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ROMA / 28-06-2012

SPESA PUBBLICA / Stop ai contratti milionari delle Asl

Stop ai contratti milionari stipulati dalle Asl: contro i prezzi troppo alti pagati dalle aziende ospedaliere e le differenze di prezzo nelle forniture, arriva l’obbligo di rinegoziazione e il diritto di recesso senza penale per le aziende sanitarie


LAZIO ultime notizie ROMA – unonotizie.it – Continua la discussione della proposta di legge sulla riduzione della spesa pubblica alla Camera, l'esecutivo ha anche convocato per lunedì 2 luglio alle 9 imprese e sindacati sul provvedimento della spending rewiew. Per la stessa giornata, alle ore 11, le Regioni, l'Anci e l'Upi, incontreranno il governo per discutere dello stesso argomento.

Passato ieri alla Camera,  a sorpresa, un emendamento dell’Idv in base al quale le aziende sanitarie pubbliche (Asl) potranno ridurre le proprie spese rinunciando a pagare prezzi troppo alti per l’acquisto di beni, servizi e forniture. In caso di prezzi troppo  onerosi o di differenze di prezzo colossali delle forniture da regione a regione, le Asl saranno infatti obligate a rinegoziare i contratti e in caso di mancato accordo, le aziende potranno recedere dai contratti senza penali.

Una volta che le Asl abbiano inviato la richiesta di rinegoziazione di una fornitura a causa di prezzi troppo alti devono trascorrere 30 giorni - si legge nell'emendamento approvato con il consenso dei gruppi di maggioranza e del governo durante l'esame del dl spending review in commissione alla Camera - prima di poter recedere dal contratto senza incorrere nella penale.

"Si stanno riscontrando - dice il vicepresidente dell'Idv Antonio Borghesi e primo firmatario della proposta - diversità enormi di prezzi per gli stessi prodotti. Ora invece le aziende saranno obbligate a pagare il giusto e questo avrà un impatto molto importante. Si tratta inoltre - sottolinea - di un meccanismo contro le attività legate alla corruzione e alla criminalità organizzata".

Qualora "emergano - si legge nel testo dell'emendamento - differenze significative dei prezzi unitari, non giustificate da particolari condizioni tecniche o logistiche delle forniture, le aziende sanitarie sono tenute a proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti che abbia l'effetto di ricondurre i prezzi unitari di fornitura ai prezzi di riferimento" e senza che "ciò comporti modifica della durata del contratto". In caso di mancato accordo, le Asl "hanno il diritto di recedere dal contratto senza alcun onere a carico delle stesse.

L’iter di discussione del decreto legge sulla spending review che stabilisce alcune norme per risparmiare sugli acquisti di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione si fa irto di difficoltà. Il governo è stato infatti battuto su due emendamenti, all'esame delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, sui quali l’esecutivo aveva espresso parere negativo. Il primo di essi esclude Fs e Poste dalla "lente" di Bondi nella sua opera di tagli. Più precisamente l'emendamento esclude le "società a totale partecipazione pubblica e le loro controllate, che esercitano un servizio universale di interesse generale", qualora abbiano chiuso l'ultimo esercizio in attivo.

Stessa spaccatura nei partiti di maggioranza sul secondo emendamento, su cui il sottosegretario Gianfranco Polillo aveva espresso parere negativo. Il testo del decreto stabilisce che negli appalti le buste con le offerte debbano essere aperte in seduta pubblica, pena la nullità. L'emendamento, del Pdl e dell'Udc, fa salve le buste aperte prima del 9 maggio, data di emanazione del decreto.


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