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ROMA / 12-09-2011

MANOVRA, APPROVATA ABOLIZIONE PROVINCE / Approvato anche il pareggio di bilancio nella manovra economica

Sparisce ogni possibilità di riduzione della casta parlamentare che rimane trincerata nei suoi privilegi, via libera alle modifiche della Costituzione.



Manovra economica, ultime notizie Italia - Dopo il consiglio dei Ministri della scorsa settimana e l'incontro tra Silvio Berlusconi e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, la manovra economica in discussione alla Camera viene rimpolpata con due importanti disegni di legge costituzionale che avranno grande incidenza sulla fisionomia del territorio e sulla credibilità del paese negli scenari europei.

Oltre al pareggio di bilancio, via libera all'abolizione di tutte le province, dopo un acceso dibattito interno e l'iniziale retro front sul provvedimento che inizialmente prevedeva la cancellazione dei soli capoluoghi con meno di  300.000 abitanti. Come ha spiegato il ministro della semplificazione Roberto Calderoli, le loro funzioni saranno espletate in tutto o in parte dalle regioni, a eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano che non sono toccate dalla riforma.

Saranno anche istituite ''forme associative fra i Comuni'' o super comuni, oltre alle dieci città metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Reggio Calabria e Bari che avranno poteri speciali. Il disegno di legge costituzionale che richiederà la maggioranza qualificata dei due terzi del parlamento per la sua approvazione, porterà alla cancellazione delle province dalla costituzione, come già auspicato dai costituenti.


Pesanti dubbi da parte dell'Idv, Antonio Di Pietro, che ricorda come il provvedimento sia stato già intralciato due mesi fa, in maniera trasversale. ''Dicono che la vogliono fare, in realtà il provvedimento arriverà in commissione per essere studiato e tra vent'anni si starà ancora studiando. Tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il parlamentare".

Il provvedimento è ovviamente sgradito all'Unione Province italiane (Upi) che annuncia una mobilitazione dei presidenti per giovedì. Secondo il presidente Giuseppe Castiglione "ci sarà un aumento dei costi della politica e si creerà un caos istituzionale". Castiglione nota anche il silenzio del governo su altri pozzi senza fondo della spesa pubblica come enti, società partecipate, consorzi che, complessivamente, hanno un costo di 7 mld di euro.


Anche l'Anci parteciperà alla mobilitazione di giovedì 15 Settembre. Come dichiarato dal vicepresidente Graziano Delrio: ''in quel giorno restituiremo le deleghe anagrafiche al Governo, visto che ogni forma di collaborazione è stata ignorata. Vogliamo rendere l'idea della drammaticità della situazione". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha partecipato al direttivo dell'Anci, ha spiegato che nella giornata di mobilitazione ci saranno "consigli aperti a tutti i cittadini e i comuni restituiranno per quel giorno la delega di anagrafe al governo".

Critiche arrivano anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani che nota come ''fare riforme a spot non dà i risultati che ci si attendono da questa riforma. Siamo convintissimi che il sistema istituzionale debba essere riformato. Chiediamo un confronto con il governo e il Parlamento per realizzare questa riforma in modo coerente, che sia un vantaggio per i cittadini e le imprese in relazione alle efficienze della funzione di governo".







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