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ROMA / 26-02-2011
SALUTE, PREVENZIONE INFARTO, ASCOLTA IL BATTITO / Campagna malattie cardiovascolari: prevenire l'infarto
ASCOLTA IL BATTITO, Campagna Malattie cardiovascolari: prevenire l'infarto si può. Ultime notizie - Roma - Ogni anno, in Italia, più di 1000 giovani apparentemente sani, di età inferiore ai 35 anni, muore di morte cardiaca improvvisa, evento che colpisce anche le donne: otto ogni 100 mila abitanti e di età compresa tra 30 ed i 45 anni, in cui il rischio cardiovascolare è molto spesso sottostimato. Si tratta di evento tragico, devastante dal punto di vista familiare e sociale: ma si puo’ prevenire. Ed a farsi promotore di una specifica campagna ‘Ascolta il battito. Un elettrocardiamma puo’ salvare la vita’ dal 7 al 13 marzo prossimo e’ la Societa’ Italiana di Cardiologia (Sic) e la Fondazione Italiana Cuore e Circolazione-Onlus, presieduta dal cardiologo Francesco Fedele (foto), Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie, Università di Roma ‘Sapienza’ nonche’ Direttore della I Scuola di Specializzazione in Cardiologia e Coordinatore della Scuola di Specializzazione in Malattie Cardiovascolari.
La campagna di prevenzione ed informazione sulla morte cardiaca improvvisa ha un obiettivo preciso: uno ‘screening cardiovascolare’ ai ragazzi tra i 16 ed i 18 anni nelle scuole secondarie di II grado. “Gli studi patologici condotti nell’ultimo ventennio hanno dimostrato che il fenomeno interessa soggetti con malattie cardiovascolari occulte e che lo sforzo o l’emozione triplicano il rischio. Esistono, infatti, cardiopatie perfettamente compatibili con prestazioni meccaniche di cuore anche di livello elevato, che – spiega Fedele - mostrano una vulnerabilità elettrica a rischio di fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco. Si tratta di difetti congeniti (anomalie delle arterie coronarie o del tessuto di conduzione) o malattie genetiche (cardiomiopatie) che possono essere facilmente identificate mediante screening elettrocardiografico”.
Un’iniziativa questa che non riguarda solo i ragazzi, ma anche le donne. “La donna è protetta in età giovanile dal rischio aterosclerotico per il suo assetto ormonale. Il fumo però, sempre più diffuso fra le donne: è un fattore di accelerazione dell’aterosclerosi, con insorgenza prematura di patologia coronarica ostruttiva – avverte Fedele - sotto forma di infarto miocardico e morte improvvisa. Esistono poi specifiche patologie nelle donne giovani. Fra queste il prolasso della mitrale, caratterizzato da una deformazione dei lembi valvolari, accompagnato da soffio cardiaco e aritmie, talora minacciose per la vita”.
Lo screening cardiovascolare prevede l’impiego di un esame strumentale quale l’elettrocardiogramma che ha dato risultati eccezionali, ad esempio, nella visita per l’idoneità sportiva. L’elettrocardiogramma è obbligatorio per legge in Italia dal 1982 ed ha portato a una diminuzione del 90% dei casi di morte improvvisa fra gli atleti nella Regione Veneto, a dimostrazione della sua straordinaria efficacia.
“Ma molti giovani praticano attività sportiva non agonistica, per la quale è previsto il certificato medico solo di “sana e robusta costituzione”, con visita medica senza l’impiego di esami strumentali. In questo modo molte cardiopatie occulte – aggiunge Fedele - non vengono svelate e anche lo sport ludico può rivelarsi minaccioso per la vita. D’altro canto, parecchie malattie cardiovascolari silenti possono portare ad arresto cardiaco anche in assenza di sforzo o emozioni, per cui anche soggetti giovani, con vita sedentaria, sono esposti al rischio se la loro malattia non viene smascherata”.
L’abolizione della visita obbligatoria di leva, un tempo un fondamentale momento di screening nei giovani maschi, ha tolto questa possibilità senza sostituirla con altre. Adesso la Società Italiana di Cardiologia (Sic) e la Fondazione Italiana Cuore e Circolazione – Onlus, lanciano una campagna di screening cardiovascolare in tutti i giovani di età fra i 16 e 18 anni delle Scuole secondarie di II grado, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, per “l’identificazione dei soggetti a rischio e la conseguente messa in atto di misure preventive, quale riduzione dell’attività sportiva intensa o la conversione in sport meno impegnativi, nonché – precisa Fedele - l’adozione di approfondimenti diagnostici e terapie farmacologiche salvavita”.
Ed ecco le fasi del progetto:
1.Elaborazione di un protocollo di screening cardiologico: storia famigliare e personale, esame obiettivo (auscultazione, pressione) ed elettrocardiogramma a 12 derivazioni per tutti i soggetti giovani dell’ultimo anno delle Scuole secondarie di II grado (età 17-19 anni), da effettuare a Scuola, con trasmissione telematica del tracciato a macroaree regionali, che fungono da centri di lettura;
2.Identificare i soggetti a rischio e confermare la diagnosi con esami strumentali cardiovascolari di II livello, da effettuare presso Centri Cardiologici Universitari, Ospedalieri o della Cardiologia Ambulatoriale del Territorio, nonché presso le Cardiologie dei Centri di Medicina dello Sport;
3.Approfondimento con test genetici nei casi di sospetta malattia eredo-famigliare;
4.Corsi di Formazione di Rianimazione Cardio-Polmonare di base ed uso del Defibrillatore semiAutomatico Esterno (DAE) nelle scuole, per gli studenti ed i professori.
Il progetto mira, conclude Fedele, a:
a) Identificare i soggetti affetti da cardiopatie occulte con scelte conseguenti di stile di vita e misure terapeutiche antiaritmiche mirate, al fine di prevenire la morte improvvisa;
b) Rassicurare i soggetti sani (e i loro genitori) allo svolgimento di un’attività sportiva, competitiva o ludica, senza rischio;
c) In caso di malattie genetiche ereditarie (cardiomiopatie ipertrofiche e aritmogena, compattazione ventricolare, malattie dei canali ionici – sindrome di Brugada, QT-lungo, cardiomiopatia catecolaminergica), scoprire il difetto genetico e sottoporre anche i parenti di primo grado al protocollo di visita e allo screening genetico, affinché la protezione terapeutica e la prevenzione siano estese anche ai famigliari e abbraccino pertanto una più vasta popolazione, nonché rassicurare i soggetti non portatori del gene malattia. Infatti, il 30-40% delle morti improvvise giovanili è dovuto a malattie geneticamente trasmissibili, con soggetti a rischio tra i famigliari (genitori, fratelli, figli);
d) Istruire i giovani ed i professori all’uso del Defibrillatore semiAutomatico Esterno (DAE) da collocarsi nelle scuole, per far fronte ai potenziali casi di arresto cardiaco e ridurre il numero delle morti cardiache improvvise.
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