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TARQUINIA / 26-09-2011
ACROPOLI DI TARQUINIA / Denunciate condizioni di abbandono e incuria nell'Acropoli di Tarquinia
Alessio Gambetti, consigliere Pdl dell'Università Agraria di Tarquinia denuncia lo stato di degrado in cui versa la Necropoli, nonostante l'eccellenza delle ricerche universitarie che vi svolgono e le scoperte che vi sono state compiute.
ACROPOLI DI TARQUINIA. Denunciate condizioni di abbandono e incuria nell'Acropoli di Tarquinia - ultime notizie Tarquinia - E' del 21 settembre scorso la visita di Alessio Gambetti, consigliere di opposizione dell’Università Agraria di Tarquinia, agli scavi, che l’Università Statale di Milano, autorizzati dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, sta conducendo, presso il Pianoro della “Civita”, all'Acropoli etrusca di Tarquinia, già dal giugno 1982. Le campagne di scavo, avviate dalla prof.ssa Maria Bonghi Jovino, docente di etruscologia ed insignita, il 14 giugno 2008, della cittadinanza onoraria della Città di Tarquinia, è da sempre coadiuvata, dalla dott.ssa Giovanna Bagnasco Gianni, che ad oggi conduce le ricerche, supportata da una giovane equipe di archeologi.
Le indagini di scavo fin qui condotte dall’Università Statale di Milano, che hanno interessato anche l’Ara della Regina, mostrano come, per le origini di una topografia urbana dell’Acropoli Etrusca di Tarquinia, nome etrusco “Tarch(u)na”, si debba risalire alla fine dell’età del Bronzo, X sec. a.C., e che vede il suo “apogeo urbano”, nei primi decenni del V sec. a.C. A testimonianza, le monumentali tombe dipinte di questo periodo, presso la necropoli di Monterozzi, sono state riconosciute il 2 luglio 2004, dall’Unesco, “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.
L’aspetto altresì interessante, che caratterizza da sempre la ricerca scientifica, in campo archeologico, dell’Università Statale di Milano, è quello di far interfacciare, diverse discipline con l’archeologia, una fra tutte, è la “paleo-antropologia”, scienza che studia i resti fossili dell’uomo. Infatti, da analisi in corso sullo scheletro rinvenuto di un bambino, morto all’età di circa 8 anni, meglio noto come il “Bambino della Civita”, si sta arrivando ad interessanti risultanze, legate proprio alla storia dell’antica città etrusca. Di contro, sul fronte dello stato generale dell’Acropoli Etrusca di Tarquinia, che insiste per la sua estesa “topografia urbana”, sui terreni di proprietà dell’Università Agraria di Tarquinia, ancora oggi tristemente, continuano condizioni di abbandono e di incuria.
Per questo Alessio Gambetti ha deciso di scrivere al presidente dell’Ente, avv. Alessandro Antonelli, già sollecitato nel luglio 2010, allegando una “relazione fotografica” sullo stato di degrado in cui tutta l'area versa ormai da anni. L'obiettivo della comunicazione è quello di avanzare "proposte di intervento", contro il perdurare di tali condizioni. L’Università Agraria di Tarquinia, ha la “possibilità e l’onore di gestire”, meglio “il dovere di gestire”, un patrimonio unico al mondo, l’Acropoli Etrusca di Tarquinia – “Tarch(u)na”, la più importante città della civiltà etrusca, “ma è ora di farlo fattivamente”.
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