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TARQUINIA - VITERBO / 16-04-2011

L'ITALIA SOFFOCATA DAL CEMENTO / l'inquietante caso di Tarquinia, nella Maremma Etrusca




LO SCENARIO NAZIONALE

La disponibilità di territorio agricolo si sta erodendo pericolosamente (e certo non è più riconvertibile una volta sigillato e impermeabilizzato dagli usi urbani), ... In Italia, in soli sei anni (dal 2000 al 2006) la quota di territorio nazionale impermeabilizzato è aumentata di ben un punto percentuale, passando dal 5,3% al 6,3%.” ( Rapporto Censis 2010). Il Censis ci informa inoltre che ogni giorno gli speculatori ricoprono di cemento 55 ettari di suolo agricolo e la bolla immobiliare è prossima ad esplodere come già accaduto in Irlanda, Spagna, Gran Bretagna e USA. In Italia tra il 1995 e il 2009 sono state costruite oltre 10.000.000 di unità abitative. Poi la crisi, i fallimenti e la “scoperta” che milioni di case inutili hanno divorato terra fertile e sottratto risorse economiche a settori produttivi capaci di creare ricchezza e lavoro. Alcuni aspetti del mercato immobiliare sono poco noti.

I più non sanno che ingenti somme di denaro sono tornate in Italia grazie allo scudo fiscale e sono state spese in buona parte comprando immobili. Grazie allo scudo evasori, corrotti, concussi e mafiosi di tutte le latitudini hanno ripulito somme occultate all'estero e le hanno riversate abbondanti nel mercato immobiliare, che è stato come drogato dal denaro riciclato. Ma il vero stato di salute del real-estate (fondi d'investimento immobiliare e simili) lo segnano gli indici di borsa di settore degli ultimi 18 mesi. Tutti a picco, a dimostrazione che banche, assicurazioni e altri gruppi speculativi hanno tolto i soldi dal comparto immobiliare sapendo che i valori delle case scenderanno in misura consistente per ciclicità del mercato ed eccesso di offerta. Ma nessuno lo dice alle famiglie che continuano a pensare al mattone.

Chi oggi, con difficoltà ottiene un mutuo fondiario subisce dalla banca un basso valore di stima ipotecario, che prefigura il valore futuro. La situazione economica del paese è disastrosa e gli immobili saranno presto nella tempesta. Molti non producono reddito, sono sfitti; lo Stato, troppo sensibile alle ragioni di chi, per incassare la rendita fondiaria, vuole costruire e vendere case, non s'è preoccupato di emanare una moderna legislazione sull'affitto. In questo quadro la redditività di seconde e terze case è più a rischio.


UN CASO EMBLEMATICO: TARQUINIA

Mettiamo ora a fuoco quanto accade a Tarquinia. Negli ultimi dieci anni un migliaio di ettari di terra sono stati sottratti all'agricoltura per essere “ri-destinati” a cemento e asfalto. Ogni volta in consiglio comunale molti si sono riempiti la bocca con la parola “sviluppo”, nel tentativo di coprire la dipendenza a centri di potere esterni. Sempre lo stesso copione: presentazione celere ai consiglieri, qualche “doverosa” domanda dell'opposizione, bocche cucite nella maggioranza, rapida votazione e approvazione quasi unanime. Qualche volta ci sono stati dei rompiscatole che hanno messo i consiglieri di fronte a responsabilità gravi. Così è accaduto nel 2009 con il cementificio, bloccato in extremis, poco prima dell'approvazione voluta dal sindaco Mazzola, nonostante il progetto fosse corredato di carte fasulle.

Dietro il cementificio c'è ancora mistero e silenzio. Mazzola forse è l'unico che sa chi si cela nell'anonimato della “Cordusio”, proprietaria della srl che ha presentato il progetto delle carte fasulle. Ai consiglieri, eccetto uno, non è interessato saperlo anche per conoscere quali capitali circolano a Tarquinia. La stessa cosa è accaduta di recente con la lottizzazione industriale della UBI Leasing. Sanno i consiglieri chi c'è dietro la UBI Leasing?

Ricordiamo anche la vicenda dell'autostrada: inutile, dannosa e costosa – 4 miliardi di euro contro gli 800 milioni per la messa in sicurezza dell'Aurelia. L'autostrada passerà tra le case di Tarquinia ed è stata approvata in modo bipartisan dai soliti silenti consiglieri, che hanno detto sì ad un inquinamento 5 volte maggiore di quello prodotto dalla statale attuale. Inoltre hanno assentito alla privatizzazione dell'Aurelia con annessi pedaggi e distruzione di altre centinaia di ettari di terra agricola.

