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BOLOGNA / 30-05-2012
TERREMOTO EMILIA ROMAGNA / Ripetute scosse di terremoto in Emilia, oltre 5mila nuovi sfollati
In Italia sono 100mila gli edifici non adeguati. In arrivo quattro nuovi moduli di assistenza alla popolazione. E l'Isi avverte: "In pericolo anche scuole e ospedali"
Terremoto Emilia Romagna, ultime notizie Bologna - E' salito a circa 7.000 il numero degli sfollati nei comuni colpiti dal sisma in Emilia. Lo comunica l'Agenzia regionale di protezione civile. Fatto sta che a fronte delle nuove richieste di assistenza avanzate dai cittadini, e' stato necessario ricorrere a quattro nuovi moduli da 250 posti ciascuno, forniti dalle Regioni Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria e dall'associazione nazionale di Volontariato delle Misericordie che arriveranno entro oggi. Attualmente, dunque i numeri dell'accoglienza nei Comuni colpiti dal sisma sono questi: 12 campi di accoglienza, 46 strutture di accoglienza al coperto (palestre, strutture comunalie altro), 14 alberghi. I volontari di protezione vivile impegnati nell'attivita' di assistenza sono circa 1200, di cui 700 provenienti dall'Emilia-Romagna e 500 da altre Regioni.
L'Agenzia regionale di protezione civile sta pianificando le turnazioni per garantire la prosecuzione delle attivita' di assistenza nei prossimi giorni. Prosegue intanto l'attivita' delle squadre dei pompieri (3.000 sopralluoghi e verifiche sugli edifici) e del Nucleo di valutazione (squadre di tecnici della Protezione civile, del Servizio geologico regionale, dei Servizi tecnici di bacini, integrati da geometri e ingegneri volontari di protezione civile) che hanno effettuato un migliaio di accertamenti di agibilita'. L'Agenzia regionale di protezione civile sta definendo un piano per le opere provvisionali su strutture ed infrastrutture pubbliche e private (interventi urgenti per garantire la pubblica incolumita' e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso), in raccordo con il Dipartimento nazionale di Protezione civile, i Vigili del fuoco, i sindaci, i Centri coordinamento soccorsi, i Centri unificati provinciali di protezione civile.
"In Italia sono oltre 100.000 le strutture non adeguate al rischio sismico, tra cui anche scuole e ospedali". Lo segnala Agostino Marioni, presidente dell'associazione ingegneria sismica italiana (Isi), oggi a Bologna per un convegno organizzato dall'Isi sul tema delle costruzioni antisismiche. Per adeguare gli edifici esistenti, spiega Marioni, "ci sono varie tecnologie, usate anche a L'Aquila e di cui andrebbe diffusa la conoscenza". Il presidente dell'Isi parla in particolare della tecnica dell'isolamento sismico, ovvero l'inserimento nei pilastri che sorreggono le strutture di isolatori fatti in acciaio, gomma o materiali sintetici. Questi inserti, spiega Marioni, "isolano la struttura dal terreno filtrando e in parte assorbendo le onde sismiche". L'alternativa resta sempre "aumentare la resistenza degli edifici con rinforzi o armature". In parallelo al tema delle costruzioni antisismiche, il convegno si � concentrato anche sulle assicurazioni, che per volere del Governo Monti dovrebbero prendere il posto degli indennizzi statali alle persone che colpite dal terremoto. Un decreto che, comunque, non si applica agli abitanti delle province di Modena e Ferrara colpiti dal sisma di domenica, perch� non ancora applicato (manca il regolamento attuativo, da approvare entro 90 giorni). Per Marioni, l'introduzione delle assicurazioni volontarie "dar� grande incremento ai sistemi di prevenzione sismica, a tutto beneficio del patrimonio". Dello stesso avviso pure Alberto Monti, consulente Ocse sulle assicurazioni per rischi catastrofali e docente di Diritto comparato all'Universit� di Pavia, uno dei relatori al convegno di oggi.
Il passaggio al sistema assicurativo "d� alcuni vantaggi- spiega Monti- prima di tutto, rende certa la prestazione a fronte di un danno. Oggi, infatti, il contributo dello Stato � discrezionale e variabile a seconda delle risorse disponibili". Inoltre, nel decreto "� prevista la deducibilit� del premio e agevolazioni fiscali sull'aliquota", tasse che ora toccano il 22-25%. Infine, il premio assicurativo sar� "legato al rischio sismico". Dunque, sostiene Monti, dare un valore monetario al possibilit� di essere colpiti da un terremoto funziona "anche come educazione al rischio sismico e spinge il cittadino ad adottare contromisure". Insomma, per gli esperti il decreto del Governo "� un primo passo. Ma non basta". Secondo Monti, infatti, "il mercato delle assicurazioni volontarie in Italia non prende piede, perch� la gente non crede che lo Stato smetter� di dare indennizzi". E in effetti, neanche nel decreto "� detto con sicurezza che lo Stato azzera il proprio contributo". Il passaggio al sistema assicurativo volontario "� sicuramente un messaggio importante- insiste il giurista- ma bisogna vedere quali alternative concrete ci sono all'indennizzo statale: adesso � poco credibile dire che lo Stato non pagher� pi�". Secondo Monti, serve un "sistema di assicurazione agevolato" e, soprattutto, bisogna "pensare al problema in modo pi� strutturato". Una soluzione potrebbe essere creare "una societ� veicolo, partecipata con fondi pubblici, come avviene in Francia e in Spagna", suggerisce il docente.
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