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VITERBO / 23-09-2010
MENSE SCOLASTICHE/ Presto sulle tavole solo prodotti biologici e di produzione locale
Pasti biologici e di produzione locale. Questo è quanto previsto dalla normativa regionale in merito alle mense scolastiche. Normativa alla quale la città di Viterbo si è adeguata inserendo nel bando di affidamento di tale servizio questa condizione. “Le derrate alimentari – recita il testo della legge – dovranno essere di prima qualità, in ottimo stato di conservazione, conformi a tutti i requisiti richiesti dalle vigenti leggi in materia e da quanto stabilito dall'autorità sanitaria, leggi e disposizioni”.
“L'impresa – prosegue la normativa – nella preparazione dei cibi dovrà utilizzare prodotti biologici certificati e materie prime della zona laziale e viterbese nella percentuale minima del 50% nel rispetto della L.R. n. 10 del 6/4/2009. I prodotti biologici devono provenire da produzioni, coltivazioni e lavorazioni biologiche certificate ai sensi della normativa CE”.
“Tra i prodotti biologici e locali – si legge ancora – devono essere necessariamente compresi: pasta di semola di grano duro e pasta all'uovo, riso parboiled, legumi e cereali secchi, uova, patate, pomodori pelati e carote fresche. L'approvvigionamento degli ortaggi e della frutta dovrà essere effettuato almeno due volte a settimana, al fine di mantenere le qualità organolettiche delle stesse”. “Mi è sembrato importante ricordare questo adeguamento – ha sottolineato l'assessore all'Agricoltura Giovanni Bartoletti -, soprattutto per la serenità delle famiglie che tengono i loro bambini alla mensa. In un'epoca in cui siamo tristemente abituati alla contraffazione dei cibi e alla crescita della percentuale di obesità nei giovanissimi, è bene essere consapevoli che nelle mense scolastiche viterbesi si mangiano cibi sani, di cui conosciamo la provenienza , organizzato in un regime dietetico salutare. Sono molti i vantaggi, poi, che scaturiscono dall'applicazione di questa normativa. Trattandosi di produzione locale, gli spostamenti per il trasferimento dei prodotti al punto di cottura o consumo sono minimi. Il che significa un ridotto inquinamento ambientale dovuto all'altrettanto ridotto chilometraggio dei mezzi che trasportano la merce; una filiera corta, con conseguente riduzione di costi e, non ultimo, la tutela e il coinvolgimento delle aziende del nostro territorio”.
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