Tornando all'Italia soffocata dal cemento, Tarquinia fa la sua parte. Vari amministratori hanno alacremente lavorato negli ultimi dieci anni per i cementificatori. Grande è stato il loro impegno per la rimozione del vincolo di “Zona di recupero e riqualificazione ambientale” che gravava sulle lottizzazioni costiere di San Giorgio e Pian di Spille, vincolo destinato a contenere la totale compromissione di alcuni dei nostri gioielli ambientali. Tra i politici più attivi c'era e c'è l'attuale Vice Sindaco Serafini, abile a trovarsi sempre in maggioranza. Fa notizia che una delle lottizzazioni l'abbiano comprata i Sacchetti a cui Serafini è legato da tempo.


L'ULTIMA VICENDA: MARINA VELCA

Di recente, seguendo il solito copione, i consiglieri comunali hanno approvato l'ampliamento del campo da golf con annessa lottizzazione, che riverserà nuovo cemento, corrispondente a circa 200 villette sulle nostre più fertili terre agricole. I consiglieri nemmeno stavolta si sono chiesti chi sia l'attore. Apparentemente l'operazione ruota attorno alla Patron Capital Italia, un fondo immobiliare il cui amministratore delegato dirige da qualche anno anche il golf club di Tarquinia. Ma il vero dominus dell'operazione è un signore salito alla ribalta della ricostruzione de L'Aquila per alcune vicende fuori schema, basate su rapporti stretti con Bertolaso, poco gradite a molti aquilani. Il personaggio si chiama Antonio Napoleone e la sua società di riferimento è Europa Risorse srl. Negli uffici di Europa Risorse è maturato “l'ampliamento” del campo da golf di Marina Velca.

In un'interrogazione parlamentare del ... novembre 2010 si legge: la società Europa Risorse s.r.l. è partecipata al 50 per cento dalla “Doughty Hanson & Co”, la cui corrispondente italiana risulta controllata da una società, la “Brac1 Company”, con sede alle isole Cayman, nazione inserita nella lista nera dei paradisi fiscali dell'Unione europea; la società Europa risorse s.r.l. è partecipata al 50% dalla “Bpd”, il cui capitale azionario è controllato dalle seguenti società: “Itaca srl” 25%, “Napoleone&Partners” 25%, “I&M Investments srl” 5%, “Tolfin srl” 24%, “Fiuminvest” 25%; le società Itaca, Tolfin e Fiuminvest il 22 dicembre 2006 hanno istituito in Lussemburgo una società anonima dal nome “Box i”.


È chiaro che dietro società anonime e off-shore si nascondono operazioni oscure: non fa molta differenza che si tratti di capitali inconfessabili accumulati da chi non poteva farlo o di capitali di cui sarebbe disdicevole conoscerne la proprietà o di capitali di ancora più grave origine. Per voi consiglieri comunali quelle società rappresentano l'ignoto a cui state affidando Tarquinia. Non vi interessa saperne di più? Il problema è che non volete saperne di più, perché è pericoloso chiedere di saperne di più: si interrompono carriere, si perdono amicizie. Restano le seguenti amare considerazioni. Nella terra della centrale a carbone che non doveva esserci e oggi vi trova tra i suoi più grandi supporter. Nella terra che aveva sempre rifiutato l'autostrada inutile e oggi vi vede lì a fare il tifo per la A12.

Nella terra del cementificio delle carte fasulle e dei segreti inconfessabili a cui non vi siete ribellati. Nella terra della P2 (vedi le operazioni di Valori), della P3 (vedi le operazioni degli amici di Scajola e Bertolaso) e delle tante mafie che girano da queste parti, denunciate coraggiosamente da Luigi Daga, a cui il vostro sindaco ha dato del “vecchio trombone” senza un vostro moto di ribellione. Nella terra dove menti depravate cercano di dare la colpa di 40 anni di inquinamento Enel agli agricoltori, senza che voi consiglieri abbiate almeno occupato la sala consigliare per protesta. Nella terra dove le istituzioni pubbliche sono diventate mercenari che difendono gli inquinatori in cambio di denaro.

Ebbene, in questa terra faremo di tutto perché rimanga più a lungo possibile la memoria del vostro comportamento.

Ernesto Cesarini


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