|
ROMA / 06-04-2011
PROCESSI E INTERCETTAZIONI / Intercettazioni, nuova proposta 'bavaglio' del Pdl: non vanno usate nei processi
Proposta di Bianconi alla Camera: le intercettazioni saranno strumenti di investigazione ma non finiranno nei fascicoli processuali
Riforma giustizia: intercettazioni, ultime notizie Roma - Le intercettazioni non saranno piu' mezzi di ricerca della prova, ma semplici strumenti di investigazione. E, come tali, non finiranno nei fascicoli processuali e non saranno pubblicabili. E' l'ultima proposta targata Pdl, in tema di riforme della giustizia, depositata alla Camera, il 3 marzo scorso, dal deputato Maurizio Bianconi e assegnata pochi giorni fa alla commissione Giustizia. Mercoledi' scorso, infatti, la proposta del parlamentare Pdl, presentata "a titolo personale", e' stata messa tra i proveddimenti da inserire nel calendario dei lavori.
La soluzione e' la seguente, e la spiega Bianconi stesso nella premessa della legge: "Collocare il tema nel Codice di procedura penale all'interno delle fonti di investigazione semplice, 'cassandolo' dalla collocazione nel testo vigente dei mezzi di ricerca della prova". Cosi', continua, "si taglierebbero alla radice altri problemi, oltre a quello dell'utilizzo distorto delle intercettazioni in fase processuale". In nome della "tutela della privacy", infatti, gli ascolti di conversazioni o comunicazioni telefoniche, essendo a solo uso degli investigatori, non potrebbero far parte di fascicoli contenenti atti pubblicabili. Con la proposta Bianconi, mai piu', quindi, casi Ruby (se fosse approvata) con centinaia e centinaia di stralci di intercettazioni delle ragazze dell'Olgettina a rivelare all'opinione pubblica i particolari delle feste nelle ville del premier Berlusconi.
La proposta consta di due articoli. Il primo abroga il "capo IV del titolo III del libro terzo del codice di procedura penale", quello che prevede l'uso delle intercettazioni come strumento di ricerca della prova al pari di ispezioni, perquisizioni e sequestri. In pratica, otto articoli 'cassati' di netto, e al loro posto (articolo 2) l'introduzione dell'articolo 357-bis nel capitolo delle indagini preliminari nella parte che norma l'attivita' di polizia giudiziaria. Con la nuova norma (che prende il nome di 'Intercettazioni e controlli preventivi sulle comunicazioni'), non sara' piu' il pubblico ministero a chiedere l'autorizzazione al gip per ottenere il via libera agli ascolti, ma i responsabili delle forze di polizia giudiziaria (e persino il ministro dell'Interno) si rivolgeranno al Procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto in cui si trova il soggetto da sottoporre a controllo.
I reati per i quali saranno autorizzate le intercettazioni nella proposta di legge Bianconi (Pdl), assegnata alla commissione Giustizia della Camera, sono gli stessi gia' previsti nel codice di procedura penale: il primo comma dell'articolo 2 riporta, pari pari, 'i limiti dell'ammissibilita'' dell'articolo 266 del Codice 'cassato'. Viene introdotto anche un 'tetto' alla durata di 40 giorni, prorogabili di 20 dopo decreto motivato del pm.
Infine la 'stretta' sulla pubblicazione. Mentre nel ddl di iniziativa governativa, arenatosi alla Camera, in terza lettura lo scorso luglio, il centrodestra si era 'lambiccato' con mille escamotage nella previsione di divieti, Bianconi risolve il problema alla radice: non facendo piu' parte di fasicoli processuali, le intercettazioni non saranno piu' atti pubblici ma resteranno nei 'cassetti' degli investigatori. E quindi, niente 'paginate' sui giornali. Al comma 7 dell'articolo 2, il deputato di maggioranza specifica: "In ogni caso, gli elementi acquisiti attraverso le attivita' preventive non possono essere utilizzati nel procedimento penale, fatti salvi i fini investigativi. In ogni caso le attivita' di intercettazione preventiva di cui al presente articolo, e le notizie acquisite a seguito delle attivita' medesime, non possono essere menzionate in atti di indagine ne' costituire oggetto di deposizione ne' essere altrimenti divulgate". Bianconi sottolinea che, con la sua proposta, in caso di 'soffiate' ai giornalisti sara' piu' facile individuare il 'colpevole', un "funzionario infedele" e non piu' un giudice.
Nella premessa, il parlamentare precisa che "questa iniziativa legislativa e' prettamente personale", tanto e' vero che non ha richiesto la sottoscrizione ad alcun collega. E tuttavia, alla luce dell'intenzione della maggioranza e del governo di tornare sul tema intercettazioni, la proposta Bianconi, che fa il paio con l'altra presentata dal collega di partito Luigi Vitali (che 'punisce' i pm e i gip che non hanno competenza territoriale), potrebbe essere associata agli altri ddl sul tema in caso di ripartenza dell'esame alla Camera.
Fonte: Agenzia Dire
www.dire.it
|
|