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ROMA / 10-07-2012

SPENDING REVIEW, PENSIONI / Perché non si possono tagliare le pensioni d’oro

La risposta del governo è che “non si possono toccare diritti acquisiti”. E intanto ci si chiede ancora che fine faranno gli esodati


Pensioni d'oro e tagli delle spese, ultime notizie Roma - Se la spending review non ha esitato a far cadere una mannaia molto pesante sulla sanità e la pubblica amministrazione, senza risparmiare neanche eccellenze della ricerca italiana come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha subito tagli del 10% al suo budget, tra i settori ritenuti “intoccabili” ci sono anche le pensioni d’oro di politici e manager pubblici.

Lo scorso 4 luglio presso la camera dei deputati, il deputato leghista Fulvio Follegot durante la sua interrogazione al governo ha chiesto chiarimenti in merito “alla proposta di introdurre un tetto di 6000 euro netti al mese per le pensioni erogate in base al sistema retributivo”.

Si tratta delle “pensioni d’oro”. Si chiede al governo perché ha esercitato pressioni su un articolo aggiuntivo al disegno di legge della spending review che avrebbe imposto un tetto di 6mila euro al mese sulle pensioni d’oro. Secondo alcuni la norma non è passata perché molti membri del governo sarebbero stati colpiti proprio dal “taglio”.

E il ministro per i rapporto con il parlamento, Piero Giarda, ha risposto a nome del governo sul perché non è stato introdotto il tetto alle pensioni d’oro. Con questa motivazione: “Per quanto concerne le pensioni liquidate con il sistema retributivo, non può non rilevarsi che l’ipotesi di riduzione delle prestazioni fino a un limite massimo, qualora fosse riferita alle pensioni attualmente in argomento, sembrerebbe non tenere conto dei diritti acquisiti in conseguenza del rapporto assicurativo obbligatorio che determina, nel corso della vita lavorativa, il versamento di contributi calcolati su una base imponibile non sottoposta ad alcun massimale, con conseguenti possibili profili di illegittimità costituzionale”.

Il taglio non è ammissibile perché toccherebbe i diritti “acquisiti” e potrebbe configurarsi addirittura come incostituzionale. C’è da chiedersi allora perché i diritti acquisiti valgono solo per i pensionati d’oro e non per gli esodati,  e perché quando è stato deciso di fare la riforma delle pensioni questa è stata fatta nel giro di una notte e senza pensare troppo ai diritti acquisiti.


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