una seria critica sul silenzio di "quegli esponenti delle istituzioni che solo a 18 anni dalla strage, hanno ricordato particolari che, se fossero stati conosciuti prima, avrebbero potuto dare un input diverso alle inchieste".
Intanto si cerca di fare luce anche su chi ha distrutto a Palermo le statue di Borsellino e Falcone, che erano appena state messe nei pressi del teatro Politeama. I carabinieri stanno al momento vagliando una serie di immagini. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha espresso a riguardo profonda indignazione.
Paolo Borsellino, approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino
La strage di luglio a Palermo
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato con la sua famiglia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre.
E alle 16.58 di quell'infausta giornata un'auto imbottita con cento chili tritolo, posteggiata in via D'Amelio, esplodeva portando via con sè la vita del giudice Paolo Borsellino e dei suoi cinque agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Erano passati soltanto 57 giorni dalla strage di Capaci. E'stata questa una delle giornate più drammatiche e oscure della storia italiana e ancora oggi si è alla ricerca del vero mandante di quella strage. Perché allora come adesso è sempre stato forte il sospetto che dietro il tragico attentato di via d'Amelio si stagliassero le ombre non solo di Cosa nostra, ma anche di entità molto vicine alle istituzioni e, in particolare il Sisde. Ma il mistero più fitto rimane naturalmente quello dell'agenda rossa con le verità scritte da Paolo Borsellino, scomparsa pochi minuti dopo l'attentato e mai più ritrovata.
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