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MESSINA / 11-02-2011
ARTE E CULTURA / Vernissage di Arena e Lanza
È stata inaugurata in una nota libreria messinese una mostra pittorica degli artisti Vittoria Arena e Paolo Lanza.
Al numeroso pubblico ivi accorso è stata offerta la visione delle loro opere inedite, il cui giudizio di apprezzamento è stato unanimemente condiviso. Fra i relatori si è registrato l’intervento dell’On. Giovanni Ardizzone, il quale ha sottolineato i nuovi fermenti culturali in città, che hanno bisogno di essere sostenuti dalle istituzioni. Esistono artisti operanti in solitudine, dalle grandi doti e potenzialità, ma impossibilitati ad emergere nel contesto locale. L’azione degli enti pubblici non deve creare difficoltà nell’imprenditoria culturale, perché si genererebbero delle realtà aride ed abuliche con conseguenti povertà nella sfera economica e sociale.
Lo storico Arch. Nino Principato, analizzando dapprima le opere di Vittoria Arena, ha rilevato il passaggio dalla pittura concettuale e quella informale. La costruzione di meandri orbitali rappresenta l’intento di dipingere le cose per come sono pensate e non per come sono viste. Il contenuto rappresenta la forza e l’energia al di fuori di ogni rigido schematismo e gli orbitali, figure di azione e di gesto rappresentano senza dubbio una novità nella storia dell’arte. Passando in seguito a Paolo Lanza, un maestro di icone, nonostante negli ultimi tempi sia passato alla pittura informale, ha notato che vuole tramandare il messaggio cristiano, poiché esse ritraggono la fonte di luce, che nell’immaginario paleocristiano simboleggia Dio.
Egli non dipinge, ma scrive il messaggio divino attraverso tecniche tendenti a fondere il reale con il sublime. Tentando la pittura informale, egli talvolta dissacra la descrizione pittorica in un «action painting», impostata sulla casualità attraverso cromatismi incanalati in una direzione gestuale che sfocia in emozioni. Il suo è un espressionismo astratto ed essenziale con un’affabulazione dell’immagine e del colore, che vuole invitare l’osservatore ad inoltrarsi in un mondo soave, sicuro rifugio dai tumulti dell’odierna realtà.
Foti Rodrigo
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