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TRENTO / 23-07-2011
AMBIENTE, FILIERA VERDE / Il Trentino sceglie i boschi per smuovere l'economia
LA FILIERA VERDE. Il Trentino sceglie i boschi per smuovere l'economia. Ultime notizie - A Malosco, nellAlta Val di Non, spicca un caso di eccellenza nel settore ambientale felicemente coniugato con quello economico e produttivo. Il piccolo borgo del Trentino ha infatti favorito la nascita di una filiera verde, grazie anche allattività decennale di una segheria che nel corso del tempo si è specializzata per coprire tutte le fasi della produzione di legno per ledilizia: dal taglio degli alberi alla produzione delle case. Riduzione dei tempi di costruzione, elevata flessibilità, maggiore sicurezza antisismica, minore rischio di incendi, aumento della superficie calpestabile, protezione dallelettrosmog, riduzione di polveri, risparmio energetico e isolamento acustico: sono questi i pregi del legno nel settore edile, recentemente riscoperti, che hanno determinato la scelta di questa azienda lungimirante. Complice anche morfologia di un territorio composto in larga parte da valli e boschi, dove lattenzione al settore forestale non significa solo produzione di ricchezza economica e di posti di lavoro ma anche tutela ambientale e lotta contro lincuria del territorio e la speculazione edilizia.
Non si tratta di un caso isolato ma di un vero e proprio trend economico che vede protagonisti varie aziende, società e consorzi diretti quasi esclusivamente giovani con meno di 35 anni, un dato rincuorante se si pensa che la disoccupazione giovanile gravita intorno al 29% in questi ultimi mesi. La filiera verde è comunque una realtà in divenire che potrà diventare una forma di tutela del territorio solo grazie ad amministratori lungimiranti che stimoleranno le imprese a utilizzare il legno locale come materia prima nelledilizia. Il Trentino da questo punto di vista ha un chiaro vantaggio: circa i tre quarti dei boschi (250.000 ettari) sono in mano pubblica e sono di ampie dimensioni. Questa peculiarità permette - contrariamente al resto dellItalia, dove la maggior parte della superficie boschiva è in mano ai privati di pianificare gli interventi e di rendere remunerativa un attività che non è considerata marginale e improduttiva ma rileva la presenza di imprese giovani che nel tempo hanno saputo investire in modo oculato in infrastrutture e macchinari tecnologicamente avanzati.
Un ulteriore passo avanti nella concretizzazione dellideale della sostenibilità è dato dalla certificazione Pefc (lo schema di certificazione forestale più diffuso al mondo) ottenuta per la gestione dei boschi e sempre più spesso acquisita per le procedure di abbattimento degli alberi, per le materie prime usate e per le procedure di trasformazione e i prodotti finali. Insieme al Pefc Italia, molte aziende sono state coinvolte in un percorso che ha illustrato i vantaggi della certificazione sulla tracciabilità dei prodotti legnosi.
Dopo il costante impegno delle aziende, la scelta determinante a favore della sostenibilità rimane però in mano ai cittadini e alle istituzioni pubbliche. I primi potranno garantire un ritorno economico alle scelte lungimiranti delle industrie forestali privilegiando lacquisto dei prodotti certificati mentre i secondi riusciranno a favorire la tutela ambientale attraverso il meccanismo (reso ormai quasi obbligatorio dalle norme europee) dei bandi di acquisti pubblici verdi che dovrebbe garantire alle aziende certificate punteggi migliori nelle gare per la fornitura di beni e servizi, uno strumento che al livello nazionale incide sul 17% del PIL (263 miliardi di euro) e quindi risulta una leva potentissima per incidere sul mercato e sulle scelte aziendali.
Simone Casavecchia
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