TARQUINIA - VITERBO / 05-02-2012
LAZIO, TARQUINIA SOFFOCATA DAL CEMENTO / Nell'Etruria meridionale, amministratori al servizio dei cementificatori
Grazie allo scudo evasori, corrotti, concussi e mafiosi di tutte le latitudini hanno ripulito somme occultate all'estero e le hanno riversate abbondanti nel mercato immobiliare, che è stato come drogato dal denaro riciclato
LO SCENARIO IN ITALIA
“La disponibilità di territorio agricolo si sta erodendo pericolosamente (e certo non è più riconvertibile una volta sigillato e impermeabilizzato dagli usi urbani), ... In Italia, in soli sei anni (dal 2000 al 2006) la quota di territorio nazionale impermeabilizzato è aumentata di ben un punto percentuale, passando dal 5,3% al 6,3%.” ( Rapporto Censis 2010). Il Censis ci informa inoltre che ogni giorno gli speculatori ricoprono di cemento 55 ettari di suolo agricolo e la bolla immobiliare è prossima ad esplodere come già accaduto in Irlanda, Spagna, Gran Bretagna e USA. In Italia tra il 1995 e il 2009 sono state costruite oltre 10.000.000 di unità abitative.
Poi la crisi, i fallimenti e la “scoperta” che milioni di case inutili hanno divorato terra fertile e sottratto risorse economiche a settori produttivi capaci di creare ricchezza e lavoro. Alcuni aspetti del mercato immobiliare sono poco noti. I più non sanno che ingenti somme di denaro sono tornate in Italia grazie allo scudo fiscale e sono state spese in buona parte comprando immobili. Grazie allo scudo evasori, corrotti, concussi e mafiosi di tutte le latitudini hanno ripulito somme occultate all'estero e le hanno riversate abbondanti nel mercato immobiliare, che è stato come drogato dal denaro riciclato.
Ma il vero stato di salute del real-estate (fondi d'investimento immobiliare e simili) lo segnano gli indici di borsa di settore degli ultimi 2 anni. Tutti a picco, a dimostrazione che banche, assicurazioni e altri gruppi speculativi hanno tolto i soldi dal comparto immobiliare sapendo che i valori delle case scenderanno in misura consistente per ciclicità del mercato ed eccesso di offerta.
Ma nessuno lo dice alle famiglie che continuano a pensare al mattone.
Chi oggi, con difficoltà ottiene un mutuo fondiario subisce dalla banca un basso valore di stima ipotecario, che prefigura il valore futuro.
La situazione economica del paese è disastrosa e gli immobili saranno presto nella tempesta.
Molti non producono reddito, sono sfitti; lo Stato, troppo sensibile alle ragioni di chi, per incassare la rendita fondiaria, vuole costruire e vendere case, non s'è preoccupato di emanare una moderna legislazione sull'affitto.
In questo quadro la redditività di seconde e terze case è più a rischio.
UN CASO EMBLEMATICO NEL LAZIO, A TARQUINIA, IN MAREMMA
Mettiamo ora a fuoco quanto accade a Tarquinia. Negli ultimi dieci anni un migliaio di ettari di terra sono stati sottratti all'agricoltura per essere “ri-destinati” a cemento e asfalto. Ogni volta in consiglio comunale molti si sono riempiti la bocca con la parola “sviluppo”, nel tentativo di coprire la dipendenza a centri di potere esterni. Sempre lo stesso copione: presentazione celere ai consiglieri, qualche “doverosa” domanda dell'opposizione, bocche cucite nella maggioranza, rapida votazione e approvazione quasi unanime. Qualche volta ci sono stati dei rompiscatole che hanno messo i consiglieri di fronte a responsabilità gravi. Così è accaduto nel 2009 con il cementificio, bloccato in extremis, poco prima dell'approvazione voluta dal sindaco Mazzola, nonostante il progetto fosse corredato di carte fasulle. Dietro il cementificio c'è ancora mistero e silenzio. Mazzola forse è l'unico che sa chi si cela nell'anonimato della “Cordusio”, proprietaria della srl che ha presentato il progetto delle carte fasulle. Ai consiglieri, eccetto uno, non è interessato saperlo anche per conoscere quali capitali circolano a Tarquinia. La stessa cosa è poi accaduta con la lottizzazione industriale della UBI Leasing.
Sanno i consiglieri comunali chi c'è dietro la UBI Leasing?
Ricordiamo anche la vicenda dell'autostrada tirrenica: inutile, dannosa e costosa – 4 miliardi di euro contro gli 800 milioni per la messa in sicurezza della statale Aurelia.
L'autostrada passerà tra le case di Tarquinia ed è stata approvata in modo bipartisan dai soliti silenti consiglieri, che hanno detto sì ad un inquinamento 5 volte maggiore di quello prodotto dalla statale attuale. Inoltre hanno assentito alla privatizzazione dell'Aurelia con annessi pedaggi e distruzione di altre centinaia di ettari di terra agricola.
Tornando all'Italia soffocata dal cemento, Tarquinia fa la sua parte. Vari amministratori hanno alacremente lavorato negli ultimi dieci anni per i cementificatori. Grande è stato il loro impegno per la rimozione del vincolo di “Zona di recupero e riqualificazione ambientale” che gravava sulle lottizzazioni costiere di San Giorgio e Pian di Spille, vincolo destinato a contenere la totale compromissione di alcuni dei nostri gioielli ambientali.
(La foto pubblicata è stata scattata sulla costa di Tarquinia dopo una delle alluvioni che hanno colpito il territorio della città tirrenica)
Comitato Citta
(Comitato Indipendente per la Tutela del Terrritorio e dell'Ambiente)
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