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ROMA / 28-02-2011

STALKING/ Settimana della prevenzione e proposte per il futuro dell'Osservatorio Nazionale



E’ tempo di dati: si è conclusa la prima settimana dedicata alla prevenzione sullo Stalking organizzata dall’O.N.S (Osservatorio Nazionale Stalking) in collaborazione con il sindacato di polizia COISP che ha previsto convegni in tutta Italia con la finalità di sensibilizzare verso il fenomeno e informare riguardo alle nuove iniziative e proposte dell’associazione per il 2011. Sono stati organizzati incontri nelle scuole di Varese, Roma, Vibo Valentia, Cagliari, all’aeroporto di Malpensa (Stalking sul posto di lavoro) e seminari inseriti nel progetto Pronto Soccorso Stalking con tematiche che hanno spaziato dallo Staking di coppia alla formazione degli operatori socio-sanitari e incontri con le forze dell’ordine.

La prima settimana di prevenzione nazionale sullo Stalking (21 al 26 febbraio 2011) è stata realizzata dai volontari esperti delle sedi dell’Osservatorio Nazionale sullo Stalking e ha previsto attività di promozione, informazione, aggiornamento e sensibilizzazione che hanno portato a risultati interessanti: sono state aggiornate circa 200 persone tra psicologi, avvocati, medici, appartenenti alla forze dell’ordine, professori e genitori e 400 adulti non addetti ai lavori. Sono stati sensibilizzati 800 studenti delle scuole medie e superiori nelle quali sono anche emersi 14 casi di Stalking presi in carico dai volontari dell’O.N.S, e sono state ricevute più di 300 e-mail e contatti via Skype.

Dato fondamentale di questa settimana è anche la massiccia partecipazione e richiesta di aiuto ai convegni e seminari di molte presunte vittime e presunti autori: sono stati 45 i colloqui offerti alle presunte vittime, 5 le consulenze dedicate ai presunti autori, 3 colloqui di coppia e uno famigliare.
Tra le iniziative dell’O.N.S. per il 2011 vi è la proposta di un disegno di legge per la violenza psicologica (gashlighting) e il rinnovato sostegno alle presunte vittime e autori di atti persecutori con l’apertura di ulteriori sportelli nelle regioni ove non è ancora presente una sede. E’ importante ricordare a tutte le vittime che possono rivolgersi agli sportelli già attivi sul territorio nazionale (Milano, Varese, Genova, Pescara, Roma, Vibo Valentia, Cagliari) per ricevere consulenza psicologica e legale gratuita e per una valutazione personalizzata dei casi.

Per ulteriori informazioni contattare il dott. Massimo Lattanzi, coordinatore dell’O.N.S all’indirizzo e-mail [email protected] o telefonare al numero nazionale: 0644246573.



COS’E’ LO STALKING?

Lo Stalking è una manifestazione violenta essenzialmente psicologica e trasversale che può interessare tutte le relazioni interpersonali; si manifesta come un insieme di molestie essenzialmente psicologiche che si esplica con comportamenti persecutori, atteggiamenti minacciosi e di controllo nei confronti di una o più persone. Tali agiti generano nella vittima paura, ansia e preoccupazione, ne violano la privacy e può rappresentare un pericolo per l’incolumità personale. Lo stalking comprende vasto campionario psico comportamentale che identifica intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone. Tali intrusioni incutono paura e procurano esiti psicologici e relazionali gravi. Può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione (O.N.S. 2002).  Il campionario psico comportamentale dello stalker può spaziare dall’invio di sms, e-mail, fiori e regali non graditi; continue telefonate, appostamenti, pedinamenti, danneggiamenti e molto altro. Le dinamiche dello Stalking sono assolutamente peculiari, non possono essere accomunate ad altre manifestazioni violente. Spesso è lo Stalking ad essere la matrice di molte espressioni della violenza (Lattanzi, 2003).

CHI E’ IL PERSECUTORE (PRESUNTO AUTORE DI STALKING)?

Lo stalker non è sempre un soggetto malato: secondo gli studi dell’O.N.S., solo il 10% degli stalker soffre di una psicopatologia grave, con perdita del contatto con la realtà, mentre circa nell’80% dei casi sono soggetti ben inseriti nella società. Il confine IO – TU non è rispettato, è spesso espressione di un modello operativo interno “programmato” nelle primissime relazioni che definisce, a vari livelli, tutte le relazioni interpersonali del presunto autore. Nelle varie espressioni persecutorie, il presunto stalker, abitualmente, mantiene un buon contatto con la realtà, ne rasenta il confine, è spesso un “inconsapevole” manipolatore, che idealizza e sminuisce l’altra persona anche a distanza di pochi minuti. Il presunto autore può presentarsi come un grande introverso, manifestare comportamenti tipici della personalità schizoide fino a mostrare ostentazioni molto estroverse tipiche della personalità antisociale, con intervalli ossessivi, paranoici, ipocondriaci, borderline, istrionici e narcisistici, che sono magistralmente “avvicendati”; una personalità poliedrica, molto simile all’organizzazione di personalità borderline definita da Kernberg. Il ciclo dello stalking, composto di quattro fasi, descrive il presunto stalker come un camaleonte psico affettivo, difficile da inquadrare nelle attuali categorie psicologiche, sia per le presunte vittime, che per gli operatori, i consulenti e periti! (a cura di Massimo Lattanzi, Centro Presunti Autori).
Lo stalker non è in grado di elaborare ed accettare l’abbandono: alcune persone, senza distinzioni di sesso, età, cultura e status sociale – infatti – per innumervoli variabili di tipo bio socio psicologico hanno strutturato una particolare sensibilità prima che nelle risposte psico comportamentali, socialmente inaccettabili, nelle attività dei circuiti sottocorticali coinvolti nel distacco.

