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ROMA / 11-01-2011
ALIMENTI SALUTE, INQUINAMENTO DIOSSINA / Carne di maiale alla diossina dalla Germania, Italia grande importatore
Inquinamento alimenti diossina, ultime notizie Italia - L’Italia è un forte importatore di carne di maiale dalla Germania soprattutto destinata alla produzione di prosciutti (circa 13 milioni di pezzi all’anno) per un totale di 220 milioni di chili nei primi nove mesi del 2010 con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa agli alti tassi di contaminazione da diossina sono stati rilevati per la prima volta nella carne di maiale in Germania, secondo il portavoce del ministero dell'Agricoltura della Bassa Sassonia la regione tedesca piu' colpita dallo scandalo.
Per assicurarsi l’acquisto di prosciutti ottenuti da maiali italiani il consiglio è di rivolgersi direttamente agli allevatori o di scegliere prosciutti a Denominazione di Origine Protetta che sono riconosciuti dall'Unione Europea e individuabili dal marchio comunitario (DOP) o da quello del Consorzio di Tutela come i Prosciutti di Parma, San Daniele, Modena, Berico-Euganeo, Carpegna e Toscano. Una precauzione fino a quando non verrà approvata definitivamente la legge sull’etichettatura d’origine annunciata per i prossimi giorni alla Commissione Agricoltura della Camera dopo il via libera alla deliberante concesso da tutti i gruppi parlamentari.
“Oggi più che mai la nostra legge nazionale rappresenterebbe un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby e far vincere la gente, quando è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “questa nuova emergenza cozza clamorosamente con la inerzia comunitaria, riaffermata ancora pochi giorni fa con la contrarietà (esclusa Italia e pochi altri paesi) a una etichetta obbligatoria europea con l’origine degli alimenti in quanto, bontà loro, sarebbe lesiva della libera concorrenza”.
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