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ROMA / 24-06-2012

IMU, CRISI E RECESSIONE / Un terzo dei contribuenti pagherà l’Imu in ritardo

Dal 25% al 40% dei contribuenti non pagherà l’IMU o la pagherà in ritardo. Già iniziate le proteste del comitato per il diritto all’abitare


Pagamento Imu, ultime notizie Roma - Le conseguenze dell’Imu non hanno tardato a farsi sentire soprattutto nei giorni in cui scade il termine di pagamento per la prima rata. Nei giorni scorsi infatti ci sono state manifestazioni di protesta a Roma di fronte alla  sede dell’Abi (Associazione Banche Italiane) indette dai comitati per il diritto all’abitare, secondo cui rimangono "Esentati i poteri forti, mentre la gente deve sborsare soldi per la casa".

Nel mirino della protesta la tassa Imu, introdotta dal governo per tassare le prime e seconde case, ma che - dicono gli attivisti delle associazioni che oggi hanno protestato - esonera i "poteri forti": "Dal pagamento dell’Imu saranno esentati ancora una volta i poteri forti, le Fondazioni (in testa quelle bancarie), il patrimonio invenduto dei palazzinari (per tre anni) che continuano a speculare su un bisogno primario come quello della casa e a devastare il territorio, il Vaticano (proprietario del 30 per cento del patrimonio immobiliare in Italia) che nonostante i “solenni” impegni pubblici continua a non pagare un euro", si legge ne loro comunicato.

Intanto la Cgia di Mestre ha diffuso un dato inquietante: per pagare l’IMU sarebbero necessari tre giorni in più di lavoro a ogni cittadino contribuente. Ma non va meglio anche sul fronte degli effettivi introiti.

Secondo Unimprese, che ha intervistato le persone che si sono rivolte ai suoi caf, sono moltissime le persone che hanno deciso di non pagare la tassa per "mancanza di liquidità". Alcuni dicono che la pagheranno appena potranno - la "mora" è del 6% - ma il 25% dei contribuenti intende non pagarla del tutto, compreso il saldo di dicembre. La proiezione - se ciò si rivelasse esatto - potrebbe portare a un buco negli introiti calcolati dal governo molto grave: tra il 2,1 e l’8,5 miliardi. "Il che farebbe certamente lievitare le aliquote che i Comuni devono ancora decidere", fa notare Unimprese.


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