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ROMA / 25-02-2011

FOTOVOLTAICO CONDANNATO A MORTE PER DECRETO? / in CDM le norme che bloccano le rinnovabili







FOTOVOLTAICO CONDANNATO A MORTE PER DECRETO? In CDM le norme che bloccano le rinnovabili.
Ultime notizie  - Roma -
Un vero e proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania. È questa la prospettiva che annienterà il settore fotovoltaico, contenuta nelle bozze di decreto sulle rinnovabili che potrebbe venire approvato la prossima settimana in Consiglio dei Ministri. A farne immediatamente le spese saranno circa 120.000 lavoratori impiegati direttamente e indirettamente nel fotovoltaico, e 160 mila famiglie italiane che non potranno diventare indipendenti sul piano energetico.

A lanciare l’allarme è Asso Energie Future, associazione dei produttori delle rinnovabili che raccoglie gli imprenditori che lavorano esclusivamente in questo campo. "Il tetto incentivabile massimo di 8000 MW totali per il fotovoltaico standard, non un MW in più, trasmette l'idea sbagliata sulle rinnovabili: una malattia da limitare più che una opportunità da sfruttare al meglio", dice Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future.

Se confermate, le disposizioni contenute nella bozza di decreto che il Governo conta di approvare entro la prossima settimana sono un vero e proprio colpo d’accetta sugli incentivi, oltre a prevedere le assegnazioni degli appalti con le aste al ribasso che riducono la tutela contro il malaffare. Nel decreto che andrà alla discussione del pre-Consiglio dei Ministri di martedì prossimo viene ribadito, inoltre, il coefficiente a 0,70 per la formula del prezzo di ritiro dei Certificati Verdi dal GSE per gli impianti esistenti; restano le aste a partire dai 5 MW per i nuovi impianti; resta, con tutta probabilità, il divieto di fotovoltaico a terra in terreno agricolo per impianti superiori a 1 MW, fatti salvi gli impianti già autorizzati entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo (e non a decorrere dall’entrata in vigore, come nella prima versione del decreto andata al vaglio delle Commissioni parlamentari); restano invariati rispetto alla normativa vigente che disciplina la qualifica IAFR i rifacimenti totali e parziali. L’unica modifica positiva portata alla prima stesura del decreto sembra essere quella che cambia il rapporto capacità/superficie, portandolo a 100 KW/ha per gli impianti FV sotto 1 MW a terra in terreno agricolo (era 200, è indispensabile arrivare almeno a 50).

In queste condizioni – continua Sapienza - un'industria nascente è condannata a morte prima ancora di essere diventata pienamente adulta. Se nell’arco di pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo quello degli anni Ottanta”.

"Siamo sbigottiti, è incomprensibile – afferma il presidente di Asso Energie Future-. Non è abbastanza promuovere l'ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire l'opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le rinnovabili? Prima l'eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo?".

“Non possiamo non porci queste domande in ore cosi gravi che preludono alla fine di una  esperienza positiva, nel quadro di una delle crisi più gravi dell'ultimo secolo- conclude Massimo Sapienza- Non possiamo non invitare le istituzioni a fare quanto in loro potere per evitare che un simile errore ricada sulle spalle di tutti i cittadini".


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