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BOLOGNA / 08-03-2011

CIBO E SALUTE / Come combattere l'invecchiamento a tavola

Da una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano emerge che le donne italiane assumono meno antiossidanti degli uomini. Anche i fumatori seguono mediamente una dieta carente. I consigli degli esperti su cosa e come mangiare


Alimentazione e salute, ultime notizie Roma- La guerra all’invecchiamento parte dalla tavola, da cosa si mangia, ma sorprendentemente non sono le donne le più attente all’alimentazione bensì gli uomini, che assumono mediamente più antiossidanti, come emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano.

Gli esperti dell’Osservatorio hanno analizzato le abitudini alimentari di un campione di circa 4000 persone di età superiore ai 40 anni e hanno scoperto che sono gli uomini a introdurre più antiossidanti, agenti che potenziano i nostri meccanismi di difesa contro i dannosi radicali liberi. Gli uomini infatti introducono in media più acido ascorbico, carotenoidi, licopene, retinolo, tocoferolo e zinco, rispetto alle donne di pari età; ma anche così quasi un terzo di loro risulta comunque “scoperto” rispetto agli apporti di antiossidanti raccomandati.

L’invecchiamento precoce della pelle è uno dei segnali più conosciuti e visibili dello stress ossidativo causato dai radicali liberi, molecole prodotte naturalmente dal corpo umano, che sono a loro volta causa di molte patologie. L’organismo di una persona sana è attrezzato per fare fronte allo stress ossidativo difendendosi con un proprio sistema chiamato sistema antiossidante, composto, tra le altre, da sostanze quali la vitamina E, la vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ed altre ancora, che normalmente vengono introdotte con l’alimentazione, e ci permettono, se assunte in sufficiente quantità, di neutralizzare l’ eccesso di radicali liberi che aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi.

“Avere un’alimentazione equilibrata e ricca di antiossidanti - spiega la dott.ssa Michela Barichella, responsabile della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano e presidente dell’Associazione italiana di Dietetica (ADI) Lombardia - aiuta a combattere l’invecchiamento precoce delle cellule, non solo quelle cutanee, che possono creare dei problemi estetici, ma anche quelle nervose, responsabili di vere e proprie patologie, anche importanti, come le malattie neurodegenerative”.

“La cosa interessante emersa dallo studio dell’OGP – sottolinea Barichella - è che i fumatori, che producono una quantità maggiore di radicali liberi e avrebbero quindi bisogno di potenziare il proprio sistema di difesa, introducono invece quantità più basse di sostanze antiossidanti rispetto ai non fumatori “.

Il consiglio è dunque quello di rivedere le proprie abitudini alimentari, non solo introducendo  alimenti che esercitano un'azione protettiva nei confronti dei radicali liberi, come frutta e verdura, ma anche andando a modificare comportamenti scorretti che possono aumentarne l'attività, come il seguire una dieta troppo ricca di grassi animali o di ferro. Gli alimenti più “dannosi” in assoluto sono quelli ricchi di lipidi ed in particolare di acidi grassi polinsaturi (pesci “grassi”, oli vegetali, frutta secca), anche se, fortunatamente, la natura ha saputo associare a tali nutrienti elevate quantità di vitamina E, in modo da neutralizzare, almeno in parte, la formazione di radicali liberi.
 
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI PER UNA DIETA ANTI INVECCHIAMENTO

