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VITERBO / 08-05-2011
ACQUA POTABILE TUSCIA, LETTERA APERTA / L'importanza dell'informazione corretta sull'acqua all'arsenico
Lettera aperta ai rappresentanti delle Istituzioni
Egregi signori,
visto il permanere della gravità della situazione igienico-sanitaria e ambientale, derivante dalla distribuzione di acqua avvelenata e in alcuni casi potabilizzata solo per deroga, chiediamo nuovamente un intervento per il ripristino della legalità.
Riteniamo importante ciò, perché non ci sembra che le iniziative, che le amministrazioni comunali, provinciale e regionale stanno attuando, rispetto questo grave problema, tengano in debito conto la situazione di vera emergenza.
Le famose “fontanelline” che depurano l’acqua allacciandosi ai precedenti acquedotti non crediamo possano rappresentare la soluzione, né possano definirsi alternative alla richiesta fatta da tempo dalla ASL di distribuire acqua con autobotti, per i seguenti motivi:
-l’acqua erogata dalle “fontanelline”, in alcuni paesi è a pagamento, sia naturale che frizzante, concretizzando così la cessione ai privati dell’acqua pubblica;
-non esiste informazione sulla qualità dell’acqua erogata (esposizione delle analisi ASL, precisazione della fonte da cui viene captata). Questo ci sembra gravissimo, perché si verifica in particolare in paesi in cui l’approvvigionamento delle acque è effettuato da pozzi con dosi elevatissime di arsenico e altri veleni e da acque di superficie che sappiamo contaminate da tossine cancerogene provenienti dalla nota plantotrix rubescens o alga rossa.
Inoltre i siti di alcuni Comuni non pubblicano le ordinanze di non potabilità. Spesso i parametri di arsenico delle analisi esposte (fatte da laboratori privati, forse compiacenti) sono profondamente diversi da quelli pubblicati sul sito della ASL. Tra questi i Comuni di Ronciglione e Caprarola che continuano, imperterriti, come se nulla fosse accaduto, a disinformare i cittadini sull’inquinamento delle acque del lago di Vico, nonostante studi scientifici ed evidenti fioriture, che aumentano sempre più di consistenza, abbiano dimostrato che non sia più possibile nascondere la realtà di un lago che sta morendo definitivamente.
Riteniamo sia ormai noto a tutti, che in queste cittadine continua ad essere distribuita acqua proveniente dal lago di Vico nel 70% delle abitazioni e in molti esercizi commerciali ed industrie alimentari (obbligate fra l’altro a costosi depuratori, poco idonei, per l’acqua del lago, che presenta dosi elevate di arsenico e la famigerata micotossina dell’alga rossa. Di ciò manca, riteniamo colpevolmente, l’informazione istituzionale sulla sua accertata non potabilità.
Nonostante ciò e nonostante che la ASL di Viterbo, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) abbiano confermato la non potabilità dell’acqua distribuita dagli acquedotti comunali di Ronciglione e Caprarola, i Sindaci dei due paesi continuano a disinformare i cittadini contravvenendo alle leggi; addirittura c’è ancora chi la dichiara potabile in pubblico e/o a mezzo stampa.
Alcuni amministratori, credendo con ciò di lavarsi mani e coscienza, indicano come allarmisti coloro che denunciano questa gravissima situazione.
Chiediamo a voi come dovrebbero essere chiamati coloro che dichiarano potabile acqua che potabile non è, esponendo i cittadini al rischio di contrarre gravi malattie o varie forme tumorali ?
A chi spetta obbligare questi amministratori al rispetto delle leggi e della salute dei cittadini?
Restiamo fiduciosi, in attesa di un vostro intervento e riscontro alla presente.
Cordiali saluti.
Raimondo Chiricozzi
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