SUCCEDE IN ITALIA / Nutrie transgeniche nella riserva lago di Vico? Indaghi la Procura di Viterbo
Non sono passati molti anni da una denuncia presentata alla Procura di Viterbo, attestanti modifiche dell’alveo di Vico, realizzate per mettere in sicurezza piantumazioni di nocciole, ormai presenti sin sulle sponde dell’invaso. La denuncia è stata presentata da un esponente del movimento Ecologisti per la trasparenza , ma inspiegabilmente archiviata. Alcuni agricoltori in tale occasione sentiti dalla procura, dichiararono che le opere di modifica dell’alveo erano state apportate molti anni prima dalle nutrie, roditori di origine sud americana, specie ormai abituale e presente un po’ ovunque anche sul nostro territorio.
Dalle foto presentate in procura delle dighe realizzate, e dalle motivazioni rappresentate dagli agricoltori, è evidente che le nutrie che hanno dato origine a tali modifiche devono essere sicuramente transgeniche, una razza mutante, di proporzioni enormi che dotata di ruspe e blocchetti si è evoluta in modo particolare realizzando delle barriere insormontabili. Poiché in natura la specializzazione degli animali è spesso associata a forme di apprendimento dove si tende ad imitare, evidentemente le stesse avranno preso ad esempio modi e comportamenti di strani esseri a due zampe, sorpresi a camminare in modo eretto. Rimane ancora da scoprire se le ruspe utilizzate siano state prese in prestito dalle nutrie o la loro specializzazione sia tale che tali mezzi meccanici siano anch’essi un prodotto della loro evoluzione!
Non si capisce altresì, pur in presenza di foto e video che documentano inequivocabilmente il misfatto, la cui temporalità è attestata da quotidiani adagiati sui mucchi di terra, prospicienti le rive, come gli agricoltori ascoltati in procura abbiano potuto dichiarare che le opere in questione fossero presenti da molti anni! Particolari evidenti tranquillamente riscontrabili da un video allegato ed inviato alla Procura, che mostra, adagiati sui mucchi di terra accumulati, quotidiani dell’epoca .
L’esponente del movimento Ecologisti per la trasparenza, ha rappresentato tali accadimenti alla Riserva Naturale del lago di Vico, ricevendo dai guardiaparco, come compenso per la sua sgradita attività, due denunce, una per abuso edilizio, l’altra per resistenza a pubblico ufficiale. Denunce chiaramente archiviate. Allo stesso modo sono state inspiegabilmente archiviate le denunce che attestano la modifica degli argini del lago realizzate da alcuni agricoltori del posto. Ma questa è solo la prima puntata ed altre ne seguiranno.
Sembra quasi che la Riserva Naturale del Lago di Vico debba sottostare ad un velato ricatto. In realtà gli agricoltori sono i veri padroni del territorio e la Riserva Naturale del lago di Vico una piccola appendice che sopravvive solo per alimentare il clientelismo. Una parte di ragione è indubbiamente riservata agli agricoltori se si considera che la zona interessata dalla Riserva è fortemente antropizzata con un elevato impatto ambientale, dei circa 3000 ettari che compongono la Riserva, circa 2300 sono coltivati a nocchieto.
Nell’Italia dei paradossi e di intelligenze asservite al potere o immolate alla stupidità, non ci meraviglia se la forma e non la sostanza sia alla base delle nostre decisioni. In tale scenario, gli agricoltori chiudono un occhio e permettono alla Riserva naturale di sopravvivere, e pertanto assicurare ai numerosi guardia parco e personale variamente impiegato, di mantenere il proprio posto, immolando di comune accordo e tacitamente sull’altare, come vittima sacrificale, il bellissimo bacino lacustre, rinchiuso all’interno di una meravigliosa conca.
Il tiro alla fune vede dunque due diverse squadre in campo, da una parte gli agricoltori che prosciugherebbero volentieri la conca per fare spazio alle loro colture, sull’altra sponda un ente parco, la Riserva Naturale del lago di Vico, un'entità presente solo sulla carta, composta da amministratori locali che non possono permettersi di scontentare il loro elettorato. Non a caso l’assessore all’Ambiente del Comune di Caprarola altro non è che il rappresentante di una potentissima associazione di agricoltori. In questa lotta senza quartiere piena di contraddizioni ed ipocrisie, il lago di Vico ha sicuramente poche speranze.