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VITERBO / 18-09-2011
PSICO-ONLINE, LO SPAZIO DELLA PSICOLOGIA: FEBBRE DA SHOPPING / Compro quindi sono! L'euforia istantanea dello shopping selvaggio
Psico-online, la nuova rubrica di psicologia in pillole di Eleonora Di Marco... Una laurea in psicologia clinica, un master in disturbi del comportamento alimentare e tanta voglia di dimostrare le proprie capacità. Eleonora Di Marco, classe 1984, nonostante la giovane età, già da tempo è vicina alle problematiche psicosociali e serba un sogno nel cassetto: scrivere. Questa rubrica vuole, infatti, fornire spunti di riflessione e approfondimento su temi di interesse generale, inerenti la psicologia della quotidianità
Le vetrine dei negozi sembrano invocare il nostro nome, lo scintillio ed i colori dei capi sapientemente esposti, pervadono i sensi ed inebriano i pensieri. Nella mente un unico e accattivante desiderio:comprare!Spesso, si torna a casa ancora storditi dall’ euforia istantanea dello shopping selvaggio, ma ci si rende ben presto conto, che i nuovi acquisti hanno già perso il loro fascino, lasciando spazio al senso di colpa e alla frustrazione.
La sindrome da shopping compulsivo rientra a pieno titolo nella categoria delle nuove dipendenze, discendente diretta della società moderna e dei suoi falsi bisogni. Molto spesso sono i capi griffati, simboli di ricchezza e successo, a far perdere il controllo, altre volte, si compra di tutto, in maniera scomposta, in preda ad un raptus di urgenza impellente, che spinge a spendere tutto ciò che si possiede e anche di più.
La tendenza consumistica piuttosto diffusa, con connotati talvolta compensatori o quantomeno consolatori, rende più difficile segnare il confine tra normalità e patologia; in realtà i fenomeni di shopping compulsivo si collocano al crocevia tra la manifestazione del disagio individuale e lo stile di vita proposto. Chi ne è affetto certo non compra solo per riscattarsi da una giornata sgradevole o per concedersi un vezzo, lo fa perlopiù per sedare momentaneamente un senso si ansia soverchiante, nel vano tentativo di colmare un vuoto affettivo o nell’intento di mascherare l’insoddisfazione.
Si va sovrapponendo inconsapevolmente il piano dell’apparire con quello dell’essere, nell’illusione che un’immagine impeccabile possa sostituire un’ idea di sé povera e incompleta.
Quella da shopping compulsivo è forse una delle dipendenze più misconosciute e taciute, ma capace di minare seriamente il funzionamento sociale e familiare, perciò, per una diagnosi precoce, è importante saperne di più e non trascurarne i segnali.
Eleonora Di Marco
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