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ROMA / 26-08-2011
MANOVRA GOVERNO/ Salvi i piccoli comuni. I sindaci dell'Anpci chiedono stralcio art. 16
Sono salvi i piccoli comuni. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ha garantito alla delegazione di sindaci dell'Anpci (Associazione dei piccoli comuni) ricevuta a palazzo Chigi, che gli enti al di sotto dei 1000 abitanti, manterranno i consigli comunali e l'autonomia amministrativa.
Secondo quanto riferiscono i primi cittadini dopo l'incontro, il governo avrebbe gia' predisposto misure di modifica della manovra in questo senso. I sindaci chiedevano pero' lo stralcio dell'articolo 16, quello che cancella i piccoli comuni. Su questo, Letta non ha potuto offrire garanzie, anche se si e' impegnato a trasferire la richiesta ai gruppi di maggioranza, perche' la valutino. "Letta ha dato disponibilita' a rispondere alle nostre ragioni- conferma Mauro Guerra, coordinatore dei piccoli comuni dell'Anci- e ci ha assicurato che il governo sta gia' modificando l'articolo 16. Noi pero' insistiamo a chiederne lo stralcio e che la questione si discuta all'interno della Carta delle Autonomie".
Nella manovra sara' confermata l'indicazione relativa all'unione dei servizi. I singoli consigli comunali, spiegano i primi cittadini, non saranno piu' obbligati ad attuarla secondo le indicazioni della legge, ma avranno facolta' di decidere il modo piu' efficiente per realizzarla, sia in riferimento al bacino demografico che ai comuni piu' grandi a cui rapportarsi.
PICCOLI COMUNI A MONTECITORIO: SIAM PRONTI ALLA MORTE...
"Siam pronti alla morte, Italia chiamo'...". L'inno di Mameli annuncia l'arrivo a Montecitorio dei piccoli comuni, un corteo di centinaia di sindaci, i piu' con famiglia a seguito, vigili urbani nella divisa di festa, e i giovani a reggere i gonfaloni.
Le piccole patrie del Belpaese sono a Roma per chiedere una cosa sola: cancellare la norma della manovra economica che depenna dall'esistente amministrazioni e simboli antichissimi. Il gallo dalla cresta ritta di Galiano Aterno, 316 abitanti, comune terremotato dal sisma dell'Aquila. Il monte innevato di Cappadocia, 538 residenti, del sindaco Teresa Lilli, 78 euro di indennita' mensile. Il grappolo d'uva dorata di Leni, nell'isola di Salina, 696 abitanti, che per la politica spende, in un anno, 996 euro (delibera alla mano del sindaco Riccardo Gullo, pensionato, 10 euro la sua indennita' di presenza). Tutto questo non puo' essere abrogato da una manovra agostana.
Per chi amministra e vive sotto i 5000 abitanti, l'alternativa e' semplice: "Tutti assieme costiamo quanto una decina di parlamentari. Vadano a casa loro", spiega con il maggior garbo possibile Giuseppe Assenso, medico in pensione e primo cittadino di Ventotene, l'isola che ospito' il confino di Altero Spinelli ed Ernesto Rossi, l'isola del manifesto per l'Europa unita. Finira' soppressa dalla manovra? "Questi ci fanno sbattere fuori dall'Europa e si permettono di cancellare Ventotene? Ma io piuttosto chiudo l'isola, non gliela do' vinta a questi politicanti", dice Assenso, arrabbiato.
In piazza i toni si inaspriscono: "Buffoni, buffoni", gridano i sindaci all'indirizzo di alcuni agenti in borghese, scambiati per parlamentari. E' un'illusione ottica. A Roma, oggi venerdi' 26 agosto, ci sono loro, i primi cittadini dei piccoli comuni. Non i deputati. "Noi siamo una risorsa, voi siete un costo", e' scritto sui cartelli dei manifestanti.
Fonte: «Agenzia Dire»
www.dire.it
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