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ROMA / 07-10-2011
INTERCETTAZIONI E LIBERA INFORMAZIONE / Nel ddl intercettazioni rimane il carcere per i giornalisti
Maggioranza e opposizione cercano una mediazione, ma il Pdl "stringe": 'Si può ridurre, ma la pena non si toglie'
Intercettazioni, carcere per i giornalisti, ultime notizie Roma - Si sta cercando alla Camera, tra i gruppi di maggioranza e opposizione, una mediazione possibile sulla questione del carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni irrilevanti.
In Comitato dei nove e' stato esaminato il sub-emendamento del Pd all'emendamento di Manlio Contento al ddl che prevede l'arresto fino a tre anni. Per ora nulla di fatto. I componenti della commissione Giustizia sono tornati in aula senza una soluzione.
Il Pd, con Donatella Ferranti, giudica la norma Contento "incostituzionale perche' la pena non e' proporzionale alla condotta". E aggiunge: "E' giusto sanzionare ma con multe salate, con ammende, non con l'arresto visto che le intercettazioni giudicate irrilevanti, a differenza di quelle da distruggere o da espungere, durante l'udienza-filtro possono cambiare veste durante il dibattimento e divenire rilevanti".
Ma il presentatore della proposta, non transige. Per Contento sul carcere non si discute, semmai si puo' ragionare sul numero degli anni. "Se dipende da me non se ne discute- spiega il deputato Pdl- ci deve essere una sanzione penale, non una multa.
La previsione del carcere puo' essere graduata con meno anni". Dal relatore Enrico Costa invece, al termine del Comitato dei nove, nessun commento prima di tornare in aula.
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