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CIVITAVECCHIA / 09-10-2011

CIVITAVECCHIA, INQUINAMENTO DA TRAFFICO NAVALE / Inquinamento porti: problema sottovalutato a livello mondiale, tragicamente attuale a Civitavecchia





CIVITAVECCHIA, INQUINAMENTO DA TRAFFICO NAVALE: problema sottovalutato a livello mondiale, tragicamente attuale a Civitavecchia. Ultime notizie - Il problema dell’inquinamento causato dal traffico navale è stato clamorosamente sottovalutato a livello
mondiale. Ne è consapevole la Commissione Europea che, nel documento, datato 25 luglio 2011, di presentazione della proposta di Direttiva presentata al Parlamento Europeo per modificare le disposizioni vigenti in relazione al tenore di zolfo dei combustibili marittimi, afferma: “Storicamente alle fonti marittime non è stata prestata la stessa attenzione che è stata dedicata a quelle terrestri. Tuttavia, dato che le emissioni di inquinanti atmosferici possono attraversare grandi distanze, molte emissioni marittime avranno un impatto a terra, in particolare quando si producono vicino alla costa. È stato previsto che, senza ulteriori interventi di regolamentazione, la crescita incessante delle emissioni di SO2 e NOx del settore marittimo supererà il totale delle emissioni di questi inquinanti proveniente da tutte le fonti terrestri entro il 2020”.

Anche se non c’era bisogno di ulteriori conferme, tale analisi ribadisce che, contrariamente a quanto affermato dal presidente della Confederazione Italiana degli Armatori, le navi non sono certo “il mezzo meno inquinante che ci sia” ma, anzi, rappresentano, soprattutto per alcuni inquinanti, uno dei principali fattori di pressione ambientale e sanitaria.
A Civitavecchia, come nel resto del mondo, siamo appena all’inizio del cammino che dovrà condurre alla riduzione dell’inquinamento prodotto dalle navi, che, al di là dell’aspetto visibile dei fumi neri, è rappresentato da centinaia di tonnellate all’anno di polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, con il relativo contributo alla formazione di inquinanti secondari, quali ad esempio l’ozono.

Da questo punto di vista, se è inutile, per i noti meccanismi di rimozione psicologica dei rischi per la salute collegati all’inquinamento, diffondere allarmismi, è altrettanto inutile e scorretto lanciare messaggi che facciano pensare a un problema quasi risolto o al fatto che un fumo nero prodotto dalla combustione di derivati del petrolio non sia inquinante. Anche se domani mattina sparissero miracolosamente tutti gli episodi di fumosità che, in maniera sacrosanta, suscitano la preoccupazione della cittadinanza, rimarrebbe un lavoro enorme da fare per ridurre drasticamente le tonnellate di inquinanti prodotte indipendentemente dal colore del fumo.

La strada è lunga e tra istituzioni, cittadini e armatori, ognuno deve fare la propria parte.
Quella degli armatori non può che essere di rispettare le leggi senza aspettarsi (come, del resto, qualunque cittadino) particolari elogi e di aprire i cordoni della borsa per una manutenzione ottimale delle navi, per l’utilizzo di combustibili meno inquinanti e per sistemi di abbattimento delle emissioni, oltre che, eventualmente, per dotare le navi esistenti e di futura realizzazione degli impianti necessari al collegamento alle banchine elettrificate.
Le minacce di fuga verso porti disposti a credere che sulle navi si svolgano conclavi infruttuosi o che il combustibile utilizzato sia nero di seppia devono semplicemente essere ignorate.

Alessandro Manuedda


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