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ROMA / 09-09-2011

MANOVRA ECONOMICA SALVA CASTA / Le promesse non mantenute della manovra economica 2011

Passa la quarta stesura, le opposizioni restano critiche: il ricorso alla fiducia annulla il confronto parlamentare. Il numero dei parlamentari rimane invariato, come i loro stipendi.



Ultime notizie Italia, governo Silvio Berlusconi, manovra economica salva casta - 165 sì, 141 no e 3 astenuti segnano l'approvazione del maxi emendamento alla manovra economica, votato con il ricorso alla fiducia. Il gettito complessivo che il provvedimento dovrebbe portare nelle casse dello Stato nel 2013 si attesta intorno ai 54,2 miliardi di euro, rispetto ai 49,2 della prima stesura, il pareggio di bilancio rimane comunque fissato per il 2013.

Delle molte misure approvate solo l'IVA che passa dal 20% al 21%, avrà un impatto contabile sul 2011, mentre le altre sono state oculatamente posticipate. Confermati art. 8 e licenziamenti facili, oltre al contributo di solidarietà del 3% sui redditi superiori a 300.000 euro, che farà cassa dal 2012 perchè andrà calcolato sui redditi del 2011 e sarà esteso anche oltre il 2013, fino a pareggio del bilancio. Fissato al 2014 il progressivo innalzamento dell'età pensionabile delle lavoratrici private che raggiungerà i 65 anni nel 2016. Confermati la riduzione dei tagli agli enti locali, con collegata rinuncia della norma che aboliva i piccoli comuni; approvati per i ministeri tagli e piano di spending review, insieme alla riorganizzazione degli uffici giudiziari. Edulcorate le misure anti-evasione come anticipato ieri: arresto immediato approvato solo se l'importo dell'evasione supera i 3.000.000 di euro e il 30% del fatturato. 


La casta esce comunque indenne dai tagli della manovra. Passa silenziosamente in sordina il disegno di legge anticipato alcuni giorni fa dal neo segretario Pdl Angelino Alfano, sul dimezzamento dei parlamentari. Nessuna cura dimagrante per la classe politica più obesa d'Europa che rimane a quota 930 membri: il numero dei deputati rimane a 630 (dovevano diventare 315) e quello dei senatori 315 (dovevano passare a 165). Tutti saldamente attaccati alla loro poltrona. 

Anche il contributo di solidarietà previsto per la casta parlamentare, è accuratamente limato all'ultimo momento. Alleggerito infatti il prelievo su senatori e onorevoli che, se nella stesura precendente subivano una riduzione del 50% della loro indennità nel caso in cui svolgessero contemporaneamente un'attività lavorativa con reddito uguale o maggiore al 15% dell'indennità stessa, ora sono tenuti a rinunciare a un 20% per la parte di reddito che eccede i 90.000 euro e fino ai 150000 euro e ad un altro misero 40% per la parte eccedente i 150.000 euro.



Mentre la norma era in discussione, gli indignados tentavano di bussare alle porte di palazzo Madama. Il presidio dei manifestanti composto dai sindacalisti dell'Unione sindacale di base, dai movimenti di lotta per la casa, dai comitati ambientalisti e dagli studenti di 'Atenei in rivolta' si era riunito a piazza Navona dopo lo sciopero generale del 6 settembre e aveva trascorso la notte nelle tende, per poi muoversi verso il Senato, dove hanno lanciato uova e fumogeni contro il Senato e si sono sfiorati momenti di tensione. Il corteo spontaneo si è poi spostato verso palazzo Grazioli e Montecitorio. Appuntamento confermato per venerdì mattina quando la norma sarà in discussione alla Camera.






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commentiCommenti
BASTA CON QUESTI POLITICI CHE VOGLIONO SOLO SALVARE LA LORO POLTRONA,I LORO PERSONALI INTERESSI E DEL PAESE SE NE FREGANO DIANO IL BUON ESEMPIO: STIPENDIO A 4000 EURO MENSILI AI PARLAMENTARI, SENZA ALCUN PRIVILEGIO (COSì VEDIAMO CHI REALMENTE CI TIENE A FAR POLITICA) DIMEZZAMENTO DEI PARLAMENTARI,DA FARE SUBITO ALTRO CHE I TICKET SANITARI CACCIA ALL´EVASIONE FISCALE E PATRIMONIALE PERCHè è GIUSTO CHE I SUPER RICCHI PAGHINO E NON I CITTADINI ONESTI CHE NE HANNO PIENE LE P...E
commento inviato il 12/09/2011 alle 0:59 da cittadina furiosa  





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