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ROMA / 07-10-2010

VINO, RACCONTI DI UN INTENDITORE / La capacita' di abbinare

E’ una splendida sera di primavera. Il desiderio di stare fuori casa è forte!!!






Decidiamo, dopo una lunga passeggiata in riva al mare, che non c’è modo migliore di concludere la serata pasteggiando con del buon pesce fresco e degustando un buon calice di vino.
Entriamo in un piccolo ristorante ma allo stesso tempo fine ed elegante, ci sediamo, ed ancora prima che possa aver realizzato di essere seduto, il cameriere si precipita verso il nostro tavolo.
“Cosa gradite da bere vino bianco o vino rosso?”...

Sommelier vinoNon riesco a contare quante volte ho udito questa domanda, ma ogni volta rimango allibito.
“Come potrei sapere cosa bere se non ho ancora deciso cosa mangiare?”
Il pensiero vola lontano, alla mia gioventù con amici a bere e mangiare qualsiasi cosa ci venisse voglia di ordinare. Mi viene da ridere per tutte quelle volte che ognuno di noi non lesinava complimenti alla serata. Sorrido, perché solo oggi capisco quante volte abbiamo sbagliato il giusto abbinamento.

Era divertente trascorrere le serate in allegria, ma ora che ci penso, durante la cena qualcosa non funzionava, continuavo a cenare. Mi mancava qualcosa che mi potesse permettere di intuire l’errore.
Mi rendevo conto che dopo aver appena assaporato un boccone di pappardelle con carciofo, pomodorini e peperoncino, e subito dopo un vino rosso invecchiato, il mio palato implorava aiuto, era sofferente, era stanco, non potevo, non volevo andare avanti, avevo bisogno di bere dell’acqua.
Era frustrante!!!

Volevo capire, volevo imparare, volevo scoprire!!!
Avevo bisogno di una conoscenza di base, se pur minima,  che mi facesse abbinare nel modo giusto il vino con il cibo.
Mi si aprì un vasto mondo dinnanzi, fatto di termini e considerazioni.
M’incamminai su quel percorso che mi portava a conoscere il mondo, prima di allora misterioso, del vino.

Conobbi la sua doppia faccia, la morbida e la dura, e non sapevo, che proprio l’analisi di questi elementi fosse la chiave di volta per il giusto abbinamento con il cibo.
Lo zucchero residuo, gli alcoli sviluppati durante la fermentazione…per la parte morbida.
I tannini, l’acidità, la sapidità…per la parte dura.
Dovetti anche considerare l’importanza e la necessità, che prima di allora non avevo, di valutare la composizione del piatto, ho dovuto soffermarmi con attenzione su ogni singolo ingrediente, profumo e sapore dell’intera preparazione.

Come potevo pretendere a quel tempo di abbinare correttamente il mio vino rosso?
Non potevo sapere che il tannino presente nel vino potesse accentuare le sensazioni amare, astringenti e tanniche del carciofo.
Ed altresì non potevo assolutamente immaginare che il vino rosso ricco di “antociani” potesse esaltare la piccantezza del peperoncino, e che ancora il tannino diminuendo la salivazione potesse accentuare la sensazione di bruciore.

Sorrido pensando a quei momenti lontani spensierati e pieni di gioia, perché alla fine di ogni evento la cosa che importa è divertirsi, ma sorrido ancora di più pensando al disastro enogastronomico che avevamo creato.
Torno alla realtà della mia serata, dove il cameriere aspetta ancora una risposta, e dopo aver deciso cosa ordinare, chiedo gentilmente “potrei avere la carta dei vini?...Grazie!!!”


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