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MILANO / 28-03-2011
AMBIENTE AUTO ECOLOGICHE E INQUINAMENTO URBANO / In Italia non decollano le auto ecologiche
Dal 2009 ad oggi non cambiano i numeri dei veicoli a basso impatto ambientale. Assicurazione.it: in Italia sempre ferme al 4% le auto ecosotenibili
Inquinamento nelle città, auto ecologiche non fanno presa sul mercato italiano - Nonostante il bombardamento mediatico degli ultimi anni, le auto elettriche o alimentate con combustibili alternativi guidate in Italia da privati sono solo il 4%. Esattamente la stessa percentuale di due anni fa. È questo il dato più eclatante dell’analisi condotta da Assicurazione.it, il principale broker online italiano, che ha analizzato oltre un milione e mezzo di richieste di preventivi giunte al sito negli ultimi tre mesi.
È risaputo che circa il 40% dell’inquinamento urbano è causato dal trasporto privato e l’interesse dichiarato dai consumatori verso le auto ecosostenibili è molto alto. Per questo motivo tantissime case automobilistiche si stanno impegnando nella realizzazione di modelli amici dell’ambiente che, però, non riescono a trovare un vero spazio nel mercato.
Costi di acquisto elevati e problemi di rifornimento i principali limiti alla diffusione
A frenare la diffusione delle auto ecosostenibili sono soprattutto i costi di acquisto. Per poter guidare un’auto amica dell’ambiente (specie se elettrica) si devono spendere in media più di 35.000€; meno per le auto ibride per le quali si riesce ad avere una buona resa anche con una spesa di poco superiore ai 20.000€, una cifra comunque considerevole.
A differenza di quanto accade in altri Paesi europei (dalla Danimarca alla Spagna, dalla Gran Bretagna alla Francia), in Italia i contributi per l’acquisto di queste vetture tardano ad arrivare e molte auto ecologiche restano invendute. Unica eccezione il trasporto “istituzionale”; ad oggi sono soprattutto Enti pubblici o aziende ad acquistare le auto amiche dell’ambiente.
Guardando ai dati dell’indagine di Assicurazione.it, la regione Italiana con il maggior numero di auto ecologiche guidate da privati è l’Emilia Romagna (7,35%), e forse anche per questo il comune di Parma ha reso noto di avere al vaglio un progetto di contributo straordinario (6.000€) per chi intende acquistare auto elettriche.
Alle spalle dell’Emilia Romagna si trovano le Marche (6,69%) e il Piemonte (5,24%) che negli ultimi anni ha avviato anche importanti progetti di car e bike sharing.
Fra i vincoli che ancora frenano la diffusione di questo tipo di auto c’è anche la scarsissima capillarità della rete di rifornimento. Nonostante alcuni progetti sperimentali in atto in alcune città italiane (Milano come Roma, Brescia come Pisa) poter ricaricare o rifornire veicoli alimentati con energie alternative non è semplice e anche per questo, forse, si spiegano gli ultimi posti di Calabria e Sardegna nella classifica delle regioni italiane con un parco auto “verde”.
Le compagnie assicurative sembrano indecise sul premiare o no le vetture ecologiche
Se le case automobilistiche non sembrano essere intenzionate ad investire sull’Italia per i loro modelli “ecologici”, anche le compagnie assicurative sembrano essere in attesa di sviluppi sostanziali del mercato.
Ad oggi solo alcune compagnie dirette premiano le auto meno inquinanti con tariffe più vantaggiose rispetto allo stesso modello con alimentazione diesel o benzina, mentre quasi tutte le altre riservano alle auto ecologiche tariffe più basse rispetto ai modelli diesel, ma spesso identiche (se non più care) di quelle a benzina.
È probabile che i nuovi rincari dei carburanti spingano tanti italiani a riconsiderare se non l’acquisto di auto elettriche, quantomeno quello di veicoli ibridi o alimentati con gas metano o GPL, ma allo stato attuale queste sono le percentuali di auto con alimentazione a basso impatto ambientale guidate da privati nelle venti regioni italiane:
Emilia Romagna
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7,35%
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Marche
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6,69%
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Piemonte
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5,24%
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Umbria
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4,93%
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Veneto
|
4,86%
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Toscana
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4,67%
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Lombardia
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4,14%
|
Abruzzo
|
3,63%
|
Campania
|
3,62%
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Molise
|
3,49%
|
Lazio
|
3,49%
|
Puglia
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2,93%
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Basilicata
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2,70%
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Liguria
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2,64%
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Trentino A.A.
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2,58%
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Valle d'Aosta
|
2,42%
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Friuli V.G.
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2,04%
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Sicilia
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2,02%
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Sardegna
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1,79%
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Calabria
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1,71%
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