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RAVENNA - ROMAGNA / 07-06-2012
TERREMOTO EMILIA ROMAGNA / Nuova scossa di terremoto a Ravenna nella mattina del 6 Giugno
La nuova scossa sismica di stamattina è stata avvertita nelle province di Ravenna e Ferrara e nelle Valli di Comacchio e ha raggiunto una magnitudo di 4.5 gradi
EMILIA ROMAGNA ultime notizie RAVENNA – BOLOGNA – unonotizie.it – Lo sciame sismico e le scosse di assestamento del terremoto dell’Emilia Romagna continuano a non dare tregua alla popolazione emiliana. Anche ieri la terra ha infatti continuato a tremare intorno alle 6.08, ora in cui si è sviluppata una scossa di 4.5 gradi di magnitudo. L’epicentro è stato individuato in mare, al largo di Ravenna. La scossa di intensità molto minore rispetto a quelle del 20 e del 29 Maggio è stata comunque percepita chiaramente; i danni non sono stati ancora stimati con precisione ma non sono ingenti. La paura stavolta ha assalito anche la Romagna che era stata fino a ieri ritenuta immune da qualsiasi pericolo sismico.
Intanto continua la conta dei danni delle scosse dei giorni scorsi che ammonterebbero a circa 67 milioni di euro. Sono 57 gli impianti idrici lesionati e, dopo la pioggia, di teme ora per il sole e la siccità, che potrebbe diventare un rischio reale considerati i danni agli impianti idrici e di bonifica. I rischi maggiori sarebbero per la cosiddette “Food Valley”, i distretti produttivi a forte vocazione agroalimentare tra Modena, Ferrara, Mantova e Bologna e il peggioramento delle condizioni degli oltre 12.000 sfollati, già allo stremo nelle tendopoli.
Salito a 26 il numero delle vittime: dopo una settimana di coma e' morta una donna della provincia di Ferrara e anche un’altra di Cavezzo. La regione intanto aggiorna i numeri dell'emergenza: 54 Comuni colpiti, oltre 12mila sfollati, 4.500 persone al lavoro tra volontari e forze dell'ordine, oltre 71.000 gli alunni di 223 scuole danneggiate.
Il problema pià grave di questi giorni è stato però segnalato dalla Cgil secondo cui alcune aziende chiedono a chi vuole tornare a lavorare di firmare una liberatoria da ogni responsabilita'. Gli emiliani vogliono rialzarsi al piu' presto, riprendere la vita quotidiana ma soprattutto il lavoro sul posto. Anche la proposta della Regione di dare contributi solo alle aziende che resteranno sul territorio va in questa direzione: una scelta, ha sottolineato in Aula l'assessore alle Attivita' produttive Gian Carlo Muzzarelli durante la seduta dell'Assemblea legislativa, per evitare delocalizzazioni. Tornare all'opera, dunque, ma intanto la Cgil dell'Emilia-Romagna svela una sorta di ricatto da parte di alcune aziende per evitarsi guai in caso di nuove scosse nefaste per i lavoratori che tornano all'opera.
''Stiamo ricevendo segnalazioni su alcune aziende - rende noto il sindacato mostrando una liberatoria su carta intestata di una ditta di Carpi - che cercano di bypassare l'ordinanza del Dipartimento della Protezione civile (datori di lavoro che hanno l'obbligo di verificare la sicurezza delle strutture, ndr), facendo firmare ai lavoratori liberatorie individuali. Un atteggiamento di irresponsabilita' e indecenza''. ''Io ho sempre detto che bisogna ripartire subito, ma in sicurezza, ribatte a distanza il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che aggiunge: ''la prima considerazione deve essere la sicurezza''.
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