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MILANO / 18-05-2012
UMBERTO BOSSI INDAGATO PER TRUFFA / Il reato contestato a Bossi è truffa ai danni dello Stato insieme al tesoriere Belsito
Iscritti al registro degli indagati anche i figli di Bossi: Riccardo e Renzo
LAZIO ultime notizie ROMA – unonotizie.it - Il senatore Umberto Bossi è indagato per truffa ai danni dello Stato insieme con l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. L’iscrizione per l’attuale presidente e storico segretario del Carroccio riguarda i rimborsi elettorali incassati dalla Lega nel 2010 con il relativo rendiconto del 2011: l’ammontare della cifra si aggira intorno ai 18 milioni di euro.
Bossi risponde in concorso con l’ex amministratore indagato anche dalle procure di Reggio Calabria e Napoli. Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche i figli Renzo e Riccardo per appropriazione indebita, reato relativo alle spese personali dei due fatte con i soldi del partito. Anche qui è imputato lo stesso Belsito per concorso.
La Procura di Milano ha indagato anche il senatore Piergiorgio Stiffoni e Paolo Scala, il finanziere che aveva gestito l’affare della Tanzania, per riciclaggio. Per Stiffoni l’accusa è di peculato per aver utilizzato i soldi che erano sui conti della Lega a Palazzo Madama. L’indagine in questo sarà spostata alla procura di Roma, per conflitto di competenza.
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Umberto Bossi risponde alle accuse come rappresentante legale del partito e come firmatario dei rendiconti che portano all’erogazione dei rimborsi elettorali. Nei suoi confronti non c’è alcuna contestazione che riguarda presunte spese personali. Ancora in corso di accertamento le cifre di denaro di cui Riccardo e Renzo Bossi si sarebbero indebitamente appropriati; è stata disposta a proposito una consulenza tecnica la quale dovrà fare luce sull’eventuale utilizzo dei fondi pubblici. Secondo il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati “è sufficiente avere l’indicazione che i fondi destinati al partito sono stati usati per altri scopi”.
Lo scandalo che ha travolto la Lega coinvolge ben tre procure: Milano, Napoli e Reggio Calabria, anche se a iscrivere nel registro degli indagati il nome dei Bossi è stata nei giorni scorsi quella lombarda. Le ultime due indagano per riciclaggio relativo anche agli investimenti in Tanzania e Cipro di circa 6 milioni di euro.
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