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ROMA / 04-11-2010
VINO, RACCONTI DI UN INTENDITORE / La vite…un’opera meravigliosa
Sogno di nuotare all’interno di un’enorme vasca di cemento colma di uva appena raccolta e pigiata alla vecchia maniera...
Tanta!!! Nera!!! Dal profumo intenso ed inconfondibile di mosto. Nuoto da un lato all’altro della vasca. E’ tutto un rigoglio di bollicine!!!
Mi sveglio ed ho l’impressione di sentire ancora sulle mie labbra il sapore dell’uva. Da ragazzo, cercavo di immaginare come poteva essere la vendemmia negli altri paesi del mondo ed era divertente lasciare libera l’immaginazione e pensare ad altri giovani che come me vivevano le stesse emozioni.
Un pensiero accompagnava sempre i miei momenti durante le vendemmie nel corso degli anni. Ero convinto che esistessero solo due qualità di uva simili tra loro in tutto il territorio, e che si potesse ottenere solo due tipologie di vino, bianco e rosso, con le stesse caratteristiche. In poche parole pensavo che il vino fosse tutto uguale.
Oh…beata gioventù!!! Oh…beata ignoranza!!!
Non immaginavo neppure quanto potesse essere vasto il mondo del vino… La vendemmia era solo un momento di gioco divertente e spensierato da trascorre con i miei coetanei. Solo più tardi scoprii l’esistenza di diverse tipologie di vitigni, un’infinità di nomi difficili da ricordare. Scoprii che le diverse tecniche di vinificazione potessero dare divirsi tipi di vino.
Feci un’ulteriore scoperta, che mi rendeva estremamente curioso ed interessato…tanto da indurmi in futuro a viaggiare per scoprirne la verità. Credo la più grande e meritevole di interesse. “Ogni vite poteva dare alla luce un vino diverso dall’altro solamente in relazione al proprio territorio, appezzamento o fazzoletto di terra dove sarebbe cresciuta.” Meraviglioso!!!
Di volta in volta, di paese in paese, da vignaiolo a vignaiolo, da bicchiere a bicchiere, iniziò un viaggio con il solo obiettivo di scoprire le singole differenze. Affascinante!!!
Da quel momento in poi capii che nulla era scontato, ogni degustazione andava affrontata con assoluta attenzione e separata da ogni altra precedente o futura. Voglio fare un paragone e dire, ogni essere umano che nasce in un determinato posto affonda le radici nella propria cultura, ed ogni essere umano che noi incontriamo porta con se tutto il suo vissuto che lo rende unico. Così come l’essere umano anche la vite affonda le sue radici nelle profondità del terreno fino a cercare ciò che serve per sostenersi. La vite fa un’opera meravigliosa, trasferisce le caratteristiche dal terreno al vino e ne forma una propria identità.
Chi avrebbe pensato che il terreno sabbioso avrebbe dato alla luce vini delicati e fini, o che i terreni argillosi avrebbero prodotto vini capaci di avere una lunga vita e che addirittura i terreni ciottolosi, poco fertili, obbligano la vite ad affondare le radici più che negl’altri terreni e quindi dare vini ricchi di estratti minerali e di elevata qualità ed infine che i terreni calcarei avrebbero generato vini ricchi di alcol e profumi?!
E se aggiungiamo che la differenza la fa anche la posizione dello stesso terreno, c’è da impazzire!!! Pianura o collina?!
Non potevo immaginare che anche in questo ci fosse una notevole differenza. La vite da uve di migliore qualità in collina piuttosto che in pianura. Mi gira la testa senza aver bevuto alcunchè. Se penso che ogni terreno ha una propria struttura, ha una propria caratteristica geologica e che le differenze si possono trovare in distanze brevi tra loro, posso anche pensare che non potrò mai annoiarmi dalla quantità di vini che potrò degustare.
Il viaggio continua ancora tra valli e colline alla ricerca di forti emozioni.
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