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VATICANO / 28-09-2011
BAGNASCO: ''PURIFICARE ARIA''/ Angelo Bagnasco rincara la dose su Berlusconi, l'Italia e il federalismo
L'attesa è stata lunga, il silenzio preoccupante, innumerevoli i segnali arrivati dal gregge. Poi le parole della Chiesa sono arrivate come una valanga sul premier Silvio Berlusconi
28 Settembre - BAGNASCO: ''PURIFICARE ARIA''. Angelo Bagnasco rincara la dose su Berlusconi, l'Italia e il federalismo - ultime notizie Città del Vaticano - Angelo Bagnasco rincara la dose e concede il bis sui malcostumi di Berlusconi e del berlusconismo. Il presidente della CEI intervenuto ieri all'incontro "La Chiesa, lo Stato, le Regioni e l'unità d'Italia" tenutosi nell'ambasciata italiana presso la Santa Sede, alla presenza di una delegazione di pacieri composta da Gianni Letta, Renato Schifani e Franco Frattini, ha di nuovo sottolineato la necessità di '' correggere abitudini e stili di vita'' per portare il futuro delle nuove generazioni al centro delle preoccupazioni degli adulti.
Bagnasco ha sottolineato anche l'importanza del volontariato sociale cattolico e della profondità della cultura italiana, che merita costante attenzione in vista della conservazione del senso dello Stato.
Quanto al federalismo, Angelo Bagnasco ha affermato che ''il nostro Paese guarda con attenzione ad un federalismo solidale, innanzitutto come espressione di quella unità di destino e di appartenenza che è ormai patrimonio irrinunciabile, radicato ed amato''. Per questo ''le Regioni, non devono essere viste come un modo surrettizio per tornare a forme preunitarie di campanilismi anacronistici, ma devono garantire una vicinanza più efficace ed efficiente dello Stato al territorio''.
Anche la Cei ha fatto sentire ieri la sua voce, con un comunicato diffuso ieri sull'andamento del dibattito fra i vescovi, in cui si legge che ''una condivisione convinta ed unanime è emersa in seno al Consiglio permanente, all'indomani della prolusione del Cardinal Bagnasco, che ha analizzato il delicato momento culturale e politico che attraversa l'Italia''. Ne emerge una riflessione ferma e pacata, e allo stesso tempo severa e approfondita, sul disagio profondo che vive il Paese, senza perdere di vista la capacità di una speranza, in grado di aprirsi al futuro.
27 Settembre - BAGNASCO: ''PURIFICARE L'ARIA''. Il monito della CEI e del Cardinale Angelo Bagnasco su Silvio Berlusconi - ultime notizie Città del Vaticano - Dopo l'auspicio di "un intenso rinnovamento etico" per il bene dell'Italia, espresso la scorsa settimana dal pontefice Benedetto XVI, ieri la Chiesa italiana ha sicuramente rincarato la dose, mettendo al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica una vera e propria questione morale.
Il Cardinale Angelo Bagnasco intervenuto ieri alla consiglio della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha sottolineato nella sua prolusione la necessità di interventi e di scelte urgenti, anche nella morale individuale, e ha dedicato grande attenzione al tema della crisi "che, a tratti, sembra produrre un oscuramento della speranza collettiva" e chiede un radicale cambiamento nella composizione della classe politica perché "circola l'immagine di un Paese disamorato, privo di slanci, quasi in attesa dell'ineluttabile".
Nei mesi scorsi la Cei aveva censurato le abitudini private del premier, così come le azioni della magistratura che la conferenza dei vescovi aveva definito eccessive, ma nel discorso di ieri, anche se il premier non è stato mai direttamente citato non è possibile individuare degli equivoci e perchè anche le responsabilità morali hanno una gerarchia, "una gerarchia interna che si evidenzia da sé".
E' per questo che, a differenza di quanto sostiene una parte consistente della classe politica, la "questione morale non è un'invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un'evenienza grave, che ha in sé un appello urgente. Non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell'esercizio del reciproco controllo''.
''Nessuno può negare - ha aggiunto Bagnasco - la generosa dedizione e la limpida rettitudine di molti che operano nella gestione della cosa pubblica, come pure dell'economia, della finanza e dell'impresa: a costoro vanno rinnovati stima e convinto incoraggiamento''. ''Si noti tuttavia che la questione morale, quando intacca la politica, ha innegabili incidenze culturali ed educative. Contribuisce, di fatto, a propagare la cultura di un'esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita''. ''Ecco perché - ha affermato il presidente dei vescovi italiani - si tratta non solo di fare in maniera diversa, ma di pensare diversamente: c'è da purificare l'aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate''.
''I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune''. E tali comportamenti sono, secondo Bagnasco aggravati da un preoccupante esibizionismo che è stato innalzato a strumento di indagine privilegiato da chi si occupa di cronaca, mentre altri punti di vista sono stati trascurati.
Per Bagnasco il degrado della vita politica del Paese sta producendo un pericoloso danno di immagine nel mondo per il nostro Paese. ''La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l'immagine del Paese all'esterno ne viene pericolosamente fiaccata''. E' per questo che in una congiuntura così difficile il prelato auspica dei comportamenti responsabili e nobili, commisurati alla durezza della situazione. Comportamenti che vadano ad arginare una deriva fatta da "racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica".
Preoccupanti anche le notazioni sul "deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui''. Comportamenti che nulla hanno a che vedere con la consapevolezza della sobrietà e della disciplina, connaturate alla militanza politica e richieste dalla stessa Costituzione.
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