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ROMA / 28-09-2010

SAKINEH CONDANNATA ALL'IMPICCAGIONE / a nulla sono valsi gli appelli provenienti dal mondo occidentale e dall’Italia








Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna iraniana accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito, sarà giustiziata con impiccagione. Ad annunciarlo il  procuratore generale dell’Iran, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, il quale afferma che la donna è stata condannata per il secondo dei due capi d’imputazione e pertanto la morte non avverrà più per lapidazione, punizione prevista dalla legge islamica.


Immediata la reazione della responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Patrizia Lusi: “La condanna a morte di Sakineh è solo l'emblema di un sistema giudiziario, quello iraniano, che parte da una discriminazione di fondo tra i generi. La comunità internazionale non può rimanere impassibile di fronte a processi sommari celebrati contro le persone di sesso femminile per le quali sono individuati dei reati specifici diversi da quelli attribuiti a quelle di sesso maschile. L'intervento della comunità internazionale deve essere rivolto nei confronti di tutti i paesi che applicano ancora la pena di morte e lo stesso presidente degli Stati Uniti d'America, che è stato insignito del premio Nobel della Pace, dovrebbe intervenire con forza per evitare tale violenza ai diritti umani”. 

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commentiCommenti
So già che attirerò su di me delle ire funeste ma, scusate, se io vivo in un determinato contesto, in una nazione che ha (se pur discutibili) determinate leggi, ed io ben so che se incorro in alcuni tipi di reato vado incontro a sanzioni che possono portare ad esecuzioni capitali, se rischio e mi metto in una posizione di essere giudicato e dichiarato colpevole, devo entrare nell´ordine di idee che volente o nolente devo pagare secondo le leggi del mio Paese. Con questo non vorrei essere frainteso, io sono CONTRO LA PENA DI MORTE ma, purtroppo compiendo determinate azioni, ripeto, si deve essere coscienti a cosa si può andare incontro.
commento inviato il 29/09/2010 alle 2:26 da lazzero  
Premetto che sono ferocemente contro la pena di morte sotto qualsiasi forma e in qualunque luogo, come ho già avuto modo di scrivere, però io spero che la signora Lusi si sia studiata tutti gli atti del processo prima di sentenziare sulle qualità di un dato sistema giudiziario dalla posizione che riveste. Compito del giudice è applicare la legge, può dimostrare la signra che il giudice Iraniano non lo abbia fatto, e che si sia lasciato guidare da pregiudizio E il giudice che condannò Teresa Lewis Ritengo ignobile, prima di tutto nei confronti di Sakineh, che un tema così importante e tragico venga di fatto manipolato e strumentalizzato con l´unico fine di far identificare nell´opinione pubblica l´Iran come il nuovo nemico: un Paese che avrà tutti i suoi limiti, ma non ha mai attaccato nessuno ed è sicuramente più democratico di quanto non fosse l´Iraq ai tempi delle strette di mano tra Cheney e Saddam. Smettiamola di essere pecore
commento inviato il 01/10/2010 alle 6:10 da Luigi  
Chi è contro la pena di morte,non può allo stesso tempo giustificarechi la esegue dicendo che se in quel paese vige tale condanna..bisogna stare attenti ai reati che si commettono.La vicenda non è così banale;nel caso di Sakine ad esempio,stiamo parlando di una presuntacolpevolezza che la vede implicata nell´omicidio del marito,senza prove certe,senza aver fatto le giuste indagini,quante volte innoccenti vengono condannati e rilasciati dopo annicon la pena di morte,si muore..e bastaE poi anche in un caso di colpevolezza,come può l´uomo uccidere un altro uomo,per insegnare che uccidere è sbagliatoDunque non è giusta la pena di morte,e i paesi che la applicano..non sanno cosa sia la giustizia o cosa siano i diritti umani
commento inviato il 05/10/2010 alle 2:41 da Giusi  





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