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ROMA / 07-09-2010

AGROALIMENTARE PROTESTA PASTORI / Da Simest conferma su finto Made in Italy, continua la mobilitazione dei pastori








"La Simest ci conferma che siamo di fronte ad un caso di finto Made in Italy (o Italian sounding) che tutti condannano con l’aggravante che in questo caso, a differenza del parmesan e del provolone statunitense, è lo Stato italiano a produrlo all’estero e l’Italia a comperarselo". E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle dichiarazioni della Simest che conferma la partecipazione dello Stato Italiano nella società romena Lactitalia che, come tutti possono verificare sul sito www.lactitalia.ro , vende formaggi ottenuti con latte ungherese e romeno con marchi Dolce Vita, Toscanella e Pecorino ma anche mascarpone, ricotta, mozzarella, caciotta, solo per citarne alcuni. L’aver fatto chiarezza su quale è la destinazione del formaggio ottenuto con latte straniero e “spacciato” come Made in Italy non fa che aggravare una situazione che già di per se è incomprensibile. Sarebbe opportuno a questo punto che, non tanto la Simest, ma chi la controlla ci spiegasse in dettaglio in quali altri imprese è coinvolta nel mondo nella produzione di finto Made in Italy, alimentare e non, che fa concorrenza sleale alle imprese italiane.

La mobilitazione dei pastori della Coldiretti continua a livello regionale e nazionale per verificare se gli impegni assunti dopo la nostra manifestazione si trasformeranno in fatti concreti. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini agli oltre mille pastori giunti a Roma da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria e da altre Regioni italiane, al termine dell’incontro con i rappresentanti istituzionali delle regioni e dello Stato, al Ministero delle Politiche agricole.

"Entro dieci giorni le proposte contenute nella nostra piattaforma dovranno - ha sostenuto Marini - trasformarsi in risposte concrete al tavolo annunciato dal Ministero delle Politiche Agricole. Noi continuiamo comunque a tenere alta la guardia soprattutto dopo le conferme che abbiamo avuto alla nostra denuncia sul fatto che - continua Marini - lo Stato italiano è incredibilmente proprietario di una industria in Romania che, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora che vengono “spacciati” come Made in Italy sui mercati europeo e statunitense contribuendo ad uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani".
Un “falso Made in Italy di Stato” sul quale il Ministero delle politiche Agricole si è impegnato ad indagare con l’istituzione di una apposita commissione per fare luce sul caso e su casi analoghi.


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