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POTENZA / 21-04-2011
POTENZA, PARCO DELLA VAL D'AGRI / metalli pesanti rinvenuti nella sorgente Acqua dell'Abete
POTENZA, PARCO DELLA VAL D'AGRI: metalli pesanti rinvenuti nella sorgente Acqua dell'Abete. Ultime notizie - La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) in merito ai rilievi del perito Francesco Fracassi, nominato dalla Procura di Potenza, e sulla presenza di metalli pesanti (manganese, cromo e bario) rinvenuti nella sorgente Acqua dell'Abete, a 200 metri dal pozzo Eni di Cerro Falcone 2X, all'interno del Parco della Val d'Agri (mai diventato operativo perché bloccato dalle denunce delle associazioni ambientaliste e da possibili cedimenti strutturali dopo aver già allertato nel 2009 il Ministero dell'Ambiente, informa di aver chiesto in merito lumi all'Unmig (Ufficio nazionale minerario idrocarburi e geotermia) e di essersi rivolta anche alla Commissione Europea, per sapere se, quando e chi ha portato i metalli pesanti a quelle altitudini (circa 1200 m s.l.m.).
Alla Ola, infatti, dopo aver consultato propri tecnici, non convincono i risultati appresi a mezzo stampa del perito incaricato dalla Procura di Potenza in quanto assolverebbero le attività minerarie dell'Eni inerenti il Pozzo minerario Cerro Falcone 2X, situato a 200 metri in linea d'aria dalla fonte Acqua dell'Abete solamente perché i prelievi di acqua inquinata della fonte del Comune di Calvello non contenevano tracce di idrocarburi, ma solo, si fa per dire, metalli pesanti come cromo, manganese e bario.
Non credendo alla presenza di elfi, gnomi e puffi e non capendo a quelle altitudini quali attività genericamente industriali produttrici di manganese, cromo e bario siano presenti tanto da inquinare la fonte, ed essendo il manganese, il cromo e il bario sostanze molto note come additivi dei fanghi, dei fluidi e dei perforanti usati dall'industria del petrolio, la nostra Organizzazione critica duramente l'assoluzione mediatica concessa alle attività petrolifere per l'inquinamento di Acqua dell'Abete. Se é vero che il pozzo minerario Cerro Falcone 2X risulterebbe non ancora in produzione per l'estrazione del greggio, é altrettanto vero che l'inquinamento da attività mineraria che potrebbe spiegare la presenza di metalli pesanti ad Acqua dell'Abete potrebbe derivare dall'uso di numerose sostanze chimiche usate durante l'attività di perforazione, che precedono l'attività estrattiva.
Alla Ola risulta che il pozzo Cerro Falcone 2X sia stato riperforato diverse volte utilizzando la medesima postazione e che tale attività avrebbe causato cedimenti probabilmente dovuti alla natura idrogeologica complessa degli strati perforati. E proprio su questi elementi, come già annunciato, sono stati chiesti lumi agli Uffici Unmig, unitamente all'origine dei metalli pesanti rinvenuti nella suddetta sorgente.
Inoltre, sui risultati della perizia ci chiediamo per quale motivo non siano stati analizzati i diversi composti di cromo rinvenuti in Acqua dell'Abete, data la loro diversa pericolosità, e come mai nella comunicazione degli enti nei confronti dei cittadini così come già accaduto per la presenza di bario nella diga del Pertusillo si tenda a sminuire la pericolosità di questi metalli pesanti nel momento in cui entrano come inquinanti nel nostro circuito dell'acqua. Per il bario nel Pertusillo si disse, infatti, che gli impianti di potabilizzazione erano all'avanguardia, e per Acqua dell'Abete si dice oggi che i livelli tracciati non sono alti.
Giova, in proposito, ricordare che il bario è un elemento non presente in natura e in genere è un derivato dell'utilizzo della barite nelle perforazioni minerarie: ogni sua presenza nell'ambiente deve essere un grave segnale di allarme che non può essere sminuito dichiarando di avere ottimi impianti di potabilizzazione o che sia presente a livelli bassi di concentrazione. Se una sostanza non è presente in natura è automaticamente un grave segnale di inquinamento. Se poi è riconducibile ad una precisa attività industriale dell'uomo, magari presente a 200 metri dalla fonte inquinata, corre l'obbligo morale - ribadisce la Ola - di capirne di più e di porre rimedi concreti per scongiurare danni all'ambiente ed alla salute umana.
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