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TARQUINIA / 11-02-2012
LAZIO, TARQUINIA: COLATE DI CEMENTO MINACCIANO IL LIDO / Altre devastazioni nella costa di Tarquinia
LAZIO, TARQUINIA: COLATA DI CEMENTO MINACCIA IL LIDO / Altre devastazioni sulla costa di Tarquinia
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La perdita di terre coltivabili e fertili è una sciagura che pagheremo cara
Nuove devastazioni attendono la costa di Tarquinia, celate dietro l'acronimo PIN (Programma Integrato d'Intervento), strumento inventato dai cacciatori di rendite e dalla partitocrazia per superare le regole urbanistiche e cementificare anche là dove sembrerebbe impossibile. Una colata di cemento è in arrivo al Lido e non è un'eredità del passato. Il PIN del Lido è roba fresca che ricorda un po', a Tarquinia, la vicenda del cementificio di Pian de' Cipressi di proprietà della Cordusio SpA, società anonima che cela chissà quali interessi.
Nel 2009 il Sindaco Mazzola presentò all'approvazione del Consiglio Comunale il progetto del cementificio corredato di documenti fasulli; i cittadini se ne accorsero e impedirono lo sconcio. Che c'entra con il Lido? Anche il PIN del Lido di Tarquinia contiene dati errati e si tratta dei dati utili a far comprendere ai non addetti ai lavori le dimensioni della colata.
Un “refuso” anche stavolta, come fu detto per il cementificio?
Nel PIN del Lido l'errore riguarda il numero di nuovi abitanti e questo impedisce di capire quante casette seppelliranno ancora le nostre migliori terre agricole. Invece di 667 abitanti, nel PIN c'è scritto 44, numero che non lascia pensare alle 200 e più villette previste e che con l'aria che tira resteranno probabilmente invendute. Il mattone però fa gola ai capitali da “reinvestire”.
A questo punto è bene che parli il testo del funzionario comunale che ha redatto l'istruttoria.
Dopo aver affermato che il PIN trasformerà una zona destinata a verde pubblico in una mega lottizzazione, aggiunge: “ ... considerato che la proposta non contiene indicazioni specifiche circa la tipologia di opere pubbliche da realizzarsi ... si ritiene opportuno segnalare la necessità di individuare interventi d’interesse pubblico volti a risolvere carenze, disfunzioni e degrado dell’attuale insediamento ... sviluppandosi [il PIN nds] interamente all’esterno dello stesso e rischiando quindi ... di costituire di fatto un ampliamento dell’attuale territorio urbanizzato, con effetti marginali di riqualificazione e riorganizzazione del territorio. “
Tradotto: per sua natura il PIN dovrebbe riqualificare e migliorare il Lido di Tarquinia, ma il funzionario sembra piuttosto scettico che ciò avvenga.
Alla fine restano i soliti numeri: come terreno agricolo l'area interessata dal PIN (quasi 14 ettari di cui 7 costruiti) vale 700.000 euro, come area urbana potrebbe valere almeno 10.000.000 di euro. Un bel regalo per chi propone il PIN, un regalo che potrebbe generare tanta gratitudine verso i politici.
L'Amministrazione non ha avuto nemmeno il pudore di applicare l'Art. 8 della Legge Regionale 72/1975, specifico per gli insediamenti turistici, che avrebbe limitato l'intervento a metà delle villette previste. Forse lo farà in seguito per far finta di tutelare il territorio.
Articolo 8, o meno, lo spreco di suolo agricolo va contrastato: le nuove costruzioni inutili, ed è questo il caso del PIP del Lido di Tarquinia, servono solo ad aggravare la già pesante crisi economica.
L'edilizia ha bisogno di essere sostenuta verso l'unico comparto che può avere un futuro nei tempi duri e bui verso cui ci stiamo avviando. È la manutenzione con miglioramenti delle case esistenti, puntando su risparmio energetico, comfort e qualità ecologica degli spazi in cui viviamo.
La manutenzione edilizia non piace a chi sogna di convertire i suoli agricoli in facili arricchimenti, grazie a politici ignoranti e miopi, ma la perdita di terre coltivabili e fertili è una sciagura che pagheremo cara.
Comitato CITTA
(Comitato Indipendente Tutela Territorio Ambiente)
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