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ROMA / 02-02-2012

GREENPEACE: ROTTE A RISCHIO E CASO COSTA CONCORDIA / Greenpeace raccoglie firme per chiedere regole precise sulla navigazione





Caso Concordia e rotte a rischio. Ultime notizie Roma - UnoNotizie.it -
Nelle scorse ventiquattro ore oltre quindicimila cittadini hanno chiesto al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera di definire regole precise per la navigazione ed evitare un’altra tragedia come quella della Costa Concordia al Giglio.

Attraverso una petizione online attiva sul sito www.greenpeace.it, migliaia di cittadini stanno chiedendo al ministro Passera di emanare al più presto, in accordo con il ministero dell’Ambiente, un decreto interministeriale che regoli il traffico marittimo nelle zone a rischio ambientale, come il Santuario dei Cetacei, vietando gli avvicinamenti pericolosi alle coste. Dal Ministero però non arriva ancora nessuna risposta.

«Vogliamo subito un decreto per tutelare le aree marine a rischio e prevenire disastri come quello della Costa Concordia - dichiara Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace. Mentre il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, si è già espresso a favore di una regolamentazione severa in proposito, il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, continua a ignorare il problema».

Venerdì scorso Greenpeace ha protestato davanti al ministero dei Trasporti a Roma, consegnando al ministro Passera una lettera in cui chiede di non perdere altro tempo prezioso e di emanare con urgenza disposizioni per evitare altri disastri. Adesso migliaia di cittadini si stanno unendo a questa richiesta: “Sbrigati Ministro il ritardo Costa”.

Oltre alla perdita di decine di vite umane, il naufragio della Concordia rischia di provocare un grave disastro ambientale nel bel mezzo del Santuario dei Cetacei, un'area che dovrebbe essere protetta dal 2001. Se oggi la priorità è la rimozione del carburante, non bisogna dimenticare l’impatto che potrebbero avere le tonnellate di altre sostanze inquinanti presenti nel relitto: centinaia di litri di vernici, smalti, insetticidi, detergenti, circa 1300 metri cubi di acque nere e grigie, oltre a decine di quintali di cibo e bevande.

«Da anni Greenpeace denuncia la totale mancanza di tutela del Santuario dei Cetacei. Mentre gli incidenti si ripetono, i rischi e il degrado sono in aumento. Non vogliamo attendere il prossimo disastro. E ora che tutti gli attori politici coinvolti si assumano le proprie responsabilità, a cominciare dal ministro dei Trasporti» conclude Monti.

Regione Liguria e Toscana si sono impegnate a convocare entro fine mese un tavolo tecnico per la salvaguardia del Santuario. Visto il crescente degrado ambientale e l’urgenza di porvi rimedio, Greenpeace chiede che a questo tavolo partecipino anche i ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, per decidere finalmente reali e vincolanti misure di protezione.


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