VITERBO / 10-01-2012
LAZIO, VITERBO: ISDE SOLIDALE CON AFESOPSIT / solidarietà per l’Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici
Isde, solidarietà per Afesopsit. Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo esprime solidarietà e pieno sostegno all’azione di protesta e denuncia dell’Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia - Afesopsit.
Questa associazione con un sit-in, che si sta svolgendo ininterrottamente dal 2 gennaio 2012 nella piazza del Comune a Viterbo, chiede che non vengano ridotti ed eliminati servizi pubblici essenziali per la prevenzione, diagnosi e cura delle forme di disagio psichico che, come noto, sono in costante aumento.
L’Associazione italiana medici per l’ambiente rinnova in questa occasione l’appello alla presidente della Regione, agli assessori, ai consiglieri regionali perché non siano ridotti fondi e servizi destinati al comparto sanità e attraverso rigorose e serie politiche sanitarie si metta finalmente fine ai tanti e decennali sperperi di denaro pubblico, in modo da assicurare maggiori risorse per l’assistenza e la cura dei malati del Lazio e delle loro famiglie.
Di seguito l’appello dell’Isde di Viterbo già diffuso il 19 novembre 2011
“Più risorse alla sanità per prevenire le malattie, incrementare la diagnosi precoce, migliorare le cure e i servizi di assistenza ospedaliera e territoriale nella Regione Lazio
alla luce del Piano regionale della Prevenzione 2010-2012”
L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment)
di Viterbo chiede più risorse ed efficaci strategie d’intervento per incrementare prevenzione e diagnosi precoce, per migliorare le cure e la qualità dei servizi di assistenza territoriale, ospedaliera e ambulatoriale nella Regione Lazio.
E’ assolutamente imperativo che siano destinate maggiori risorse all’assistenza sanitaria dei cittadini del Lazio in ragione del pieno rispetto del diritto alla salute e della drammatica situazione descritta dal Piano regionale della Prevenzione 2010-2012 (PRP) .
In questo documento (http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_news/PRP_2010_2012_lazio.pdf) alla pagina 18 è scritto:” Si stima che ogni anno nel Lazio si verifichino circa 20.000 primi episodi di sindromi coronariche acute, 9 ogni 1.000 maschi e 4 ogni 1.000 femmine di età superiore ai 35 anni. Circa un quinto di questi eventi porta al decesso prima che sia possibile raggiungere l’ospedale e la fatalità a 30 giorni è mediamente del 15-20%, in calo laddove si riesce ad assicurare un tempestivo ricorso alle procedure di rivascolarizzazione. Il genere femminile è un fattore di rischio per la letalità. Lo scompenso cardiaco è la più importante causa di ospedalizzazione nella fascia di età oltre i 65 anni: nel Lazio si stimano in circa 63.000
i soggetti con più di 65 anni affetti da scompenso cardiaco. Ogni anno nella popolazione del Lazio sopra i 35 anni si verificano circa 10.000 eventi cerebrovascolari acuti, l’80% dei quali in persone sopra i 65 anni, si osservano più di 9.000 ricoveri ordinari per acuti, mentre i casi prevalenti oscillano tra 30.000 e 45.000. Ogni anno gli eventi cerebrovascolari acuti sono identificati come causa principale di 3.100 decessi, la grande maggioranza dei quali riguarda persone con più di 75 anni”.
Relativamente alle patologie tumorali lo stesso documento afferma:” Secondo stime recenti ogni anno nel Lazio vengono diagnosticati circa 25.000 nuovi casi di tumore maligno in persone fra 0 e 84 anni, 5 ogni 1.000 maschi (soprattutto cute, prostata, polmone, vescica e colon) e 4 ogni 1.000 femmine (soprattutto mammella, cute, colon, polmone e stomaco). Le persone viventi con una diagnosi di tumore maligno sono circa 170.000.
In merito alle patologie cronico-degenerative :” Fra le patologie a più alta prevalenza si colloca la broncopneumopatia cronica ostruttiva con 223.000 casi stimati nel Lazio (8% tra i maschi e 6% tra le femmine sopra i 35 anni), oltre 13.000 ricoveri ospedalieri ordinari per acuti/anno in cui la BPCO e indicata come diagnosi principale e altri 26.000 in cui essa figura come diagnosi secondaria.
La prevalenza del diabete nel Lazio è stimata intorno al 5%, per un numero totale di diabetici pari a circa 280.000, di cui circa il 37% soffre di almeno una complicanza, mentre il 14% e in dialisi per nefropatia diabetica. Le patologie neurodegenerative dell’anziano generano un limitato numero di ricoveri
ospedalieri (nel 2009 lo 0,3%) ma sono responsabili di un forte impatto sui servizi e sulle famiglie. Trasponendo al Lazio i dati dello studio ILSA (Italian Longitudinal Study on Aging) che ha prodotto stime di prevalenza variabili da 2,5% a 6,8%, si ottengono valori di numerosità assoluta che oscillano fra le 27.000 e le 75.000 persone.
E per quanto riguarda il quadro socio-demografico viene riportato:” Il quadro demografico della popolazione laziale (5.626.710 abitanti, dati ISTAT 1/1/2009) è caratterizzato da una tendenza all’invecchiamento, con un incremento della classe di età 65 anni e più di circa il 20% in un decennio che ha portato la consistenza numerica di questa classe di età superiore al milione di persone (tabella 1). Mediamente la percentuale di soggetti della classe di età anziana è del 19,7% mentre quella di ultra75enni è del 9,3%. Questi dati si evincono anche dalle modificazioni della piramide per sesso ed età della popolazione (figura 2) e, congiuntamente alle dinamiche epidemiologiche, rendono conto delle modificazioni complessive in atto nelle necessità assistenziali e sanitarie della popolazione”.
Alla luce di quanto descritto in questo documento ufficiale di programmazione sanitaria regionale
l’ Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde di Viterbo chiede alla presidente della Regione, agli assessori, ai consiglieri regionali di porre in essere rigorose e serie politiche sanitarie che finalmente mettano fine ad ogni sperpero delle risorse economiche e possano assicurare elevati livelli di prestazioni sanitarie, in forma di prevenzione, assistenza e cura , adeguati e rispondenti alla drammatica situazione dello stato di salute sofferto dai malati del Lazio e dalle loro famiglie e ai dati riportati nel Piano regionale della Prevenzione 2010-2012 .
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