Organizzano e manifestano – nelle relazioni interpersonali connotate da un “importante” coinvolgimento ed investimento affettivo – uno stile di attacamento di tipo insicuro, spesso evitante o ambivalente, raramente disorganizzato. Queste persone, nelle primissime relazioni e distacchi reali o immaginari, comunque “vissuti”, strutturano una sorta di “memoria” neurale che potrebbe essere associata ad un incremento di attività nei circuiti dopaminerigici sottocorticali coinvolti nella ricompensa, assieme ad un decremento di attività sertotoninergica. Quando “sentono di perdere” o perdono realmente una persona importante, si attiverebbero in modo “immediato” i circuiti su menzionati come se vivessero la perdita come una perdita di una parte di loro, di momenti importanti che loro avrebbero organizzato e che altrimenti non si sarebbero potuti vivere! Queste attività comportano un impegno ed un dispendio di energie che è ricompensato con il distacco o il rifiuto. Si attiverebbero fenomeni biopsicologici associati al rifiuto, come la “reazione di protesta”, la “frustrazione-attrazione”, la “rabbia da abbandono” e il “controllo del partner”, che si manifestano con la tipica organizzazione di personalità borderline del presunto stalker (Lattanzi, 2007).

Le persone che agiscono gli atti persecutori, in qualche modo, non possono fare a meno di riempire di attenzioni e coccole le persone oggetto del loro interesse, con sorprese, regali, organizzazione di serate, scelta di regali, contatti telefonici, invio di sms e mail, anche in tempi non sospetti, occupano, in modo più o meno consapevole buona parte le ventiquattro ore, come se avessero acquisito e con il tempo consolidato un insieme di condotte psico  comportamentali istintive ogni volta che strutturano una relazione “importante” e che non possono rischiare di perdere. (Lattanzi, 2009)
Tali condotte subiscono una brusca accellerazione in termini di frequenza ed intensità  quando sentono, vivono, o solo immaginano che la persona oggetto di interesse stia per distaccarsi da loro o comunque si stia attenuando la profondità dell’interesse. Come se avessero una sorta di “interesserometro”, quando l’indicatore arriva al livello di guardia, le condotte di controllo travestite da coccole ed attenzioni si intensificano sino a quando l’indicatore supererarà di molto il livello di emergenza. Le persone oggetto di interesse sono l’estensione e spesso la loro stessa vita, nel momento del distacco, è come se, le attività utili a garantire le gratificazioni esistenziali e ad evitare il contatto con il senso di vuoto ed abbandono, non più attivabili, lasciano spazio a pensieri ed emozioni ingestibili. Gli stalker, in questa fase, istintivamente non possono fare a meno di attivare soluzioni “creative” che uniscano la possibilità di mantenere comunque un contatto con la persona oggetto di interesse ed evitare il contatto dolorosissimo con il senso di vuoto e abbandono. Gli atti persecutori, quindi rappresentano, un connubio perfetto per sedare le ansie e per continuare a controllare/contattare la persona oggetto di interesse. (Lattanzi, 2009)

E’ stato possibile identificare nell’80% del campione delle persone che agiscono comportamenti molesti e violenti il Colpo d’Abbandono Improvviso, C. A. I. (Lattanzi, 2007). E’, come se, da quell’istante, che cambierà per sempre la loro esistenza, prendessero coscienza da una frase, un gesto o da una semplice sensazione che stanno per essere lasciate o abbandonate, comunque che stanno perdendo il “controllo” della relazione. Lo descrivono come uno tsunami emotivo affettivo, che cancellerà la loro “precedente” vita. Da quel preciso momento, i valori, gli obiettivi e gli affetti precedenti, non esistono più. Non possono fare a meno di agire una raccolta di comportamenti predominanti, predisposti a manifestarsi in tutta la loro forza e autorità. Come se questi atteggiamenti fossero stati appresi nelle primissime relazioni e forse in maniera inconsapevole affinati, una sorta di borsa del pronto soccorso relazionale nelle circostanze  “avverse” (Lattanzi, 2007). Le motivazioni si modificano, si incrociano e si autoalimentano nel tempo. Si parte, dal bisogno di verificare l’ipotesi della separazione/abbandono, per passare poi a comprovare il loro infinito amore e persuadere l’altra persona ad abbandonare l’ingiusta scelta, fino alla condivisione/proiezione delle emozioni negative (Lattanzi, 2007). Non bisogna dimenticare che lo stalker è un abile manipolatore; per spiegare questo concetto è necessario riferirsi alla definizione seguente: il gaslighting è un insieme di comportamenti subdoli agiti  dal manipolatore (gaslighter) nei confronti di una persona, per confonderla, farla sentire in colpa, farle perdere la fiducia in se stessa, farla sentire sbagliata, renderla dipendente, fino a farla dubitare della sua sanità mentale. Il contesto può essere quello di coppia, familiare, amicale e lavorativo (Lattanzi, 2007). Lo stalking può colpire chiunque: la prima arma per combatterlo è la prevenzione e un percorso psicologico sullo stalker; nessuna legge potrà mai “risolvere” il problema se non partendo da questo presupposto fondamentale.


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