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ROMA / 12-02-2012
SVILUPPO ECONOMICO / Il Cile tra modernizzazione e disuguaglianza
Cile, sviluppo economico e rivendicazioni sociali, ultime notizie attualità - Sudamerica: uno scenario lontano e apparentemente indifferente ai grandi mutamenti economici e sociali del nostro tempo. La crisi globale infatti sembra non scalfire una delle aree più in crescita del pianeta, dove però viene notato che un pericolo presente all’orizzonte potrebbe essere quello cinese. I paesi sudamericani, Brasile e Cile in testa, fondano la loro ricchezza e quindi la loro crescita, sull’esportazione di materie prime, per questo anche se non sembra pesare la flessione della domanda proveniente dagli USA, a fronte del boom economico cinese, rimane sempre il pericolo di un rallentamento dell’economia del celeste impero, con conseguente crollo della domanda indirizzata al Sudamerica.
Nonostante uno sviluppo che non sembra conoscere ostacoli e il consistente rientro di emigrati dall’Europa e dagli Stati Uniti sul piano sociale la situazione è tutt’altro che rosea. Mentre in questi giorni il Brasile si confronta con l’ultima infelice scelta del Presidente Dilma Roussef che ha deciso di abbattere 40.000 ettari di foresta amazzonica, con conseguente spopolamento delle popolazioni indigene, per costruire uno tra i più grandi impianti idroelettrici del paese, anche il Cile è animato da proteste sempre più accese. A fronte di una crescita economica sempre più netta (confermato in tasso del 6% anche quest’anno), ciò che viene rimproverato alla politica dal Movimento Studentesco, sostenuto anche dagli omologhi peruviani, è la mancanza di un’equa distribuzione del reddito che fa fatica a toccare le classi meno abbienti del tessuto sociale e rimane concentrato nelle mani della classe dirigente. Protagonista indiscussa delle manifestazioni che stanno animando il Cile è Camila Vallejo Dowling, studentessa di 23 anni, arrivata proprio in questi giorni anche in Italia, che con il suo blog e il suo profilo Facebook acquista sempre maggiore popolarità e inizia a intimidire anche il presidente cileno Sebastián Piñera, la cui popolarità è di gran lunga diminuita negli ultimi mesi.
Le rivendicazioni del movimento studentesco sono semplici e chiare: come ha spiegato Camila Vallejo l’obiettivo principale della protesta è il raggiungimento di una scuola pubblica gratuita e di qualità che vada a soppiantare quella classista e dispendiosissima che esiste in Cile dai tempi della dittatura. Proveniente dalla Facoltà di Geografia dell’Università del Cile, Camila Vallejo è stata eletta presidente della Fech (Federazione degli Studenti dell’Università del Cile) e dopo pochi mesi è diventata la leader indiscussa di una delle ribellioni più massiccie del secondo dopoguerra. Sono infatti circa settecento gli istituti scolastici occupati e nell’ultimo mese sono state tre le manifestazioni di piazza che hanno portato circa duecentomila persone a richiedere un cambiamento netto anche nelle istituzioni universitarie.
In Cile infatti anche le università statali hanno delle rette tra le più alte dei paesi appartenenti all’Ocse e obbligano perciò le famiglie a contrarre esosi debiti che si protraggono per decenni. Tale situazione va imputata agli scarsissimi investimenti pubblici nelle istituzioni universitarie che, oltre a essere carissime e carenti della benché minima organizzazione, sono anche, di fatto, delle organizzazioni a scopo di lucro, sebbene la legge lo vieti. A fronte delle richieste studentesche, il governo ha risposto con un progetto di legge denominato Gane che prevede una robusta immissione di denaro pubblico nell’istruzione, anche se è stato prontamente rifiutato dagli studenti che richiedono riforme strutturali che aboliscano la rigidissima differenza tra classi che viene imposta fin dall’infanzia.
Le proteste studente sono state così accese da determinare nei giorni scorsi lo spostamento del ministro dell’educazione Joaquín Lavín a un altro dicastero e il coinvolgimento di parti sempre più ampie della popolazione, affascinate dalle manifestazioni di protesta dei giovani indignados cileni che caratterizzano le loro rivendicazioni civili per un’atmosfera carnevalesca che unisce carri allegorici, balletti, baci collettivi, narrazioni teatrali e spettacoli. Se il movimento di protesta era un fenomeno che sarebbe comunque esploso, date le inique condizioni sociali, le speranze maggiori del movimento rimangono però affidate a Camila Vallejo che ne rappresenta un sicuro punto di riferimento. Camila Vallejo incanta per la sua bellezza ma sfodera costantemente le armi dell’argomentazione razionale, dell’analisi economica e sociale, della freddezza e del rigore logico sostenuto da numeri e dati. I politologi vedono in lei intelligenza, maturità politica e carisma, ma anche intuito politico, insomma tutte le qualità necessarie per diventare una grande leader.
Simone Casavecchia
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