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ROMA / 15-06-2012
LAVORO E CRISI: ESODATI / Sugli esodati proteste contro ministro Fornero e scontri a Montecitorio
Il movimento guidato dalla FIOM stavolta assume nomi diversi: Occupy Pantheon, Occupy Fornero, ma con un solo obiettivo, cambiare la sorte degli esodati. Negli scontri davanti a Montecitorio un agente rimante ferito. Fornero riceve una delegazione guidata da Maurizio Landini
Esodati, proteste contro il ministro Fornero, ultime notizie Roma - Stavolta il movimento di protesta composto per la maggior parte da precari e studenti ha manifestato sotto il nome di ‘Occupy Fornero’ e la manifestazione è degenerata nello scontro, avvenuto nei pressi della Camera, dove i manifestanti hanno lanciato sampietrini e sono stati, poi, caricati dalle forze dell’ordine. Un agente è rimasto ferito negli scontri.
Nella mattinata di ieri ha sfilato a Roma anche il corteo della Fiom: gli operai della Cgil hanno manifestato contro il piano industriale di Finmeccanica, ma anche per sollecitare "risposte immediate, che arrivino stesso oggi" su riforma del lavoro e difesa dell'articolo 18, oltre al caso dei cosiddetti esodati. Sul fronte di Finmeccanica, spiega il leader della Fiom, Maurizio Landini, "protestiamo contro la svendita di Ansaldo Breda e delle attività del comparto civile, una scelta sbagliata che deve essere fermata".
Una delegazione del sindacato dei metalmeccanici è stata ricevuta dal ministro Elsa Fornero. La titolare del dicastero del Lavoro riferirà all'Aula del Senato, martedì 19 giugno alle 16.30, sulla vicenda degli esodati. A Palazzo Madama l'Idv ha presentato una nuova mozione di sfiducia contro Fornero, dopo quella depositata ieri insieme alla Lega alla Camera.
Il popolo di Occupy Fornero, ovvero i precari e studenti che ieri si erano accampati al Pantheon, si sono radunati davanti Montecitorio. Dopo un primo tentativo di 'sfondamento' da un lato della piazza, e conseguenti momenti di tensione, i manifestanti sono stati contenuti dalle forze dell'ordine. Allora, ai blindati, i manifestanti hanno anteposto un ironico lancio di palloni da calcio bianco e neri all'insegna dello slogan 'no al rigore'. "Siamo contro il rigore di Monti, la crisi non possiamo pagarla noi", dicono i giovani, che tengono striscioni che inneggiano allo "sciopero generale".
La tensione è iniziata quando una quarantina di manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone per avvicinarsi all'ingresso di Montecitorio, dalla parte di via degli Uffici del Vicario, c'é stata una carica di contenimento delle forze dell'ordine. Alcuni dei manifestanti denunciano di essere stati "manganellati e colpiti".
Il primo contatto con le forze dell'ordine c'e stato a piazza Capranica quando un gruppo ha tentato di forzare il cordone con l'intento di entrare a Montecitorio. Alla carica di contenimento i manifestanti hanno replicato con un lancio di fumogeni e sampietrini. Un agente è rimasto ferito.
I manifestanti si sono poi allontanati da piazza Montecitorio dando fuoco ad alcuni fumogeni ed intonando cori contro il governo Monti e la Bce. Un gruppo di loro ha formato una sorta di testuggine con scudi di cartone. Hanno quindi fatto ritorno al loro quartier generale cioé il Pantheon dove ieri avevano iniziato la loro protesta contro "politica del rigore".
"Oggi vogliamo parlare con i palazzi della politica e del governo", ha affermato Landini, a proposito del corteo, che ha ricevuto il sostegno di Idv e Sel e si è fermato di fronte al Ministero dello Sviluppo, poi davanti al Ministero del Lavoro (dove ha parlato Landini) e ha fatto, dopo lo scioglimento, una tappa anche di fronte al Parlamento.
"Questo governo, e la discussione che sta facendo il Parlamento, non hanno il consenso delle persone che lavorano e che pagano le tasse", ha detto Landini, che ha invitato "tutta la Cgil ad una manifestazione generale". Per il leader della Fiom il direttivo Cgil che si riunirà lunedì "dovrebbe portare avanti le decisioni già prese, applicarle", proclamare quindi uno sciopero generale. Per la Fiom c'è "il rischio concreto che sparisca l'intero sistema industriale del Paese".
Landini ha sollecitato "una nuova politica industriale. Serve - ha detto - una politica pubblica che impegni le imprese: il governo non può permettere a Fiat di chiudere e andarsene senza prendersi responsabilità né a Finmeccanica di vendere i suoi asset migliori". Mentre sul fronte della riforma delle pensioni e la riforma del mercato del lavoro, Landini ha sottolineato che le proteste andranno avanti fino, se servirà, a ricorrere allo strumento del referendum. "Vogliamo dire alla politica e al governo che se nei prossimi giorni non ci saranno cambiamenti noi non ci fermeremo di fronte ad un voto di fiducia perché abbiamo imparato da storie come il nucleare e l'acqua che le leggi sbagliate, se il popolo vuole, si possono cambiare".
