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ROMA / 29-09-2010
VINO, RACCONTI DI UN INTENDITORE / Il Vino non ha bisogno di un “nome e cognome”, si sceglie con il cuore
Mi trovo lì fermo, davanti ad uno scaffale pieno di tante bottiglie di vino, ordinate, eleganti, imponenti.
Che faccio? Quale compro?
Sembra si rivolgano a me con delicatezza, cercando di attirare la mia attenzione, scegli me…scegli me.
Bella questa etichetta, guarda quest’altra, quasi quasi…la prendo.
Mi sposto un pò di qua e un pò di la, ma la situazione non migliora, anzi, sono completamente disorientato.
Scelgo il grande nome o lo sconosciuto?
Ma che importa, stasera mi porto a casa una bella bottiglia con un gran nome conosciuto ai più, sarò contento, mi darò un sacco di importanza.
Afferro la mia bottiglia, ma improvvisamente vengo colto da un senso di mal’essere.
Prezzo 50 euro. Mi fermo, la ripongo al suo posto, e tutto ricomincia con uno smarrimento maggiore di prima.
Però se portassi a cena questa bottiglia sai quanti complimenti da parte dei miei amici!!!
No, non è questo il movimento corretto, non è cosi che si sceglie un buon vino.
Ho un’intuizione!!!
E’ come incontrare una bella donna. Lo sguardo è rapito dalla sua immagine, non riesci a distrarti in nessun modo, anzi ti senti completamente attratto. Non resta che farsi avanti, andare oltre il primo sguardo, e scoprire cosa c’è oltre la sua affascinante bellezza.
Ritorno ai miei pensieri sul vino ed ho capito che devo avere lo stesso rapporto anche nei suoi confronti.
Ricordo le tante sere passate in compagnia di appassionati ed esperti di enogastronomia, parlando di caratteristiche del vino e del cibo.
Morbidezza, durezza, equilibrio… per il vino, succulenza, grassezza, untuosità… per il cibo.
Ecco, in quelle serate ho appreso che bisogna avere una profonda conoscenza del vino. Andare oltre, approfondire!!! Non esiste più il nome del produttore, ma del vitigno, della sua zona di produzione, della vinificazione effettuata.
Insomma dopo tanto degustare, ho capito che il rapporto non lo fai più con chi produce ma con il suo prodotto, senza nome e cognome.
Senza condizioni esterne, sorso dopo sorso ho affinato il palato al punto tale da poter sentire tutte quelle sensazioni che un bicchiere, riesce a trasferire. E’ davvero incantevole e incredibile scoprire quante ce ne possano essere.
Anche le pietanze vanno considerate allo stesso modo, cercare quelle sensazioni in ogni ingrediente.
Sensazioni che contrapposte sapientemente a quelle del vino mi danno l’equilibrio perfetto il quale mi permette di deliziare il mio palato esaltando sia le doti del vino sia del piatto, senza che l’uno annulli l’altro dominando.
Torno alla realtà! Adesso ho capito, sarà la mia esperienza a guidarmi, guardo di nuovo lo scaffale e loro sono ancora lì, continuano a chiamare...
Non ascolterò solo quella che grida più forte per orgoglio di appartenenza al “ buon nome”, ma anche quella lì, più discreta, dal richiamo più flebile.
Sarò attratto dalla curiosità e dal desiderio di colei che avrà le caratteristiche di una donna di cui non si sà il nome, ne da dove venga, e per questo solo da scoprire.
Nicola Bressi
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