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ROMA / 15-07-2011
MANOVRA DA OLTRE 70 MILIARDI/ Tagli alle agevolazioni su famiglia, sanitą, universitą
Il taglio lineare del governo č previsto su 483 agevolazioni fiscali, detrazioni e deduzioni
Politica, ultime news - "La manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita: dal credito per la ricerca ai contratti per la produttivitą, da processo civile, al turismo": ad affermarlo, in ministro Tremonti in aula a Palazzo Madama.
A nome del governo "pongo la questione di fiducia sull'emendamento interamente sostitutivo del dl". Lo ha annunciato in aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. Il Senato si appresta a votare la manovra economica del governo, che grazie alle ultime modifiche, le misure sulle pensioni e soprattutto i tagli alle detrazioni fiscali, supera i 70 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Lo conferma il relatore del decreto, Gilberto Pichetto Fratin, parlando al Senato con i giornalisti. Alla correzione prevista di 17 miliardi nel 2013 e 25 nel 2014 vanno aggiunti altri 6 miliardi nel 2013 e 22 nel 2014. Solo nel 2014 la manovra a regime raggiunge i 47 miliardi. Il taglio lineare del governo alle 483 agevolazioni fiscali, detrazioni e deduzioni, non risparmia nessuno. Tra i titoli riportati nell'allegato all'emendamento del relatore alla manovra spiccano le famiglie, la sanita', i figli a carico, gli studenti universitari, i lavoratori dipendenti, gli asili nido. Tutte le agevolazioni vengono tagliate del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014.
TREMONTI: COME SUL TITANIC- "Siamo arrivati insieme al dilemma e al dramma dell'euro e dell'Europa. O si va avanti insieme o si va a fondo. La soluzione o e' politica o non e', senza illusioni di salvezza per nessuno. Come sul Titanic non si salvano neppure i passeggeri di prima classe". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo nell'aula del Senato. Per Tremonti in Europa "serve una visione alta sul nostro futuro e la costruzione di una governance capace di guidare unitariamente i 27 paesi verso un destino comune". "Piu' che di speculazione di tratta di un problema di credibilita' e fiducia nella politica". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nell'aula del Senato dice che la risposta alla crisi del debito deve essere "politica" ed europea. "Non possiamo fare piu' errori, la certezza viene dalla politica".
Il ministro, poi, descrive "un paradosso": l'area euro e' "la piu' ricca e la meno indebitata, ma la percezione dei mercati non riflette la sua forza". Ai primi tre posti dei "paesi considerati piu' rischiosi ci sono tre Paesi europei. Grecia, Portogallo e Irlanda "devono risolvere i loro problemi", ma "oggi i mercati finanziari ritengono ad alto rischio l'investimento in Paesi che rappresentano il 40% del pil".
"Non ci puo' essere una politica italiana diversa da quella europea e viceversa". "Nessuno fa una manovra come questa se non perche' vuole il bene comune. Senza il pareggio di bilancio il debito pubblico, un mostro che viene dal nostro passato, divorerebbe il futuro nostro e dei nostri figli". Il decreto manovra non e' "solo di finanza pubblica, ma insieme al decreto sviluppo contiene 16 nuove azioni per la crescita". Quello che "serve ora e' un duro e responsabile lavoro comune nel paese e per il paese".
"Vedete il bilancio pubblico si fa per legge, ma il pil non si fa solo per legge, servono decreti come questo e si puo' fare anche di piu'". Inoltre, ha aggiunto, "non si puo' dire che dal lato dello sviluppo non e' stato fatto niente finora. Non e' corretto. Senza la tenuta del bilancio pubblico neppure si sarebbe fatto il pil che c'e' stato finora". "Il nostro lavoro non termina oggi: dovremo insieme introdurre nella Costituzione la regola d'oro del pareggio di bilancio".
"La crisi finanziaria si aggira nel mondo come un mutante e oggi prende la forma della Grecia". Tremonti poi ha citato Churchill: "I Balcani e la Grecia producono piu storia di quella che consumano e per questo la esportano". Insomma, ha spiegato, "la salvezza non ci viene dalla finanza ma solo dalla politica che non deve piu fare errori".
Fonte «Agenzia Dire»
www.dire.it
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