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TORINO / 11-03-2012
VAL SUSA / No Tav e governo Monti sembrano indiani e cowboy. Bersani e Colle incapaci d'ascoltare
Val di Susa, No Tav, ultime news Torino - Silenzio, non disturbate il macchinista. Storia dei nostri giorni. Un manipolo di coraggiosi indiani sta cercando di difendere il suo territorio dall’ingordigia e dalla stupidità dei cowboy. Si sa come la pensano i cowboy e si sa anche che senza di loro probabilmente non ci sarebbe stato nulla di quello che abbiamo creato in termini di progresso. Molto nel bene, altrettanto nel male. I cowboy considerano lo spazio come qualcosa che appartiene alla loro voglia di arricchimento e non vanno molto per il sottile. Dove c’è un ostacolo lo abbattono, dove c’è da trivellare trivellano, dove c’è da fare una guerra la fanno. Sono pragmatici, portano il futuro.
In Italia si dibatte da anni su molte cose. Dapprima il nucleare, che volevano imporci. Per liberarcene ci sono voluti ben due referendum e molte catastrofi. Ora i TAV, la via regia di ogni luminoso progresso. Ne sappiamo qualcosa in Toscana, dove hanno sconvolto un intero territorio, il Mugello, per permettere qualche minuto in meno tra Firenze e Bologna, producendo danni incalcolabili in termini di inquinamento e di perdite di risorse idriche. Presto lo sapremo a Firenze, dove la talpa si prepara a scavare un tunnel lungo lungo, e molto storto, per garantire un risparmio di circa cinque minuti nella tratta Roma Milano. Naturalmente, si obietta giustamente, se fosse stato per gli indiani vivremmo ancora nelle tende. E in effetti è così. Per questo non si possono lasciare decisioni che riguardano tutti a un conflitto tra indiani e cowboy, anche perché il finale è ormai noto.
Sarebbe meglio porre domande appropriate ai tecnici, dare la massima trasparenza alle informazioni, affidare alla politica il compito di comporre e mediare, al fine di trovare le soluzioni migliori. Insomma trattare il problema secondo le regole della democrazia. Questo mi sarei aspettato dicesse il responsabile dell’ex opposizione ombra, l’ineffabile Bersani. Questo avrei voluto che dicesse almeno il capo dello stato. Il quale invece, abbandonando il suo ruolo di rappresentante di tutti, di buon padre di famiglia, si è espresso in questi termini: “C’è bisogno nel paese di un clima costruttivo nel quale l’attenzione e gli sforzi si concentrino sull’impegno a garantire sviluppo, occupazione, giustizia sociale”. Come se questo non bastasse, Napolitano ha detto anche no a un confronto diretto con gli amministratori della Val di Susa, chiesto in occasione della sua visita a Torino.
In questo modo, Signor Presidente, ha deciso di giocare, scegliendosi il ruolo di un qualunque cowboy. Questo suo rifiuto non riguarda più la democrazia, ma la cortesia. Perché smettere di ascoltare? Ha paura che venga fuori la verità e che gli indiani possano convincerlo delle loro buone ragioni? I cowboy, signor Presidente, contano sull’uso della forza per portare a compimento un progetto, sulla cui utilità in molti nutrono dubbi, occupando un territorio dove i lavoratori poi dovranno lavorare sotto scorta. Sono i deboli ad appellarsi alla legge, a richiedere la protezione della politica. Gli altri, i cowboy, da sempre fanno da soli. Come diceva Tacito, che di loro ancora non sapeva nulla, ma conosceva bene i metodi del potere, fanno un deserto e poi lo chiamano pace. Il problema che si pongono in molti, caro presidente, è se questo sistema debba continuare o se possa essere messo sotto controllo dai tecnici e dalla politica, cioè da tutti noi che vogliamo sapere per poter decidere.
La mentalità dei cowboy, il loro modo pragmatico di procedere, ha creato enormi e irrimediabili disastri all’ambiente, lo sa? Penso sia il caso si smettere di giustificare ogni scelta, per quanto dannosa, riempiendosi la bocca di parole come sviluppo, occupazione e giustizia sociale. Lo avevano fatto per il nucleare. Ci stanno riprovando. Per quello che riguarda Lei, Le chiedo di riportare alla ragione coloro che non vogliono perdere tempo con le buone maniere imposte dalla democrazia. Ci deve essere il tempo di ascoltare, o tra poco verrà prescritto a chiare lettere quello che molti di noi temono di dover leggere di nuovo, ma con molta più ipocrisia. “Silenzio. Per il vostro bene, non disturbate il manovratore”.
Renato Palma
FONTE: www.affariitaliani.it
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