Due ore di colloquio con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per una delegazione della Fiom, guidata da Landini. "Abbiamo avuto la possibilità, e di questo siamo soddisfatti e ringraziamo il ministro - ha spiegato Landini - di dare direttamente voce alle persone che vivono nelle fabbriche. Con il ministro hanno potuto parlare direttamente delegati di Fincantieri, Fiat, Alenia, Finmeccanica".
Sul fronte del nodo degli esodati la Fiom "ha posto il problema che governo e Parlamento devono trovare una soluzione rapida che garantisca il diritto delle persone. E' necessario trovare uno strumento che di anno in anno garantisca una soluzione alle persone man mano coinvolte". Landini ha proposto al ministro di seguire anche "sul modello tedesco l'ipotesi di un provvedimento intelligente per incentivare contratti di solidarietà e riduzioni di orario dove possano servire per evitare licenziamenti".
Sul tavolo anche i temi del confronto della Fiom con Fiat e Finmeccanica per sottolineare che "c'é un vuoto di politica industriale, il rischio che interi settori possano sparire".
Landini ha sottolineato che ovviamente "su molti punti tra sindacato e ministro sono rimaste idee diverse ma ci sono anche aspetti su cui il ministro si è riservata di dare una risposta". Ancora sul fronte degli esodati, ha aggiunto, "il ministro ci ha detto che quando riferirà in Parlamento terrà conto anche delle cose che abbiamo detto perché l'idea del governo è che non ci sia una negazione di diritti. Noi ci aspettiamo una risposta che riconosca i diritti di tutti".
"Il valore del lavoro": è questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per la manifestazione unitaria in programma sabato 16 giugno a Roma. Ad accompagnarlo un manifesto su cui campeggia l'articolo 1 della Costituzione: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". E' necessaria - sostengono le tre confederazioni - "una svolta urgente delle politiche economiche: crescita, welfare e fisco".
I sindacati chiedono una riforma strutturale del fisco e rivendicano meno tasse per lavoratori e pensionati, più risorse per l'occupazione e una svolta "epocale" nella lotta all'evasione fiscale. Temi fondamentali che sono diventati "ancora più urgenti vista la precipitazione della crisi in Europa e l'emergere del dramma sociale dei cosiddetti esodati".
Il concentramento è previsto per le ore 9.30 a piazza della Repubblica (Esedra), da dove il corteo partirà alle ore 10.30, per confluire alle ore 11.30 in piazza del Popolo, dove si terranno i comizi conclusivi dei tre segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. E' prevista una grande partecipazione, che - secondo gli organizzatori - sta "superando di ora in ora" le aspettative della vigilia di una manifestazione nazionale unitaria che inizialmente era stata prevista per il 2 giugno, ma poi rimandata a causa del terremoto in Emilia. Dalle informazioni raccolte finora dalle tre organizzazioni sindacali risultano prenotati 1000 pullman, 4 treni speciali, 2 navi dalla Sardegna, più aerei e mezzi privati, oltre naturalmente la partecipazione dei lavoratori e dai pensionati di Roma e del Lazio.
Ancora ieri, intanto, sono saliti i toni della polemica sugli esodati esplosa dopo la diffusione della relazione dell'Inps che calcola in 390.200 la platea di coloro che rischiano di restare per anni senza lavoro e senza pensione. Lo scontro si è acceso sul fronte sindacale ma anche politico. Con un nuovo duello tra il leader della Cgil, Susanna Camusso, ed il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Che sulla questione riferirà martedì in Aula al Senato e nella stessa giornata o al massimo mercoledì in Aula alla Camera. Mentre una mozione di sfiducia è stata presentata unitariamente da Idv e Lega.
Entrambe ospiti della Conferenza internazionale del lavoro dell'Ilo a Ginevra, prima il segretario generale della Cgil ha accusato il ministro di aver avuto una "reazione intollerabile". Fornero, ha detto Camusso, "avrebbe dovuto arrabbiarsi perché ci abbiamo messo sette mesi a sapere quanti erano" gli esodati. "Non devo necessariamente copiare i comportamenti altrui", ha replicato secca il ministro: "Mi sembra di ricordare, anche se io sono un politico tecnico, che un buon comportamento di un politico sia parlare all'estero di cose che riguardano l'economia internazionale e parlare in Italia di cose prevalentemente italiane. Quindi - ha affermato Fornero - io sono contenta di seguire una regola che mi pare di corretto comportamento".
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