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CIVITAVECCHIA / 22-10-2010

LETTERA ALLA REDAZIONE/ ''La privatizzazione della holding torni in consiglio comunale''. L'opposizione esorta il sindaco Moscherini





L’opposizione consiliare, alla luce del risultato dell’incontro tra OO.SS. ed Amministrazione Comunale che ha sancito la rottura tra Moscherini e sindacati, ritiene ormai improcrastinabile un chiarimento, soprattutto mirato ad informare più dettagliatamente i cittadini di Civitavecchia sulla questione della privatizzazione della “Holding Civitavecchia Servizi”.

Fondamentalmente, in ogni sua dichiarazione pubblica, il sindaco ha fornito un quadro non rispondente alla realtà.
Dalla lettura del vigente art. 23-bis del D.L. 112/2008, si rileva chiaramente che la cessione ai privati di una quota (nel nostro caso addirittura maggioritaria) delle società pubbliche rappresenta
solo una delle possibilità a disposizione degli Enti Locali per la gestione dei servizi pubblici (trasporti, rifiuti, ecc.), percorribile solo dopo un’accurata valutazione. È falso asserire che tale
cessione rappresenti un obbligo di legge.
Allo stesso modo, non esiste la scadenza del 31 dicembre 2010, indicata da Moscherini quale termine entro il quale procedere alla svendita del 60% della Holding ai privati. La scadenza è, semmai, il 31 dicembre 2011 e, come detto, non è un obbligo di legge, ma una possibilità.
Senza contare che, in ogni caso, la legge prevede la cessione di un minimo del 40%, proprio per consentire ai comuni di mantenere un controllo effettivo, attraverso la conservazione di una quota maggioritaria (fosse anche del 51%), sui servizi che in precedenza gestivano direttamente. È grave che il sindaco faccia propaganda attraverso una distorsione della verità ed è ancora più grave, che questi elementi, soprattutto la falsa scadenza del 31 dicembre 2010, siano stati artatamente insinuati nella delibera 71 del 2 agosto u.s.

Rimane da chiarire cosa abbia indotto il sindaco a creare la falsa emergenza portando prima in giunta e poi in consiglio la famosa delibera in soli 6 giorni (fine settimana compreso) tra la fine di luglio e i primi d’agosto, ma questa è cosa che sarà approfondita nelle sedi competenti. Ciò che risulta davvero rilevante è che non c’è alcuna fretta di procedere con la vendita ai privati. La pensa così persino il governo Berlusconi che, proprio mentre il sindaco si affannava a raccattare quattordici voti in consiglio comunale per svendere la Holding, predisponeva il regolamento per la gestione dei servizi pubblici locali. Il 12 ottobre il Regolamento (DPR 168/2010) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e indica il percorso, questo sì obbligatorio, per i comuni nella scelta della forma di gestione dei servizi. Quindi perseverare sulla strada indicata dal sindaco con la delibera 71, lungi dal rappresentare un obbligo di legge, collocherebbe il comune di Civitavecchia automaticamente fuori legge (ma anche
questa non sarebbe una novità).
Nel consiglio del 2 agosto abbiamo ritenuto inaccettabile che attraverso una delibera “balneare”, senza alcuna condivisione con la cittadinanza e con le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori interessati, si prendesse una decisione così importante, come quella che riguarda la gestione di servizi che influiscono sulla vita quotidiana della collettività.
Oggi ne siamo ancora più convinti.
Per questo già il 5 ottobre scorso abbiamo presentato una richiesta (che non avevamo reso nota proprio con l’auspicio, aleatorio, che dal confronto con i sindacati Moscherini potesse capire da solo i suoi errori) di convocazione di Consiglio Comunale con all’ordine del giorno il necessario approfondimento sulla gestione dei servizi pubblici locali e la decisione di revocare la delibera 71 per avviare un percorso condiviso con la cittadinanza e i lavoratori del settore, secondo i tempi e i modi indicati nel nuovo Regolamento.
È chiaro che oggi lo scenario delineatosi ci impone di dare il nostro contributo per tentare di trovare una soluzione che sia la migliore per Civitavecchia.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario che la città sia informata e coinvolta nella scelta e, nell’immediato, che tutti i consiglieri comunali si assumano le proprie responsabilità votando la
revoca della delibera 71.

I consiglieri di opposizione


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