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VITERBO / 07-10-2011
STORIE DI PRECARIATO AL TRIBUNALE DI VITERBO / i fonici-trascrittori, precari sottopagati, chiedono attenzione
STORIE DI PRECARIATO AL TRIBUNALE DI VITERBO: i fonici-trascrittori, precari sottopagati, chiedono attenzione. Ultime notizie Tuscia.
Al Tribunale di Viterbo (Segreteria della Presidenza)
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo
Al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Viterbo
Egregi Magistrati, Gentili Avvocati,
Vorremmo porre alla Vostra attenzione un problema che affligge il sistema giudiziario da ormai venti anni e in particolar modo il Tribunale Penale di Viterbo: la mancata applicazione di un regolare contratto di categoria relativo alla professione di fonico-trascrittore degli atti dibattimentali penali. La non indifferente funzione del fonico-trascrittore all'interno dell'organigramma Giustizia subisce negli ultimi tempi ad ogni cambio di gestione delle ditte notevoli e in qualche momento enormi disagi fra i professionisti all'uopo qualificati per una mancanza di continuità lavorativa e al tempo stesso disservizi o peggio ancora scadente qualità del servizio per l'utilizzo di personale non idoneo come di seguito andiamo a precisare.
Alcuni dei sottoscritti hanno iniziato a lavorare quando ancora era in vigore l'appalto locale ma l'avvento della gara d'appalto nazionale ha sconvolto il sistema travolgendo sostanzialmente tutte le piccole imprese o cooperative che per anni avevano gestito il servizio costringendole di fatto a riunirsi in Consorzi o Associazioni Temporanee di Impresa per riuscire a partecipare al bando di gara che ovviamente è stato concepito sulle direttive della Comunità Europea.
Da quel momento però ogni singola ditta inglobata in Consorzio o A.T.I. ha adottato tipologie contrattuali diverse derivanti dalla propria costituzione societaria (multiservizi, commercio, metalmeccanico, studi professionali o semplicemente soci di cooperative) pur svolgendo i lavoratori la stessa identica mansione.
Con tale sistema si è creata una disparità non solo economica tra i lavoratori dello stesso settore ma anche di rapporto qualità spesa servizio reso sul territorio nazionale.
Oggi la situazione peggiora.
Il Consiglio di Stato stabilisce dopo due anni dall'aggiudicazione dell'ultimo appalto più sei mesi di proroga (di cui tre già trascorsi) che il Ministero della Giustizia non avrebbe dovuto affidare il Lotto numero 3 (quello appunto che interessa anche il Tribunale di Viterbo) all'Associazione Temporanea di Impresa che fino al 6 settembre 2011 ha operato per mancanza di requisiti. Così tutti i lavoratori compresi quelli con anni di esperienza nel settore si sono trovati di punto in bianco davanti ad una proposta (ovviamente non tutti, alcuni dipendenti sono stati del tutto ignorati) della ditta subentrante di un contratto a progetto il cosiddetto CO.CO.PRO. o forme di contratto diverse che in sostanza forse non riducono la retribuzione percepita ma richiedono una produzione di lavoro maggiore aumentando così le ore effettive materialmente utilizzate che rimangono non retribuite.
Di fatto peggiorando e dequalificando il personale e costringendo alcuni di noi che non hanno la possibilità di rifiutare il lavoro o che sono troppo inesperti del settore per riuscire a capire il rapporto professione (retribuzione o che non è informato sui minimi diritti del lavoratore) ad accettare condizioni contrattuali prive di copertura retributiva nei casi di malattia e con valutazioni di orari-produzione lavoro inumane e sottopagate.
Prendere o lasciare.
E lasciare oggi potrebbe significare non lavorare più in questo ambito.
Questa ennesima situazione precaria e di costante diminuzione delle retribuzioni che coinvolge i lavoratori di questo settore anche di quelli impiegati sul Tribunale di Viterbo non ha motivo di esistere se non quello di abusare di un sistema che permette di creare disoccupazione (a danno dall'intera collettività che la ripaga sotto forma di mobilità o cassa integrazione) e di peggiorare sistematicamente un servizio che essendo altamente mal retribuito non garantisce a questo Illustrissimo Tribunale di Viterbo l'idonea affidabilità e qualità del servizio che lo stesso è tenuto ad esigere.
I fonici-trascrittori che hanno ritenuto avvilenti e svilenti le proposte pervenute e si sono trovati nella condizione di poter dire ''no'' e chi di noi ha reputato giusto il diritto di salvaguardare la propria professionalità restano fermi nella volontà di reclamare i propri diritti contro questa giungla di contratti sperando che il Ministero e le aziende aggiudicatarie degli appalti possano discutere insieme ai lavoratori e ai sindacati per regolarizzare la situazione occupazionale di 1.200 lavoratori che ogni due anni si trovano costretti ad accettare condizioni lavorative sempre peggiori.
Nonostante i pressanti consigli ''Attenzione se questa ditta vincerà il prossimo appalto voi rimarrete fuori per sempre'' la nostra sofferta decisione di rischiare l'esclusione a vantaggio di una giusta e regolare applicazione di contratti di lavoro e continuità lavorativa è forte come è forte la dignità che vogliamo preservare.
Speriamo di ottenere la Vostra comprensione ma soprattutto la Vostra attenzione perché il Tribunale di Viterbo possa essere da monito e da esempio sull'intero territorio nazionale perché è giusto e dovuto di fronte all'intera collettività nazionale che contribuisce al funzionamento anche della Giustizia che siano applicate in modo corretto tutte le norme che regolano l'attività del giusto processo tra cui quella della prova testimoniale all'interno del procedimento penale tramite l'assunzione del metodo orale.
Augurandoci che tutto possa risolversi nel migliore dei modi e di poter ancora svolgere il nostro lavoro al Vostro fianco conservando dignità e professionalità, ringraziamo per l'attenzione prestata e salutiamo cordialmente.
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