Cosa mangiare nello specifico

  • Cereali integrali (pasta, pane, fette biscottate etc.). In particolare, il grano integrale è ricco in vitamina E, vitamine del complesso B, carotenoidi, zinco, rame, selenio ed altri oligominerali.
  • Legumi, almeno due tre volte la settimana, e preferibilmente con la buccia, perché essa é ricchissima di fitati e polifenoli antiossidanti.
  • Verdura, almeno 2 porzioni al giorno. In particolare, gli ortaggi che contengono più antiossidanti sono quelli di colore verde scuro (crescione, rucola, spinaci, broccoli, foglie di rapa, foglie di ravanello,cavolo verza, cavolo nero, agretti, bietole ecc), quelli “piccanti”, come l’aglio, il porro, lo scalogno e la cipolla (che però perdono le loro proprietà con la cottura) e quelle colorate, come i peperoni rossi e gialli, il cavolo rosso, le carote arancione scuro, la zucca gialla, il pomodoro rosso  (ottima fonte di licopene) e la barbabietola rossa. Ottima anche la salsa di pomodoro cruda, in bottiglie al naturale.
  • Frutta, almeno due porzioni al giorno. Occorre sceglierla matura, meglio se acidula o colorata (giallo-rosso-bluastro-nero): arance, albicocche, pompelmo, mandarini, more, mirtilli, uva nera, prugne nere, fragole, ciliegie, pesche a polpa gialla, ananas, kiwi, cachi ecc. La buccia, in particolare quella degli agrumi, contiene la maggior parte degli antiossidanti pertanto, quando edibile, non andrebbe tolta, naturalmente a patto che si conosca l’origine del prodotto e lo si lavi accuratamente.
  • Oli vegetali, a crudo (soprattutto extra vergine d'oliva e soia spremuti a freddo), da preferire ai grassi animali. L’olio d’oliva è molto sensibile alla luce, pertanto perde più antiossidanti (steroli e polifenoli) in bottiglie di vetro chiaro, meglio quindi conservarlo in bottiglie di vetro scuro.
  • Pesce, piuttosto che carne, senza trascurare l’apporto di zinco dato dai formaggi stagionati. 

Accorgimenti per preservare gli antiossidanti presenti negli alimenti

  • Cuocere poco, e il più brevemente possibile. Consumare ad ogni pasto molti alimenti crudi o appena scottati. Diminuire il tempo di cottura immergendo le verdure in pochissima acqua (effetto vapore).
  • Non lasciare mai il cibo all’aria e alla luce, a temperatura ambiente, ricordandosi di riporlo in frigorifero.
  • Le verdure vanno prima lavate, poi tagliate o affettate.
  • Evitare fritture, specie di carne e pesce.
  • Non  bruciare o brunire i cibi arrosto.
  • Legumi e cereali integrali in chicchi perdono meno ossidanti se cotti in pentola a pressione. Utilizzare, magari con adattamenti e semplificazioni, le ricette della tradizione contadina.
 
SCHEDA INFORMATIVA OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO

Indagine sugli errori nutrizionali e gli stili di vita

L’Osservatorio nasce nel 2004 grazie all’impegno del Consorzio Tutela Grana Padano in collaborazione con FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale). Dall’inizio del 2005 sta fotografando gli stili alimentari della popolazione italiana con appositi questionari somministrati dai medici e pediatri di libera scelta ai loro assistiti, ai quali nel 2007 si sono aggiunti dietisti e altri medici  specialisti. L’indagine non è svolta da intervistatori ma da professionisti della salute che svolgono sui loro assistiti delle anamnesi alimentari a favore della loro salute e a scopo educativo. I dati rinvenenti dalle anamnesi vengono poi raccolti ed elaborati in dati osservazionali epidemiologici che vengono diffusi alla società civile.

Ad oggi ha coinvolto 1.377 medici di medicina generale, 644 pediatri, 219 dietisti che hanno somministrato 23.659 anamnesi alimentari (interviste) di cui 7.006 in età pediatrica e 16.653 adulti.

Il Comitato Scientifico

Il board scientifico multidisciplinare è coordinato dalla dott.ssa Maria Letizia Petroni (medico specializzato in medicina interna ed esperto di alimentazione, nutrizione clinica ed obesità, autrice di oltre 61 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, coordinatore di ricerche finalizzate per il ministero della Salute e docente incaricato di Dietetica e Nutrizione presso diverse università italiane), è composto dal responsabile medico del servizio dietetico ICP dell’Ospedale CTO di Milano, dott.ssa Michela Barichella (presidente ADI Lombardia), dal pediatra nutrizionista esperto in obesità infantile prof. Claudio Maffeis, (docente di Pediatria, Università degli Studi di Verona), dal cardiologo e angiologo prof. Sergio Coccheri (ordinario di Malattie Cardiovascolari, Università di Bologna), dal gastroenterologo prof. Davide Festi, (ordinario di Gastroenterologia, Università degli studi di Bologna), e dallo statistico prof. Alessandro Lubisco  (docente di Statistica, Università degli Studi di Bologna).

Fonte:
Ufficio stampa OSC Healthcare
Marco Fanini

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