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VITERBO / 22-10-2010
PREVENZIONE DELLA PSICOSI GIOVANILE/ Nasce progetto innovativo che aiuta a prevenire precocemente questo fenomeno sociale
Ne fanno parte tutte le strutture territoriali che si interfacciano con i disturbi psicopatologici dell’adolescenza
Si è svolta venerdì 22 ottobre, presso la Cittadella della salute a Viterbo, un‘importante riunione di formazione, di collegamento e di coordinamento del Consorzio di intervento integrato per la prevenzione delle psicosi.
Si tratta di un progetto innovativo e all’avanguardia, a livello nazionale, che intende fornire degli strumenti concreti e predisporre delle procedure per tutte le strutture che ne fanno parte, al fine di prevenire e di intervenire precocemente su un fenomeno sociale rilevante, come quello della psicosi giovanile.
All’incontro di questa mattina hanno partecipato, tra gli altri, Alberto Trisolini, direttore del Dipartimento di salute mentale della Ausl di Viterbo, il professor Paolo Girardi dell’università La Sapienza II scuola di specializzazione e il professor Paolo Fiori Nastro del dottorato di ricerca in “Psichiatria: intervento precoce nelle psicosi” dell’università La Sapienza. Sono, infatti, questi tre enti ad aver promosso e coordinato il Consorzio.
Le strutture che hanno aderito all’iniziativa sono quelle che si interfacciano con i disturbi psicopatologici dell’adolescenza e della giovane età adulta. Nello specifico, alla riunione hanno partecipato i rappresentanti dell’Associazione dei familiari della provincia di Viterbo, della Consulta provinciale per la salute mentale, del Dipartimento Nesmos della Sapienza, dell’Ordine dei medici della provincia di Viterbo, del Provveditorato agli studi della provincia di Viterbo, della Casa di cura Villa Rosa, delle unità operative viterbesi di Psicologia clinica, Dsm, Neuropsichiatria infantile e Servizio per le Tossicodipendenze. Strategica, infine, è l’adesione al Consorzio fatta registrare dall’Università della Tuscia.
“Questo ambizioso progetto – spiega Alberto Trisolini - nasce dall’esigenza di rendere concretamente applicabili le evidenze scientifiche sull’argomento e dalla volontà di mettere in atto, a livello territoriale, quelle che sono le indicazioni contenute dalle linee guida dell’Istituto superiore della sanità. Ormai, da più di un decennio, anche in ambito psichiatrico l’attenzione si è spostata dalla gestione dei quadri clinici conclamati e cronicizzati (prevenzione terziaria e secondaria) alla presa in carico dei pazienti al loro esordio psicopatologico”.
Il 75% dei disturbi mentali, infatti, esordisce nei giovani tra i 15 ed i 25 anni e ad oggi esiste un significativo ritardo nella presa in carico dei disturbi psicopatologici al loro esordio che rappresenta di per sé un fattore di prognosi negativo.
“Questi dati – prosegue Trisolini - spingono a sottolineare che è di fondamentale importanza impostare tanto la ricerca quanto la pratica clinica proprio sulla specifica fascia di età che va dai 14 ai 25 anni, al fine di ridurre il periodo che intercorre tra l’esordio e la presa in carico e di individuare, e possibilmente rimuovere, i principali fattori di rischio per i disturbi mentali. Pertanto le tematiche della prevenzione, dell’individuazione e dell’intervento precoce nelle psicosi devono ora trovare la loro concreta applicazione nell’ambito dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi. Desidero, infine, ringraziare la direzione strategica aziendale per aver permesso la realizzazione di questo progetto e per aver dimostrato un’enorme sensibilità nei confronti di una patologia che affligge un numero considerevole di giovani”.
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